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Galileo
Ferraris |
| | Livorno
Vercellese
(oggi Livorno Ferraris) 30.10. 1847
-Torino 7.2. 1897 | |
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| La
serie storica degli Atti Consiliari
1887
-1897. GALILEO FERRARIS AMMINISTRATORE COMUNALE
di
Torino e di Livorno Piemonte a
cura di Marco
Mezzalama, Rosanna Roccia, Pietro Uscello
Archivio
Storico della Città di Torino
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Nel
fiorire
delle iniziative editoriali che hanno per oggetto Torino, la collana
"Atti
consiliari Serie storica" ha la peculiarità di rappresentare
un
misto di cronachistico e storico che riflette la particolare natura
dell'istituzione
della cui storia tratta: il Consiglio Comunale. Questo quinto
volume della collana è dedicato alla figura di Galileo
Ferraris
della cui morte quest'anno si celebra il centenario.
Nato a
Livorno
in Piemonte, torinese d'adozione, attaccato a tutte e due le
città,
Galileo Ferraris "presta servizio" - e l'uso di questa espressione non
è rituale - per entrambe le comunità: dal 1887 al
1897
consigliere
comunale e poi assessore del Comune di Torino, dal 1895 al 1897
consigliere
comunale di Livorno. È un politico nell'accezione
più
ampia
del termine: una persona che raggiunti traguardi eccellenti nella sua
professione
intende sfruttare la sua esperienza per il bene comune, disponibile
anche
a ritirarsi dalla scena nel momento in cui si rende conto di non
riuscire
a sviluppare le sue idee in modo adeguato rispetto alle proprie
aspettative. Svolge la
sua attività di amministratore comunale in un decennio
alquanto
complesso per la storia di Torino, e la svolge con passione, come
testimonia
il suo elevato numero di presenze in Consiglio Comunale. Segue i Lavori
della Giunta, del Consiglio e di numerose commissioni; i qualificati
argomenti
su cui sente di poter spendere il proprio contributo sono l'energia,
l'illuminazione,
il trasporto, le fognature, i carboni Alcuni di questi terni
rappresenteranno
i primi segnali di una volontà di trasformazione profonda di
una
città che verso la fine del secolo, vive una complicata fase
di
transizione e quindi una crisi di identità.
Spodestata
dal ruolo di capitale, Torino è in cerca di una sua
vocazione,
vive
un momento oscuro, impoverita nelle risorse umane e finanziarie.
Ebbene,
Torino davanti all'assommarsi di tanti fattori negativi ha una duplice
possibilità: rintanarsi nel proprio guscio, gestendo in modo
dignitoso
un'inevitabile decadenza, oppure riconvertirsi, cercando nuove vie per
affermare le caratteristiche di vivacità intellettuale della
propria
comunità. Questa seconda strada viene imboccata con orgoglio
dalla
società civile e politica di quel decennio e l'opera
dì
Galileo
Ferraris ne è la materiale testimonianza: frutto naturale di
una
concezione dell'esistenza e dello studio che sente come necessarie le
ricadute
della scienza nella vita quotidiana, la quale sola può dare
loro
un significato profondo. Ma Galileo
Ferraris non esaurisce nello studio e nella vita amministrativa la sua
notevole carica interiore: la sua genialità non inaridisce
il
suo
spirito> avendo egli le caratteristiche - mi si passi il
paragone -
di
un intellettuale del Rinascimento: attento a tutto quanto è
proprio
dell'uomo, ama la poesia e la musica a tal punto che, a quanti
l'assistono
alla vigilia delta prematura morte, confida di rimpiangere di non poter
assistere alla prima rappresentazione del Tristano e Isotta di Wagner
suo
musicista preferito insieme a Beethoven - che Toscanini si apprestava a
dirigere al Teatro Regio Una persona
completa, un uomo che ha deciso di esplicare la propria
volontà
di servizio per una città che ama: "Venni a Torino fanciullo
per
studiare e ci rimasi per la forza irresistibile che mi avvinceva ad
essa.
