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| | Michael
Faraday | |
| | | | | | Newington
Butts (Londra)
22.09.1791-Hampton Court- Londra
25.08.1867 | | |
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| Cenni biografici |
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| | Nacque
in un villaggio che ora è un quartiere di Londra,
il padre
era maniscalco. La famiglia era
troppo povera
per
mantenerlo agli studi e a tredici anni divenne garzone di una libreria.
A quattordici anni è apprendista nella stessa e vi rimane
per
sette
anni. Questa è la fonte culturale cui
poté
attingere
il giovane Michael. Grazie a
un biglietto omaggio ricevuto da un cliente della libreria Faraday
poté
assistere alle lezioni alla Royal Institution, lezioni tenute da Davy,
lezioni che rivelarono la propria vocazione. In breve entrò
a
far
parte del personale della Royal
Institution.
Nel 1813 Sir Davy e consorte
decisero di
fare un viaggio in continente e si
portarono
Faraday
in qualità di segretario, ma affidandogli
incarichi
più
umili. Il viaggio durò un anno e
mezzo
ebbe come tappe Francia, Italia, Svizzera, Belgio e Germania.
Fu
un'esperienza fondamentale per il giovane Faraday, infatti,
incontrò
molti scienziati famosi, come Volta, Argo, Ampère,
Gaj-Lassac e
alcuni riconobbero il valore del modesto
segretario. Sempre
in quest'occasione
divenne amico di Gustave della Rive e del figlio Auguste,
fisici
di una famiglia di Ginevra con loro intrattenne costante
corrispondenza
che lo tenne sempre aggiornato
sugli sviluppi
scientifici
europei poiché i Della Rive erano il baricentroeuropeo
della cultura
scientifica. Faraday era profondamente religioso e
apparteneva ad
una setta di carattere fondamentalista fondata da
tal
R. Sandeman, fu fedele a questa setta per tutta la vita divenendone
membro
anziano con funzioni di pastore, alla medesima setta appartenevano i
più
stretti amici e la moglie. Nel 1816 pubblicò il
suo primo
lavoretto nel quale prendeva in esame la natura della calce viva in
Toscana.
All'età di 33 anni (1824) fu eletto membro della Royal
Institution.
Nel 1825 per proposta
di
Davy,
gli fu conferito il titolo di direttore
del
laboratorio
alla Royal Institution. Poco dopo istituì una serie regolare
di
'Conversazioni del venerdì sera' che prosegue
ancor oggi.
Fino al 1830 lo studioso si occupò di chimica.
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| PAGINE
DELLA VITA DI MICHAEL FARADAY | |
| | Roberto
Renzetti (da
fisicamente/fisica.net) |
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| Michael Faraday, terzo di quattro figli, nacque
nel 1791 a Newington
Butts, un piccolo villaggio vicino Londra, da una famiglia di artigiani.
Suo padre, originario di Claphan nello Yorkshire
dove si era sposato
con una contadina di probabile origine irlandese, esercitava il
mestiere del fabbro e si era trasferito da poco a Londra in cerca di
lavoro. | | |
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| | | Dai
cinque ai tredici anni Faraday ebbe un minimo di istruzione in una
scuola primaria: sapeva leggere, scrivere e far di conto. Dati i
problemi economici familiari, terminata la scuola primaria, Faraday
iniziò a lavorare presso un libraio e giornalaio, il signor
George
Riebau, con il compito di consegnare i giornali casa per casa e con
quello di garzone. La libreria di Ribeau era frequentata da gente colta
e tra questa vi era, un esule parigino, il pittore e ritrattista
Masquerier. Faraday arrotondava il suo misero salario pulendo la stanza
in cui abitava Masquerier e lucidandogli le scarpe.
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|
| | Masquerier
iniziò a voler bene al ragazzo e presto gli
insegnò alcune
tecniche ritrattistiche e prospettiche (che molto presto avranno una
certa importanza nel futuro di Faraday). Durante questo periodo il
giovane Faraday apprese l'arte della rilegatura e iniziò ad
interessarsi molto ai libri che gli passavano sotto mano. La prima
volta che si interessò di un argomento scientifico fu quando
lesse la
definizione di 'elettricità' che veniva data
dall'Enciclopedia
Britannica. Un altro libro che lo interessò molto fu
"Lezioni di
chimica" di Marcet. | |
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Intanto la famiglia si era trasferita (1809) in una casa di Weymouth
Street, dalle parti di Portland Place. Fu a quell'epoca che i problemi
economici si aggravarono per una sopraggiunta invalidità del
padre. Sua
madre fu costretta a subaffittare camere per poter tirare avanti. Ma
per la fede che tutti in famiglia avevano abbracciato la
povertà non
sembrava essere un problema. La famiglia Faraday era di quella parte
eretica della chiesa presbiteriana che andava sotto il nome di
'sandemanista' (riti apostolici come quello della cena,
comunità dei
beni, direzione affidata agli anziani, rifiuto di fare proseliti,
matrimoni tra gli aderenti a questa chiesa, risparmio di denaro
considerato peccato, separazione tra Chiesa e Stato, concezione di Dio
come di un essere attivo operante sul mondo, con mezzi naturali sarebbe
stato possibile dimostrare la sua esistenza,...).
