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| | | | | | | | | | | | Comunicato stampa Osservatorio PTCP MB | | Si
prevede di consumare suolo agricolo per milioni di metri quadrati, ma
secondo Regione Lombardia: “il fatto non sussiste!”. Leso
il principio di realtà! | | Ogni
giorno leggiamo sulla stampa e sentiamo ora anche sulle reti televisive
e in alcuni programmi elettorali che è del tutto sbagliato
consumare nuovo suolo agricolo per motivi idrogeologici, produttivi,
paesaggistici, ecosistemici e in estrema sintesi ambientali. Numerose
sono le proposte di legge sul consumo di suolo a livello nazionale che
giacciono da anni in Parlamento, anche in recepimento di alcune
direttive dell’Unione Europea che mira a conseguire l'obiettivo
di un consumo netto di suolo pari a zero entro il 2050. Taluni
sostengono che tale compito spetti alle Regioni, dopo la riforma del
Titolo V° della Costituzione. | | Anche
la Regione Lombardia, dopo anni di non ascolto di petizioni nazionali e
proposte di legge di iniziativa popolare, ha approvato nel 2014 le
legge n. 31 che dovrebbe tendere alla riduzione del consumo di suolo,
con meccanismi “a cascata” sui diversi piani territoriali,
a partire da quello regionale (PTR), poi quelli provinciali (PTCP) e
infine quelli comunali (PGT). In realtà, oltre ad aver
accumulato ritardi di diversi anni rispetto a quelli previsti da quella
stessa legge, questa contiene alcuni escamotage e alcune definizioni
che la rendono praticamente inutile, se non peggio. | |  | | PEDEMONTANA | | Ci
riferiamo in particolare all’art. 2, che definisce il consumo di
suolo, che recita, alla lettera c): “consumo di suolo: la
trasformazione, per la prima volta, di una superficie agricola da parte
di uno strumento di governo del territorio, non connessa con
l'attività agro-silvo-pastorale, esclusa la realizzazione di
parchi urbani territoriali e inclusa la realizzazione di infrastrutture
sovra comunali;”. Ma non è così. | | Infatti
il comma 4 sempre dell’articolo 2 dice però: “La
Giunta regionale, con deliberazione da approvare entro dodici mesi
dalla data di entrata in vigore della presente legge, sentita la
competente commissione consiliare, definisce i criteri di
individuazione degli interventi pubblici e di interesse pubblico o
generale di rilevanza sovracomunale per i quali non trovano
applicazione le soglie di riduzione del consumo di suolo di cui alla
presente legge”. Naturalmente la deliberazione è arrivata
(DGR 1141 del 14/01/2019) ed esclude le opere di rilevanza
sovracomunale come, per esempio, le infrastrutture stradali,
contraddicendo logicamente quanto sentenziato al punto c) della stessa
Lr 31/2014, sopra letteralmente riportato. | | Facciamo però qualche esempio concreto per capire gli effetti pratici di tale situazione. | | La contrastata autostrada Pedemontana Lombarda
che, secondo alcune stime di massima da noi effettuate, ha consumato
per la parte già realizzata e consumerebbe ulteriore suolo (attualmente
libero da edificazioni), per complessivi 3 milioni di metri quadrati
(comprensivi dei collegamenti secondari), è come se non
esistesse. Questo non è consumo di suolo? Per la Regione no, e
sarà così nei Piani territoriali sotto ordinati (PTCP e
PGT). Si consideri che il Piano provinciale (PTCP di MB), che ha
recepito le indicazioni del Piano territoriale regionale (PTR) indica
ai 55 Comuni della Provincia di ridurre la soglia del consumo di suolo
del 45%, per circa 4 milioni di mq complessivi. Operazione resa quasi
inutile nella realtà a livello territoriale sovracomunale in
quanto la riduzione ipotizzata verrà fortemente compromessa dal
passaggio di Pedemontana (3mln di mq non computati come consumo di
suolo). Una vera beffa! | |  | | PEDEMONTANA | | Anche
nel comasco, Provincia a noi prossima, si rischia il ripetersi di
questa condizione, laddove è progettata la realizzazione della Canturina bis,
una strada di collegamento che interessa più comuni.