L'amore è come il calore, come la luce, come tutte le grandi
energie
che si propagano e mi accorsi quindi che il mio amore copriva come una
rete tutta la città." E Torino
ha deciso di onorare Galileo Ferraris, dopo il monumento inaugurato nel
1903 in piazza Castello, e spostato nel 1924 a causa dello scandalo
provocato
dal nudo che rappresentava l'Elettricità, in un giardinetto
lungo
il corso che ora porta il suo nome, anche con questa pubblicazione, per
cui va un grazie particolare a Pietro Uscello, per la passione profusa
nell'analizzare la notevole quantità di materiale
riguardante la
figura di Galileo Ferraris, a Marco Mezzalama, per
l'attività di
coordinamento svolta, ed a Rosanna Roccia, "nume tutelare"
dell'Archivio
Storico della Città di Torino
Auspichiamo
in tal modo di aver dato un piccolo contributo per preservare il
ricordo
di un illustre nostro amministratore e di un grande scienziato
dell'ultimo
scorcio dell'Ottocento. Torino, settembre
1997 Mauro Marino Presidente
del Consiglio Comunale della Città di Torino
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| Ricordare
Galileo
Ferraris nell'anniversario della nascita e della morte per noi
Livornesi
non è solo un sentito e doveroso omaggio alla grandezza del
nostro
più illustre concittadino, al quale abbiamo sempre guardato
con
pro-fonda ammirazione mista a fierezza ed orgoglio Dalla rivisitazione
di un passato non poi troppo lontano, dalla rilettura di un ambiente
intellettuale
così vivace, quale fu appunto la Livorno della seconda
metà
dell'800, caratterizzato da un ampio dibattito culturale e da un forte
interesse per i problemi del tempo, traiamo l'incitamento a sostenere e
riproporre oggi e nel futuro iniziative che possano dare avvio a nuovi
e stimolanti percorsi culturali. Come
Sindaco
pongo tra gli obiettivi prioritari dell'Amministrazione livornese il
recupero
e la valorizzazione del patrimonio culturale e la realizzazione di
condizioni
atte a favorire lo sviluppo di un ambiente vivo, stimolante, ricco di
opportunità
di incontro, di ricerca, di dibattito, di confronto, tale da agevolare
la crescita intellettuale e sociale dì tutta la
Comunità. In
quest'ottica
si collocano le manifestazioni che il Comune di Livorno Ferraris ha
voluto
per ricordare il suo più grande cittadino.
Alla
commemorazione
ufficiale tenutasi presso la Sala Consiliare, il 7 febbraio, nel
centenario
della morte, sono succeduti molti incontri, dibattiti, seminari con la
partecipazione di eminenti figure del mondo accademico, che hanno
permesso
di ricordare e celebrare Galileo Ferraris, e nel contempo di
approfondire
la conoscenza del suo pensiero e della sua opera, di apprezzare la
grandezza
del suo valore di scienziato e di studioso., nonché di uomo
attento
e sensibile ai problemi del suo tempo, del suo mondo, della gente,
della
"sua" gente, anche, di Livorno, da cui era spesso lontano ma che
portava
sempre nel cuore. Le
celebrazioni
livornesi si concluderanno il 30 ottobre, anniversario delta nascita di
Galileo Ferraris, con l'inaugurazione di Palazzo Ferraris (un'ala del
quale
è costituita dalla casa natale dello scienziato) che
è
stato
ristrutturato in modo da ospitare, oltre alla storica Sala Consiliare,
in cui sedette lo stesso Ferraris nella sua qualità di
Consigliere
comunale, l'Archivio storico e la Biblioteca Civica ed ove
sarò
ricollocato il Museo Ferraris ampliato negli spazi; rinnovato nella
struttura
espositiva ed arricchito di nuovi e interessanti documenti.
La
casa natale
di Galileo Ferraris diventerà dunque, su iniziativa del
Comune,
un centro culturale che costituirà il fulcro e nello stesso
tempo
il volano di iniziative che potranno dare un più ampio
respiro
alla
vita sociale e culturale del nostro paese.
Dunque
un
progetto, questo, che non si conclude con la chiusura delle
celebrazioni
del '97, ma si traduce in un impegno a rafforzare ed a tenere vivo,
anche
in prospettiva futura, l'interesse verso la scienza e la cultura.
La
pubblicazione
di questo volume sul Ferraris, che trae origine da un'idea a lungo
dibattuta
lo scorso anno con l'amico Uscello, appassionato ricercatore e
conoscitore
dei nostri Archivi, si pone a degno coronamento delle cele-brazioni in
onore di Galileo Ferraris, offrendo nuovi ed importanti contributi alla
conoscenza del Nostro non solo come scienziato, ma anche come uomo,
come
cittadino, come amministratore pubblico.
Livorno
Ferraris,
settembre 1997 Maria
Antonietta
Airnone Sindaco
del Comune di Livorno Ferraris |
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