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Le ferite ecologiche di DESIO
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Ib area degradata ex cava via Molinara (sud)
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indagine della magistratura su un cantiere di Desio trasformato in
cava |
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prestigiatori della ghiaia |
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danni ambientali, denunciata un' azienda che ha lavorato alla nuova
Valassina. estratti abusivamente 110 mila metri cubi di materiale,
detriti nella voragine
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DESIO . E finita nel
mirino della magistratura la vicenda di una cava, utilizzata come
discarica abusiva per i lavori di riqualificazione del primo lotto della
superstrada Valassina. C' e' il sospetto che dietro le operazioni di
sbancamento, effettuate peraltro senza alcuna autorizzazione del Comune,
si nasconda un business di diverse centinaia di milioni. Alcune persone
sarebbero gia' state interrogate negli uffici della Procura presso la
pretura monzese dal sostituto procuratore Alfredo Robledo. Gli
accertamenti giudiziari sono partiti in seguito a un esposto presentato
dall' ex assessore all' Ecologia Maria Rosa Mariani, dei Verdi. Nella
denuncia si segnalava l' esistenza di un' area di circa 15 mila metri
quadrati, in via Molinara, a ridosso della Milano Lecco, dove sarebbero
stati effettuati scavi per prelevare oltre 110 mila metri cubi di
ghiaia. Tutto e' cominciato nel settembre del ' 91 quando, in
coincidenza con l' avvio dei lavori per la superstrada, la ditta Ines,
una delle tre incaricate dall' Anas di eseguire i lavori, prese in
affitto il terreno da due privati, con l' intesa di crearvi un magazzino
per il cantiere. Nel giro di poco tempo, la superficie fu subappaltata
alla ditta dei fratelli Sorte di Magnago e trasformata in discarica
abusiva: a mano a mano che i camion prelevavano la ghiaia, la voragine
veniva riempita con pezzi d' asfalto, ferro e con altri detriti
provenienti dai cantieri lunga la Valassina. E non e' detto che li'
sotto, oltre a rifiuti inerti, non siano stati sepolti scarti di altro
genere. Secondo quanto sta scritto nell' esposto, la storia sarebbe
continuata per nove mesi. Ipotesi di reati ambientali dunque e in piu'
un giro d' affari sommerso su cui sta ora cercando di far luce la
magistratura. Sulla scrivania del giudice che conduce l' inchiesta
continuano intanto a piovere denunce: una l' hanno presentata i
proprietari del terreno, Bruno Carcano di Desio e Claudio Baron di Nova
Milanese. Un altro esposto, sempre a firma del consigliere Maria Rosa
Mariani, segnalerebbe l' esistenza di una seconda cava abusiva, di
dimensioni piu' ridotte, situata sempre in prossimita' dell' asse
stradale della ribattezzata strada statale 36. Un nuovo giallo,
destinato senz' altro ad ampliare il fronte delle indagini. Il caso
della discarica per i lavori della Valassina si e' abbattuto come un
fulmine sul consiglio comunale di giovedi' sera. Tutti, dal sindaco agli
assessori, hanno detto di non averne mai saputo nulla. L' ex assessore
Mariani ha comunque chiesto che siano compiuti accertamenti sull'
operato di alcuni dipendenti dell' ufficio tecnico che . a suo dire .
potrebbero avere avuto un qualche ruolo nella vicenda. Con tutta
probabilita' se ne discutera' in un consiglio comunale a porte chiuse,
la cui data non e' ancora stata fissata. Viviana Magni
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Pagina 41 (27 febbraio
1993) - Corriere della Sera
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Processo per due imprenditori e due funzionari
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Cumuli di asfalto e detriti ai bordi della Valassina Quattro rinviati a giudizio
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Processo per due imprenditori e due funzionari TITOLO: Cumuli di
asfalto e detriti ai bordi della Valassina Quattro rinviati a giudizio
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DESIO . C' e' una storia di discariche abusive dietro la
riqualificazione del primo lotto della Valassina, sette chilometri di
superstrada compresi tra Monza e Desio. Chiusa un' inchiesta durata
piu' di due anni, il sostituto procuratore presso la pretura di Monza
Alfredo Robledo ha disposto quattro rinvii a giudizio. Sotto processo
sono finiti Vito Rossi, 45 anni, amministratore della Ines di Bari, una
delle tre imprese incaricate dall' Anas di eseguire l' ampliamento
della statale Milano Lecco, e Giuseppe Monguzzi, 63 anni, costruttore
edile di Lissone. A entrambi viene contestata la violazione della
normativa in tema di smaltimento dei rifiuti. Il pubblico ministero
dice che gli imputati hanno trasformato terreni situati a ridosso della
importante arteria in "pattumiere" a cielo aperto, ammassandovi
montagne di blocchi d' asfalto, di cemento, laterizi, terra di riporto
e altro materiale derivante dai lavori di sbancamento, senza essere in
possesso delle necessarie autorizzazioni della Regione. Insieme con
loro, nell' aula penale della Pretura di Desio, dovranno comparire
anche il geometra Rosario Perri, capo ripartizione dell' ufficio
tecnico comunale, e un suo collaboratore, Franco Casadio. Secondo l'
accusa i due funzionari avrebbero omesso di denunciare all' autorita'
giudiziaria l' esistenza delle discariche illegali. L' indagine era
scattata nel febbraio del 1993, in seguito a un esposto presentato
dall' ex assessore all' edilizia privata di Desio Maria Rosa Mariani,
dei Verdi. I fatti contestati risalgono tuttavia all' anno precedente.
Col pretesto di aprire i cantieri edili per la "desemaforizzazione"
della Valassina, la Ines prese in affitto alcune aree, in via Molinara
e in via San Gennaro, per un totale di oltre 15 mila metri quadrati.
Stando a quanto accertato dal magistrato, quei terreni non sarebbero
pero' mai stati utilizzati come depositi per macchinari e attrezzature,
bensi' soltanto come ricettacoli di valanghe di detriti di vario
genere. La prima udienza del processo e' stata fissata per il prossimo
21 settembre davanti al pretore Silvia Giani, cui tocchera' ricostruire
la vicenda e stabilire la verita' processuale.
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Pagina 37
(21 giugno 1995) - Corriere della Sera
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Discariche a Desio costruttori condannati
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DESIO - Condannati gli
imprenditori, assolti i funzionari comunali al processo sulle due
discariche (catrame e calcinacci), realizzate abusivamente nel '93,
durante i lavori per l'ampliamento della Valassina. Il pretore ha
inflitto 3 mesi di arresto e tre milioni di ammenda con la condizionale
a Vito Rossi, della "Ines" di Bari. L'altro costruttore, Giuseppe
Monguzzi, dovra' pagare 1 milione e 750 mila lire di ammenda. Sono
invece stati scagionati "perche' il fatto non sussiste" il geometra
Rosario Perri, capo dell'ufficio tecnico del comune, e il suo
collaboratore, Franco Casadio.
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Pagina 51
(28 giugno 1997) - Corriere della Sera
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