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|
| | Faraday
continuava a lavorare e a leggere. Il signor Riebau era anche
generoso con lui: gli permetteva di uscire dal lavoro alle otto di sera
(!) per andare ad ascoltare delle conferenze di filosofia naturale che
un tal signor Tatum teneva nella propria casa al n° 53 di
Dorset
Street, in Fleet Street, al prezzo di uno scellino, pagato regolarmente
dal fratello Robert che, facendo il fabbro, guadagnava un poco
più di
Michael. In una di queste conferenze Faraday conobbe un giovane
quacchero, Benjamin Abbott, che sarebbe diventato suo amico e con il
quale intrattenne una lunga corrispondenza dalla quale è
stato
possibile ricavare le svariate notizie sulla vita dello stesso Faraday.
Altra conoscenza importante fatta da Tatum fu quella di Richard
Phillips che in seguito diventerà editore degli "Annals of
Philosophy". | |
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| | | La
passione di Faraday per la filosofia naturale era nota a Riebau ed
ai suoi clienti. Uno di questi, il Sig. Dance membro della "Royal
Institution", procurò a Faraday l'invito per assistere
all'ultima serie
di conferenze di H. Davy, il famoso chimico. Faraday assistette a tutte
le conferenze e redasse un resoconto esteso, particolareggiato e
corredato di svariati bei disegni (qui gli tornò utile
l'arte appresa
da Masquerier). La sua passione crebbe al punto da fare un tentativo
per essere assunto alla Royal Institution. Scrisse al suo Presidente,
Sir Joseph Banks che, naturalmente, non rispose. Iniziò
allora con i
suoi poveri mezzi a fare dei semplici esperimenti di chimica i cui
risultati via via comunicava ad Abbott mediante lettera.
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|
| | Nel
settembre del 1812, Faraday lasciò il lavoro da Riebau per
impiegarsi come rilegatore a giornata presso un emigrato francese di
nome De la Roche. Ma la vita lì era molto dura. E poi
Faraday
continuava sempre a pensare di poter ottenere un qualche impiego in un
laboratorio scientifico. Intanto il Presidente della Royal Institution
era cambiato, al posto di Banks sedeva ora Davy. Questo fatto diede
nuovo coraggio a Faraday che scrisse, questa volta, a quel tal Sig.
Dance che gli aveva procurato l'invito per assistere alle conferenze di
Dayy postulando un qualche impiego presso la Institution. Come
referenza allegò il resoconto che aveva fatto delle lezioni
di Davy. La
combinazione volle che nel frattempo Davy si era danneggiato un occhio
mentre effettuava un esperimento con cloruro di azoto. Aveva quindi
urgente bisogno di un emanuense per la redazione degli esperimenti che
continuavano. Fu così che Faraday venne assunto
temporalmente da Davy.
Naturalmente approfittò per chiedere un posto presso la
Royal
Institution, qualcosa che gli permettesse di fare un lavoro di ricerca.
Ma Davy continuava a dissuaderlo, a dirgli che quello di rilegatore era
un posto sicuro, che la scienza non offriva nessuna certezza, ...
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| | Un
giorno Faraday stava già a letto quando venne svegliato da
un
messaggero di Davy: un suo assistente era stato licenziato, c'era un
posto vacante alla Royal Institution. La mattina seguente Faraday fu
assunto a 25 scellini la settimana oltre all'uso di due stanze nei
piani alti della Royal Institution. Era il 1812, Faraday aveva 21 anni.
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|
| | E'
di interesse notare che una delle prime cose che Faraday faceva nel
suo tempo libero era apprendere l'arte oratoria, il modo migliore di
parlare, gli atteggiamenti da assumere, le pause da fare, la pacatezza
dell'eloquio, la sicurezza nell'esposizione, le posizioni del corpo.