Un’arteria il cui tracciato andrà ad interessare aree
tutelate come zone di riqualificazione ambientale ad indirizzo
agricolo, zone di riqualificazione ambientale ad indirizzo
naturalistico e zone di tutela naturalistica dentro i confini del Parco
Regionale Groane-Brughiera. Regione Lombardia ha messo a bilancio buona
parte dei fondi necessari, impegnandosi a trovarne la copertura
economica completa. | | Oppure, prendiamo il previsto prolungamento della M5 a Monza, opera sovracomunale,
dove, a sud della Città, nel quartiere Casignolo, si prevede la
realizzazione di un grosso deposito - officina di quella metropolitana,
il quale consumerà circa 20 ettari di suolo agricolo oggi
coltivato. S’è preferito utilizzare una superficie libera
invece di recuperarli su aree dismesse (es. ex Falck di Sesto). Anche
questi 20 ettari non verranno considerati come consumo di suolo? | | Per la Regione, nessuna differenza tra piastroni di cemento e asfalto e aree agricole o
tutelate che invece dice di voler preservare per non consumare altro
suolo libero. Questo fatto è tanto più grave in una
Regione e in una Provincia, quella di Monza e Brianza, certificata da
tutti i rapporti come la “maglia nera” e la peggiore in
Italia per suolo consumato e caratterizzata da un livello altissimo di
antropizzazione e urbanizzazione. | | La
contraddizione è reale e sarà evidente: il consumo di
suolo misurato da ISPRA nei comuni interessati da queste opere
sarà impietoso, così come i costi enormi generati dalla
perdita di suolo libero. Dati già evidenti negli anni passati
nei comuni attraversati dalla Tangenziale Est Esterna e dal tratto
già realizzato di Pedemontana. C’è solo da
auspicare un ripensamento della Regione e soprattutto dei Comuni che
vedono quelle infrastrutture sovracomunali passare sul proprio
territorio. Serve una legge chiara, da applicare senza scappatoie, che
sia veramente utile per arrestare la cementificazione indiscriminata
della Brianza e in Lombardia. | | IL COORDINAMENTO AMBIENTALISTA OSSERVATORIO PTCP DI MB | | Monza e Brianza, 30 marzo 2023 | | | | | | | | | | | | | l
Coordinamento Ambientalista Osservatorio PTCP di MB ha elaborato un
comunicato stampa per accompagnare le osservazioni al Piano Urbano per
la Mobilità Sostenibile (PUMS) della Provincia di MB. | |
Il
Coordinamento Ambientalista Osservatorio PTCP di MB, confermando la
sua costante attenzione agli atti d’orientamento alla
pianificazione territoriale sovracomunale, mercoledì 8 marzo ha
protocollato alcune osservazioni al Piano Urbano della Mobilità
Sostenibile (PUMS), adottato dal consiglio Provinciale il 26 gennaio
scorso.
Si
auspicano risposte positive.
| |
Il
Coordinamento ambientalista Osservatorio PTCP di MB, era già
intervenuto nel procedimento della Valutazione Ambientale Strategica
(VAS) propedeutico alla stesura del Piano Urbano della Mobilità
Sostenibile (PUMS) della provincia di Monza e Brianza. Lo
avevamo fatto con una ventina di proposte,
alcune delle quali sono state accolte, recepite e integrate nella
corposa documentazione del PUMS. Ora, dopo che il Consiglio
Provinciale lo ha adottato nella seduta del 26 gennaio 2023 e prima
della sua approvazione, abbiamo protocollato le nostre osservazioni,
alcune delle quali ripropongono parte dei suggerimenti su cui non
v’era stata una risposta sufficientemente adeguata, unitamente a
nuove notazioni. Il documento, elaborato collegialmente dal
Coordinamento Ambientalista “Osservatorio PTCP di MB”, consta di
sette osservazioni ed alcune considerazioni.
| | Osservazioni
| |
1. Poiché la
documentazione relativa al PUMS adottato risulta molto corposa e
costituita da diverse centinaia di pagine, si chiede che venga
redatta una Relazione illustrativa di sintesi del Documento di Piano
(Quadro conoscitivo - Quadro progettuale - Allegati) in modo tale da
agevolare la lettura dei documenti stessi. Anche in altri Piani (PTR,
PTCP, PGT, altri Piani) questo tipo di elaborato illustrativo viene
normalmente redatto e allegato ai Piani;
| | 2. Si chiede che
nella documentazione relativa al PUMS, a fronte dell’elenco degli
obiettivi del “Progetto Moving Better” (del 2013) e del “Piano
strategico sulla mobilità ciclistica” (del 2014) vengano inseriti
i risultati raggiunti e le azioni attuate nel corso di questi 8/9
anni. Ciò è possibile farlo senza attendere una successiva fase di
monitoraggio del PUMS;
| | 3. Si chiede di prevedere nel Quadro
conoscitivo del Documento di Piano del PUMS uno specifico capitolo
che illustri e quantifichi i parametri “Reddito - Popolazione” e
“Tendenza insediativa - Mobilità” in Provincia di MB. Questo al
fine di comprendere i legami e i fenomeni che inducono mobilità sul
nostro territorio. Quelli riportati ora negli elaborati non
chiariscono tali correlazioni;
| | 4. Nel Quadro conoscitivo del
DdP del PUMS, nell’immagine relativa alla zonizzazione acustica dei
Comuni, mancano alcuni comuni. Risulta quindi necessario aggiornare
quella carta (pur estratta da fonte regionale o da altra, peraltro
non aggiornata); | | 5.
