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Comune di Desio
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| La formazione della Pieve di Desio è ascrivibile alla metà del VII secolo (5) | | | Tomba romana primo sec d.C. (scoperta nel 1965 via grigna) | | | | | | |
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Convento di San Francesco (1250)
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Torre (1400-1450)
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Ospedale di san Giorgio
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strada comunale di San Giorgio di sotto
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Aree a rischio di scomparsa |
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Cascine San Giuseppe
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Carceri ( da ricostruire)
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Area Mercadera ( da ricostruire)
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comune di Desio
sec. XIII - 1757
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L’esistenza di un ordinamento comunale è testimoniata da un documento datato 15 febbraio 1260, trascritto negli “Atti del Comune di Milano”, in cui Desio è citato come comune ed è segnalata la presenza del console (Baroni 1987).
Negli
“Statuti delle acque e delle strade del contado di Milano fatti
nel 1346” Desio risulta incluso nella omonima pieve e viene
elencato tra le località cui spetta la manutenzione della
“strata da Niguarda” come “el borgo da Desio”
(Compartizione delle fagie 1346). Nei registri dell’estimo del
ducato di Milano del 1558 e nei successivi aggiornamenti del XVII
secolo Desio risulta ancora compreso nella medesima pieve (Estimo di
Carlo V, cart. 16 e 17). Capoluogo di una vasta pieve, Desio a
metà del XVIII secolo era uno dei borghi più densamente
popolati: nel corso dei secoli dell’età moderna esso era
infatti andato registrando notevoli aumenti demografici, passando dalle
398 anime numerate nel “Summarium descriptionis facte in locis
plebis Dexii” inviato al magistrato delle entrate ducali nel
1.530, alle 700 registrate intorno alla metà del Cinquecento in
un altro “Summarium” (Summarium) ed infine alle 2.011 anime
registrate nelle risposte ai 45 quesiti della
giunta
del censimento del 1751. L’assemblea dei capi famiglia, radunata
nei primi giorni di
ogni anno per le nomine delle diverse cariche municipalie per
l’approvazione del bilancio consuntivo e preventivo della
comunità, rappresentava l’organo decisionale del borgo:
“le
modalità di convocazione dell’assemblea erano quelle
comunemente prescritte nel diritto consuetudinario milanese: la
Universitas Communitatis et Hominum burgi Dexii veniva “convocata
et congregata in pubblica platea, sono campane premisso” ad
istanza del console e dei sindaci e su mandato ed imposizione del
pretore o del suo luogotenente, che ne presiedevano i lavori”
(Superti Furga 1979).
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All’assemblea
dei capi famiglia faceva riscontro un più ristretto organo
esecutivo composto da “sindaci reggenti” e da
“sopraeletti”, nominati annualmente dall’assemblea
stessa, in numero che, nel corso del XVI, secolo variò tra i 16
ed i 6 componenti. I sindaci “reggenti” erano impegnati
in
mansioni legate a problemi di ordinaria amministrazione, ai sindaci
“sopraeletti” erano invece demandate funzioni di controllo
e di intervento nelle questioni di maggiore rilievo.
Compiti di
polizia locale erano infine raccomandati al console di Desio, nominato
annualmente sempre dall’assemblea, secondo il comune criterio di
scelta che affidava l’incarico a colui che si impegnava a
svolgere tale servizio al minore costo. Dalle risposte ai 45 quesiti
della giunta del censimento del 1751 emerge che l’intero apparato
amministrativo del borgo era ancora costituito dall’assemblea dei
capi di casa e da un consiglio ristretto composto da tre sindaci,
“che sono capi di tre classi di persone, cioè un nobile
per i nobili, un mezzano per li mezzani ed un povero per li
poveri”. Ai tre sindaci - eletti il nobile da un particolare
consiglio di primi estimati “nobili” e gli altri due
“a voti segreti” da tutto il popolo radunato in
piazza - era raccomandata la gestione
degli interessi della comunità ma soprattutto “la vigilanza sopra la giustizia dei riparti pubblici”.
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A
completare l’organizzazione amministrativa della comunità
vi erano un cancelliere ed un esattore: al primo, residente per la
maggior parte dell’anno in Milano ma rappresentato in loco da un
suo intendente, erano raccomandate la compilazione e ripartizione delle
imposte annuali e la custodia delle scritture pubbliche, libri dei
riparti compresi; al secondo, nominato “a pubblico
incanto”, erano delegate le operazione di riscossione dei
tributi, le quali potevano essere compiute solo dopo essere state
approvate e firmate dai tre sindaci suddetti. Compiti di polizia
continuavano infine ad essere attribuiti al console, nominato sempre a
“pubblico incanto” (Risposte ai 45 quesiti, cart. 3063).
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A
metà del XVIII secolo il comune, infeudato dal 1476 (Casanova
1930), aveva il podestà feudale, residente in Milano, ma
rappresentato in loco da un luogotenente, a cui la comunità
corrispondeva un onorario a “titolo di podestaria”, ed era
anche sottoposto “per il Maggior Magistrato”
all’ufficio del capitano di giustizia di Milano, presso i quali
il console, in quanto tutore dell’ordine pubblico, era tenuto a
prestare ogni anno l’ordinario giuramento (Risposte ai 45
quesiti, cart. 3063). comune di Desio. 676 .................( 3)
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note: 1) Desio e la sua pieve Capellini pag. 58
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2) Desio e la sua pieve Capellini pag 60
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3) fonte http://www.lombardiabeniculturali.it/docs/istituzioni/Milano-s.pdf
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4) Desio e la sua pieve Capellini pag. 11
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5) Storia della Brianza vol. 1 AA,VV pag. 132 Renato
Mambretti Cattaneo Editore (tratto a sua volta da Vigotti G. La Diocesi di Milano alla fine del secolo XIII:
chiese cittadine e pievi forensi nel Liber
Sanctorum di Goffredo da Bussero,pag. 204 e 330)
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