Tutto ciò gli sarebbe servito quando avesse pronunciato
qualche
conferenza. | |
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| Nel
1813 Davy era stato fatto "Sir" per meriti scientifici, si era
ritirato dalla Royal Institution e si era sposato. In quello stesso
anno Sir e Lady Davy decisero di fare un viaggio nel continente europeo
e nel vicino Oriente. Faraday fu scelto come accompagnatore con le
mansioni di assistente di laboratorio ed emanuense. Il viaggio
durò un
anno e mezzo e fu estremamente utile a Faraday per uscire dal
provincialismo. Ebbe modo di conoscere Ampère, Volta, Arago,
Gay-Lussac, i De la Rive. Girò per la Francia, la Svizzera,
la
Germania, il Belgio, l'Italia. Il viaggio doveva proseguire in Turchia
ma la quarantena lì vigente scoraggiò Davy.
Faraday imparò moltissime
cose ma , confidò al suo amico Abbott,era profondamente
arrabbiato con
Lady Davy che lo trattava come l'ultimo dei servi. Fu proprio il
desiderio di non rompere con Davy ohe lo trattenne a non seguire
l'istinto di risponder male e ritornarsene in Inghilterra.
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| | Nell'aprile
del 1815 Faraday riprese il suo posto come assistente di
laboratorio alla Royal Institution. Gli venne inoltre assegnato
l'incarico di conservatore della collezione di minerali e di capo del
magazzino di materiali. Lo stipendio era salito a 30 scellini la
settimana (era molto poco ma si deve pensare che la Institution viveva
in grandissime difficoltà economiche e spesso aveva
rischiato la
chiusura con il conseguente licenziamento dello stesso Faraday).
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| | Uno
dei primi lavori di importanza di Faraday fu l'aiuto che
fornì a
Davy nella realizzazione della lampada di sicurezza per minatori
(quella retina metallica che si poneva davanti alle fiamme libere per
ottenere luce e per evitare la fuoriuscita della stessa fiamma che
avrebbe fatto esplodere il micidiale grisou). Nel 1816
pronunciò la sua
prima conferenza presso la "City Philosophical Society" fondata da
Tatum e, nello stesso anno, scrisse il suo primo lavoro scientifico,
un'analisi di un campione di calce viva che Davy aveva ricevuto dalla
Toscana. Molti anni dopo, in occasione della ristampa di questo suo
primo lavoro, scrisse: | |
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| "Davy
mi dette l'incarico di eseguire questa analisi ... in un momento in cui
la mia paura era maggiore della mia fiducia in me stesso, ed entrambe
erano molto superiori alle mie conoscenze".
Occorre a questo punto osservare che, durante la sua collaborazione con
Davy, Faraday non si limitò solo ad apprendere svariate
tecniche
sperimentali ed innumerevoli conoscenze teoriche ma anche la filosofia,
gli intimi convincimenti del suo maestro. In particolare Davy era amico
di S.T. Coleridge lo scrittore e poeta. Quest'ultimo tra il 1798 ed il
1799 aveva realizzato un viaggio in Germania ed era ritornato da quel
paese infervorato dalle idee romantiche, soprattutto dalla filosofia
della natura di Schelling. Davy ebbe lunghe conversazioni con il suo
amico che, tra l'altro, avvenivano anche presso i laboratori della
Royal Institution, e si lasciò contagiare. A partire dai
primi
anni dell'800 anche la sua terminologia scientifica si
modificò:
spariscono tutti i cenni ai fluidi imponderabili e si inizia a parlare
di 'energie', 'potenze' e 'agenti'. Ma c'è di
più. Davy
lavorava in un contesto in cui si andavano affermando le teorie
atomiche di Dalton. Egli era insoddisfatto di quell'atomismo che, tra
l'altro, non gli spiegava il perché alcune sostanze
reagiscono
tra di loro ed altre no. Se le palline dure di Dalton sono soggette
alla sola forza gravitazionale, tutte le sostanze dovrebbero reagire
tra loro. Per altri versi però qualche cosa non quadrava in
Naturphilosophie: se alla base del mondo c'è il conflitto e
la
trasmutazione delle forze, come mai non si riscontra un conflitto ed
una trasmutazione delle sostanze? Ma Davy risolse questo problema
integrando Naturphilosophie con le teorie atomiche del gesuita G.R,
Boscovich (1711-1787) secondo il quale le ultime particelle di materia
devono essere costituite da punti (matematici), indivisibili, inestesi,
dotati di inerzia ma non di massa, disseminati nel vuoto immenso.