Si chiede una simulazione al 2025 e al 2030 delle emissioni di
inquinanti atmosferici, qualora l’autostrada Pedemontana venga
realizzata. Inoltre, si chiede che negli elaborati sia aggiornata la
valutazione sulla variante della tratta D di Pedemontana rispetto
all'iniziale previsione D lunga con quella attualmente oggetto di
studio di fattibilità, ossia la tratta D breve.
A
tale proposito, si riferisce che il Parco Agricolo Nord Est ha
ufficialmente comunicato gli impatti ambientali della tratta D
denominata “breve” che attraverserà il territorio del Parco. Si
chiede venga considerata tale comunicazione.
| | 6. Si segnala
che è opportuno inserire negli obiettivi una riduzione di nuove
infrastrutture stradali, soprattutto in contesti come il vimercatese
dove si rileva maggior presenza di comparti liberi di dimensioni più
estese e a maggiore qualità ambientale.
| |
7.
Si chiede di considerare gli effetti della realizzazione di
Pedemontana in termini di traffico a livello provinciale, elemento
significativo per la valutazione del PUMS. Da alcuni studi
trasportistici risulta che, se quella infrastruttura venisse
realizzata, il traffico di breve percorrenza, per evitare il
pedaggiamento si riverserebbe sulle strade di collegamento
intercomunale, che già ora in condizioni critiche, subirebbero
incrementi di traffico notevoli portandoli alla saturazione e alla
congestione. | |
Considerazioni | | -
In conclusione si ritiene che per quantificare e gestire oggi la
questione relativa al traffico e alla mobilità risulta necessario
dotarsi di strumenti informatici aggiornati, di rilevazione, di
monitoraggio e di simulazione, anche in tempo reale degli
spostamenti, strumenti che non si riducano alla sola lettura “a
strati” del territorio, ma di adeguati programmi dinamici che
considerino tutte le variabili in atto e gli esiti previsti e
prevedibili.
- La complessità dei fenomeni in corso (anche poco
noti) non può ridursi ad alcune carte, norme tecniche e relazioni,
sia pur di diverse centinaia di pagine scritte. Anche i metadati e
gli algoritmi di Google o di altri gestori degli spostamenti (es.
AMAT) possono essere utili in tal senso. | | LA
NOSTRA VALUTAZIONE SUL PUMS | |
Il
PUMS, pur contenendo analisi interessanti, per la sua generalità e
per il suo essere uno strumento di pianificazione strategica con un
orizzonte temporale di medio-lungo periodo (10 anni), corre il grosso
rischio di restare un puro documento cartaceo dimenticato in qualche
archivio provinciale o comunale, trattandosi di un Piano informale
senza alcuna prescrizione vincolante sia per la Provincia sia per i
suoi Comuni.
É
già successo con i piani precedenti, su cui tuttora manca un ritorno
sulla loro effettiva implementazione. Affinchè il PUMS abbia una
reale efficacia applicativa, servirebbe un serio, costante e
frequente monitoraggio per verificare la reale attuazione delle
azioni previste. Il Piano non può inoltre prescindere da un
coordinamento con le amministrazioni, gli enti e gli organismi che
hanno facoltà d’intervento e di stanziamento di fondi, unitamente
ad una reale volontà politica di guidare una vera transizione
ecologica anche per quanto riguarda la mobilità in Brianza. La
pianificazione di nuove infrastrutture quali l’autostrada
Pedemontana Lombarda che attraverserà la Provincia di MB, non va
purtroppo nella direzione di un cambio di passo, favorevole a dare
priorità al trasporto pubblico e a una differente mobilità.
Conferma
invece una programmazione “vecchio stile” che privilegia ancora
l’uso dell’automezzo privato e il trasporto su gomma, con
imponenti risorse economiche lì destinate nonostante il provato
impatto sull’ambiente, sul traffico e sulla viabilità
intercomunale che ne deriverà.
