| | Nacque
a Livorno
Vercellese (Vercelli) il 30 ottobre
1847.
Nel 1869 Ferraris si laureò in Ingegneria Civile
presso
la Scuola di Applicazione per Ingegneri di Torino e
fu
nominato
subito assistente di Fisica Tecnica al Regio Museo
Industriale. Importante
fu
l'invenzione di Ferraris
del motore con
induzione a campo rotante (maggio-giugno 1885), un dispositivo
che
poteva essere usato sia come motore sia come contatore di energia
elettrica.
Con il nome Ferraris-Zahler, il contatore di Ferraris, fu
usato
particolarmente
nell'Europa centrale ed orientale.
Diretti
discendenti
di tale dispositivo furono i diffusissimi motori ad
induzione. La scoperta, di grande impatto nel mondo
industriale, fu
resa
pubblica nel 1888 con una sua nota negli "Atti" dell'Accademia delle
Scienze,
di cui era socio dal 1880. Nel
1877 prese
il posto di Giovanni
Codazza,
come professore incaricato di Fisica Tecnica al Regio Museo Industriale
di Torino ed in seguito come titolare senza concorso
per
"meritata
fama di singolare perizia" su indicazione
dell'onorevole Federico Spantigati, allora presidente del
Regio
Museo. Nel 1888 Ferraris avviò presso il
Regio Museo Industriale la Scuola con Laboratorio di
Elettrotecnica,
basata su cinque insegnamenti
specifici: Fondamenti
scientifici,
Produzione industriale
di energia elettrica,
Applicazioni,
Misura, Esercitazioni.
Ferraris può quindi essere considerato il fondatore della
Scuola
di Elettrotecnica
torinese, che
dopo di
lui fu guidata da Guido
Grassi,
Giancarlo Vallauri, Rinaldo
Sartori. Nel 1896
Ferraris
partecipò al Congresso di Ginevra, lanciando l'idea
dell'Associazione
Elettrotecnica Italiana (Aei), fondata
a
Milano il 27 dicembre dello stesso anno
e
di cui fu eletto presidente per acclamazione. Lo scienziato fu membro
dell'Accademia
delle Scienze, dell'Accademia dell'Agricoltura (1880),
dell'Accademia
Nazionale dei Lincei, socio corrispondente dell'Istituto Veneto
di
Scienze, Lettere e Arti
(1889).
Ferraris fu inoltre consigliere comunale e assessore del comune di
Torino
(dal 1887), consigliere comunale di
Livorno (dal 1895
al 1897), senatore del Regno d'Italia (dal 1896). Si
spense a Torino
il 7 febbraio 1897.
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