Intorno a questi punti vi è una sorta di atmosfera di forza,
più densa man mano che ci si avvicina al punto. 'Atomi' di
sostanze differenti hanno diverse atmosfere di forza (l'andamento delle
forze attrattive e repulsive in funzione della distanza tra punti
è mostrato nella figura riportata in fondo all'articolo).
Secondo Davy allora, il non adattarsi di certe curve di forza ad altre
non permette certe reazioni. Ed infine se solo si ammette che il
passaggio di una corrente deforma le curve di forza si possono ben
spiegare i fenomeni dell'elettrochimica.
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| Faraday
quindi come substrato culturale non aveva che questo, quello
della Naturphilosophie di Schelling. Le forze alla base del mondo;
forze disordinate ed ovunque presenti; forze in eterno conflitto; forze
che si convertono tra di loro le une nelle altre. Queste idee si
rafforzarono ulteriormente in Faraday quando ebbe modo di conoscere e
di diventare amico dello stesso Coleridge.
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| Arriviamo
così al 1820, ai ventinove anni di Faraday che lo videro
sposarsi con Sarah Bernard una giovane di ventuno anni del suo stesso
credo religioso. Intanto egli continuava con i suoi lavori di chimica:
nel 1818 aveva pubblicato alcune interessanti osservazioni sul
passaggio di gas attraverso dei tubi. Sempre nel 1818
iniziò, insieme
al medico Stodart, una serie di ricerche volte alla produzione di
acciai più resistenti ed inossidabili (i migliori acciai
dell'epoca
erano prodotti in India). Questi lavori, certamente promettenti,furono
abbandonati nel 1823, alla morte di Stodart. Nel 1820 scoprì
due
cloruri di carbonio e proprio su queste sostanze fece delle ricerche
con il già citato Phillips (c'è comunque da
osservare che, a parte
queste citate collaborazioni, Faraday amò sempre lavorare da
solo: il
suo non conoscere la matematica, la sua brillantissima e rapidissima
dialettica mani-cervello rendevano difficili le collaborazioni).
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| |
| | | E
siamo al 1821, data che segna una svolta nella vita scientifica del
nostro. | | |
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| Il
suo amico Richard Phillips, immediatamente dopo il clamore suscitato
dalla famosa esperienza di Oersted, gli chiese di fare per la rivista
che dirigeva, gli "Annals of Philosophy", una rassegna storica di tutti
gli esperimenti e teorie dell'elettromagnetismo che erano apparsi
subito dopo Oersted. Ma Faraday andò molto oltre il lavoro
che gli era
stato commissionato: egli dette inizio ad una serie di esperienze che
lo avrebbero poi accompagnato per tutta la vita rendendolo famoso, le
"Ricerche Sperimentali sull'Elettricità". In questa prima
serie di
ricerche c'è la scoperta delle 'rotazioni
elettromagnetiche', scoperta
che lo rese subito famoso in tutto il mondo scientifico ma che gli
creò
anche dei problemi con Wollaston e Davy. Il primo aveva intuito che un
filo che trasporta corrente, avrebbe dovuto, in presenza di un polo
magnetico, ruotare intorno al proprio asse. Con l'aiuto di Davy aveva
provato svariate esperienze ma tutte con esito negativo. Faraday pur
avendo presenziato a qualcuno di questi tentativi, si trovò
nella
sgradevole posizione di doversi giustificare affermando semplicemente
che non aveva proprio capito ciò che Wollaston e Davy
facessero. Questo
episodio ebbe uno strascico nel 1823 quando Faraday fu proposto come
socio della "Royal Society". Mentre Wollaston fu sostenitore della
candidatura Faraday, Davy si oppose energicamente ad essa.