Oltretutto,
la prevista opera compensativa, la ciclabile “Greenway”,
richiamata nel PUMS della Provincia, rischia di restare un’incompiuta
poiché non ancora finanziata e con realizzazione rimandata solo a
completamento avvenuto di tutte le tratte (B2, C e D).
Nei fatti,
Regione Lombardia, che è ente centrale tra gli interlocutori del
PUMS, ostinatamente ha voluto e vuole il completamento della
Pedemontana scegliendo di investire su una mobilità insostenibile,
ponendo una pesante ipoteca sulla possibilità d’una programmazione
trasportistica differente e rendendo di difficile applicazione una
buona parte degli obiettivi dello stesso PUMS.
| | IL
COORDINAMENTO AMBIENTALISTA OSSERVATORIO PTCP DI MB
Monza e
Brianza, 13 marzo 2023 | | | | | | | | | | | | Ambiti di Interesse Provinciale:la Provincia di MB non ha ancora attuato il previsto monitoraggio delle intese raggiunte. |
| | | | Nel
Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP di MB), diverse
aree sono azzonate come Ambiti di Interesse Provinciale (AIP), aventi
rilevanza paesaggistico-territoriale sovra locale. All’approvazione del PTCP, nel 2013, avevano un’estensione complessiva di circa 2.100 ettari (21 milioni di mq).
Si
tratta di superfici del Piano provinciale dove è necessaria, per
poter edificare, un’Intesa tra la Provincia e il Comune
proponente. Queste aree sono “a consumo di suolo”
purché le superfici urbanizzabili che vengono definite in sede
di intesa, prevedano “la conservazione del suolo libero in misura
del tutto prevalente”
La Provincia interpreta tale limite di prevalenza nel 51% di suolo da mantenere libero (sic!).
Le
Intese Provincia–Comuni, prima della loro approvazione con
Decreto del Presidente della Provincia e successiva sottoscrizione del
Dirigente, devono passare “dall’Osservatorio provinciale
del paesaggio rurale, delle pratiche agricole e conoscenze tradizionali
e della Rete ecologica provinciale” istanza dove si
raccolgono pareri e contributi non vincolanti che però
potrebbero essere valutati in ambito di copianificazione.
Le associazioni ambientaliste del territorio
hanno indicato un loro rappresentante nell’ Osservatorio e non
hanno mai motivatamente e tecnicamente condiviso le intese raggiunte
poiché comunque con esse si va ad erodere la già scarsa
dotazione di aree libere in Provincia. Una Provincia che in Italia,
mantiene da anni il triste primato (40,6%) del suolo consumato.
| | | | |
Per capire gli esiti delle Intese e gli obiettivi raggiunti per la salvaguardia del suolo agricolo e libero da edificazioni, il nostro rappresentante in data 8 dicembre 2021
ha inviato al Presidente della Provincia, Luca Santambrogio e al
Direttore del Settore territorio, arch. Antonio Infosini, una richiesta
formale affinchè si provveda a redigere il Rapporto riguardante
gli anni dal 2017 al 2022, accompagnandolo con una sintetica tabella degli impegni di compensazione ambientale previsti
e di quelli attuati in seguito alle Intese deliberate e sottoscritte
nel corso di questi anni dalla Provincia e dai Comuni.
Richieste recepite dalla Provincia nella successiva seduta dell’Osservatorio del 11 gennaio 2022.
E’ però trascorso un anno e ancora non v’è traccia di questo Rapporto,
utile
a quantificare il numero delle intese, le superfici consumate, la
tipologia e natura delle compensazioni ambientali e territoriali
concordate e la loro effettiva implementazione.
All’oggi, nessun Rapporto e nessuna Tabella è visibile, disponibile o resa pubblica. | | | Perché la Provincia, dopo aver preso un formale impegno non ha ancora redatto nulla ?
Sarebbe
interessante avere una fotografia aggiornata su queste intese dove si
va comunque sistematicamente ad erodere suolo ancora libero.
Per
questo sollecitiamo nuovamente affinchè il Rapporto venga
redatto e reso pubblico unitamente ai risultati raggiunti nel corso di
questi anni rispetto ai dichiarati obiettivi di salvaguardia del
territorio. | | | IL COORDINAMENTO AMBIENTALISTA OSSERVATORIO PTCP DI MB
Monza e Brianza, 21 gennaio 2023 | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | |
I
POVERI BOSCHI | | | | | |
Il
Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) prevede che
nelle aree qualificate come Ambiti
di Interesse Provinciale (AIP)
qualora le stesse siano oggetto di pianificazione da parte dei comuni
prevedendo in esse nuove edificazioni (residenziale, commerciale,
terziario, produttivo) le stesse siano oggetto di un confronto con la
Provincia di MB. | | | |
Affinché la pianificazione (e
l’edificazione) si concretizzi nell’iter del Piano di Governo del
Territorio (PGT) il confronto tra il Comune (cui spesso si affianca
il privato promotore) deve chiudersi con una Procedura d’Intesa
formalizzata con decreto del Presidente della provincia di MB.
Negli
AIP è dunque, purtroppo, consentito il consumo di suolo pur se
assoggettato ad una Procedura d’Intesa dove le volumetrie vengono
accorpate per avere una prevalenza dello spazio libero, vengono
previsti elementi naturali per attenuare l’impatto degli edifici
quali la creazione di un filare, nuove piantumazioni e a volte il
trasferimento di aree da inserire in Rete Verde o in Ambiti Agricoli
Strategici (AAS). Le prime Intese sono datate 2015, subito dopo
l’adozione del PTCP.
Il
coordinamento ambientalista “Osservatorio PTCP di Monza e Brianza”
ha passato al setaccio le Intese e ha purtroppo rilevato, a distanza
di tempo, che alla data in cui scriviamo, la quasi totalità delle
opere ambientali previste non è ancora stata realizzata. La
normativa provinciale non prevede infatti un obbligo temporale entro
cui debbano essere realizzate.
| | | |
I
contenuti delle intese sono visibili sul sito della Provincia di MB
in Schemi
di protocollo approvati
e in Protocolli
d'intesa sottoscritti
Così,
mentre l’edificazione con nuovo cemento sulle aree è possibile una
volta completato l’iter del PGT comunale avente come atti finali il
Piano Attuativo e il Permesso di Costruire, le prescrizioni
ambientali restano come se fossero sospese in un limbo.
Citando
un caso tra i tanti esaminati, a Concorezzo nell'intesa del 2017 sono
previste 30.000 mq di
consumo di suolo, e tra
le altre opere compensative è previsto è un bosco da realizzare di
10.000 mq. Alla data attuale, il bosco non è stato piantumato e pare
che il Comune voglia ridiscutere l’Intesa. | | | | | |
A
chi dunque compete il controllo sulla realizzazione delle opere di
compensazione ambientale previste nelle Intese ? Entro quale limite
temporale debbono essere realizzate ?
| | | |
ELENCO OPERE
PREVISTE DAI PROTOCOLLI DI INTESA
TRA
I COMUNI E LA PROVINCIA DI MONZA E BRIANZA | | | | | | | | |
| | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | Importante
sentenza del Consiglio di Stato sulla prevalenza della tutela del
paesaggio e della biodiversità sugli interessi privati anche se
questi ultimi sono oggetto di convenzione urbanistica già
stipulata | | | di Fabio Modesti (da www.fabiomodesti.it) | | | | | | La
pianificazione paesaggistica va oltre gli aspetti di percezione
estetica dei territori per addentrarsi sempre più in quelli
scientificamente sondati come l’ecologia. In questa
pianificazione i corridoi ecologici, primari e secondari, costituiscono
assi di connettività ambientale nei quali le specie animali si
spostano da un habitat ad un altro, utilizzando anche territori
agricoli o parzialmente antropizzati. Di questo si è occupato il
Consiglio di Stato in una
recentissima sentenza pronunciandosi nel merito di una vicenda che ha
visto parti in causa una società immobiliare-commerciale e la
Provincia di Monza-Brianza. | | | | Il caso | | | | La
prima era titolare di un insediamento produttivo – commerciale in
prossimità di un altro insediamento industriale, assentito nel
2011 in variante allo strumento urbanistico comunale. La seconda aveva
approvato il Piano territoriale di coordinamento nel 2013 qualificando
l’area oggetto di intervento come «i) area ricompresa e
costituente le “principali linee di continuità
ecologica”; ii) area interessata da percorsi rurali e inserita
nella ricomposizione del sistema agro forestale; iii) area inserita
nella rete verde di ricomposizione paesaggistica; iv) ambito destinato
all’attività agricola di interesse strategico». A
fine 2011 la società ha sottoscritto la convenzione urbanistica
con il Comune di Roncello. | | | | Ma la Provincia di Monza-Brianza aveva intanto impugnato dinanzi al Tar
Lombardia i provvedimenti comunali, soccombendo tuttavia nel giudizio.
Il Tar ha richiamato l’orientamento secondo cui la stipulazione di una
convenzione urbanistica attribuisce al privato una posizione di
affidamento qualificato, che deve essere adeguatamente ponderata
dall’Amministrazione laddove questa intenda modificare la disciplina
urbanistica dell’area. La modificazione della pianificazione richiede,
in questo caso particolare secondo il Tar Lombardia, «una
motivazione specifica, ordinariamente non richiesta per le scelte di
piano che sono di regola adeguatamente sorrette dai soli criteri
generali di impostazione dello strumento». Inoltre, ha affermato il Tar, «se
è vero perciò che, in linea di principio, la Provincia non sarebbe
stata tenuta a motivare specificamente l’imposizione di una disciplina
di tutela, nel caso in esame la ponderazione dell’interesse privato era
da ritenere necessaria, in considerazione della particolare posizione
della parte». | | | | La tutela paesaggistica non cede ad esigenze urbanistiche | | | | Si è giunti così all’appello al Consiglio di Stato che ha sancito, e
confermato, alcuni rilevanti principî accogliendo le tesi della
Provincia lombarda e riformando la sentenza di primo grado. I giudici di
Palazzo Spada hanno affermato che «l’intervenuta approvazione del
progetto non abbia determinato l’insorgenza in capo all’Ente di un
particolare onere motivazionale, tenuto conto della natura della
pianificazione in esame, avente “efficacia paesaggistico – ambientale”». Il Consiglio di Stato ha affermato ancora che «la
tutela ambientale e paesaggistica, gravando su un bene complesso ed
unitario avente valore primario ed assoluto, precede e comunque
costituisce un limite alla salvaguardia degli altri interessi pubblici;
non a caso, il Codice dei beni culturali e del paesaggio definisce i
rapporti tra il piano paesaggistico e gli altri strumenti urbanistici
(nonché i piani, programmi e progetti regionali di sviluppo economico)
secondo un modello rigidamente gerarchico; restando escluso che la
salvaguardia dei valori paesaggistici possa cedere a mere esigenze
urbanistiche. Emerge la natura sostanzialmente insindacabile
delle scelte effettuate, che si giustifica alla luce del valore primario
ed assoluto riconosciuto dalla Costituzione al paesaggio ed all’ambiente».
Ne deriva che – secondo i massimi giudici amministrativi -:
«1.
la tutela del paesaggio non è riducibile a quella dell’urbanistica, né
può essere considerato vizio della funzione preposta alla tutela del
paesaggio il mancato accertamento dell’esistenza, nel territorio oggetto
dell’intervento paesaggistico, di eventuali prescrizioni urbanistiche
che, rispondendo ad esigenze diverse, in ogni caso non si inquadrano in
una considerazione globale del territorio sotto il profilo
dell’attuazione del primario valore paesaggistico; | | | | Oltre la tutela paesaggistica, quella naturalistica | | | | 2. l’avvenuta edificazione di un’area immobiliare o le sue
condizioni di degrado non costituiscono ragione sufficiente per recedere
dall’intento di proteggere i valori estetici o culturali ad essa
legati, poiché l’imposizione del vincolo costituisce il presupposto per
l’imposizione al proprietario delle cautele e delle opere necessarie
alla conservazione del bene e per la cessazione degli usi incompatibili
con la conservazione dell’integrità dello stesso;
3. ai fini della
imposizione del vincolo paesaggistico, l’ambiente rileva non solo come
paesaggio ma soprattutto come assetto del territorio, comprensivo
financo degli aspetti scientifico – naturalistici (come quelli relativi
alla protezione di una particolare flora e fauna), pur non afferenti
specificamente ai profili estetici della zona;
4. in sede di imposizione
del vincolo di tutela ambientale non è richiesta una ponderazione degli
interessi privati unitamente ed in coerenza con gli interessi pubblici
connessi con la tutela paesaggistica, neppure allo scopo di dimostrare
che il sacrificio imposto al privato sia stato contenuto nel minimo
possibile, sia perché la dichiarazione di particolare interesse sotto il
profilo paesistico non è un vincolo di carattere espropriativo,
costituendo i beni in questione una categoria originariamente di
interesse pubblico, sia perché, comunque, la disciplina costituzionale
del paesaggio erige il valore estetico-culturale a valore primario
dell’ordinamento». | | | | | | | | | | | | | | | |
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