Arrivò ad
argomentare che uno dei lavori,che venivano citati a merito di Faraday,
quello relativo alla liquefazione del cloro, era in realtà
un completo
plagio di quanto egli stesso aveva fatto. In ogni caso nel 1824 Faraday
fu eletto membro della Royal Society nell'urna fu trovato un solo voto
contrario. Da quel momento i rapporti con Davy non furono
più cordiali
come nel passato. | |
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| | | Nel
1825, nell'ambito delle sue ricerche di chimica che porterà
avanti
fino al 1831, scoprì il benzene. Nello stesso anno fu
nominato membro
della giunta della Royal Society che studiava i vetri ottici, studi che
si realizzavano presso i laboratori della "Royal Institution", sotto la
direzione dello stesso Faraday. Sempre nel 1825, su proposta di Davy
(che in qualche modo voleva riallacciare i rapporti), fu nominato
Direttore dei laboratori della Royal Institution sotto la supervisione
del professore di chimica Brande (fino ad allora, almeno formalmente,
Faraday era assistente di laboratorio sia di Davy che di Brande). Da
quel momento iniziò una importante opera di divulgazione di
quanto si
faceva in campo scientifico iniziando con l'inaugurare 'I discorsi
serali del venerdì', dando vita alla 'Serie di conferenze di
Natale,
dedicate ad un pubblico giovane' e continuando le conferenze mattutine
che, a suo tempo, erano state iniziate da Davy. Tutte queste conferenze
erano tenute, oltre che dallo stesso Faraday, dai più
prestigiosi
scienziati del tempo nelle più diverse discipline
scientifiche. | |
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| | |
| Altra
opera cui si dedicò fu quella di riordinare le finanze
dell'Institution; ma, per quanti sforzi si facessero, le cose non
migliorarono. Lo stesso compenso che Faraday riceveva per la
quantità,
di cose che faceva per la Institution, per anni, era rimasto lo stesso
(cento sterline l'anno, vitto, alloggio, riscaldamento ed
illuminazione). Ma a Faraday questo sembrava importare poco,tanto che,
nel 1827, rifiutò la cattedra di chimica presso
l'Università di Londra,
da poco fondata. E ciò per non distrarre le sue energie
dall'Institution cui si sentiva legato affettivamente da un debito di
riconoscenza. Certo che Faraday arrotondava il suo salario con
collaborazioni esterne, rimane comunque l'amara riflessione che fa J.C.
Growther: | | |
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| | | 'L'industria
manufatturiera d'Inghilterra era quattro volte più grande
di quella di tutti gli altri continenti messi insieme, eppure non si
poteva incontrare il modo di trovare qualche migliaio di sterline per
garantire l'esistenza del laboratorio di Faraday'.
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|
| | Abbiamo già accennato al fatto che
subito dopo il 1821 Faraday dedicò
gran parte del suo tempo a ricerche chimiche. Solo sporadicamente si
occupò di fenomeni elettrici. Ma non cessò mai di
pensare ad essi. Ne
fa fede un promemoria dello stesso Faraday del 1822 nel quale si
ripropone per il futuro di studiare alcune questioni:
'Trasformare il magnetismo in elettricità'
'Il respingersi delle palline di sambuco è o no dovuto al
cambio di elettricità come conseguenza dell'induzione ?'
'Stato dell'elettricità nell'interno ed alla
superficie dei
conduttori e nella superficie di buchi fatti in essi'
'Effetto
della luce nel passare attraverso foglioline d'oro o di zinco o metalli
più ossidabili, essendo questi ultimi poli di magneti o
essendo
sistemati su barre magnetizzate' 'Trasparenza dei metalli.
Passaggio di luce solare attraverso una fogliolina d'oro. Due foglie
[metalliche - n.d.r.] costituenti poli; luce che le attraversa da parte
a parte'. | |
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| | | Nel
1830 Faraday guadagnava per consulte esterne più di mille
sterline
l'anno. Non aveva però più tempo per le sue
ricerche. Nel 1831 ridusse
drasticamente le collaborazioni fino ad arrivare ad una
quantità di
denaro che gli fosse strettamente indispensabile (l55 sterline). Negli
anni successivi andò sempre più riducendo gli
introiti extra. Il
proposito di dedicarsi completamente alla ricerca fu premiato proprio
nel 1831 quando, secondo i propositi del 1822, riuscì a
trasformare il
magnetismo in elettricità, realizzando la scoperta per la
quale è oggi
più noto, l'induzione elettromagnetica. Già nel
1825 e nel 1828 aveva
tentato esperienze di questo tipo ma con esito negativo. Allo stesso
modo altri ricercatori. Ciò che Faraday capì
è tanto semplice quanto
importante. II moto dell'ago dell'esperienza di Oersted è
provocato da
una corrente ma "la corrente non è un fenomeno statico ma
dinamico". Un
magnete è invece un qualcosa di statico. Non basta quindi
porre un
magnete vicino ad un conduttore perché in quest'ultimo si
origini
corrente; occorre invece muovere il magnete nelle vicinanze del
conduttore ! Chissà quante volte Faraday aveva posto un
magnete dentro
un solenoide per vedere cosa accadeva ! Quante volte era rimasto deluso
dal non osservare ciò che si aspettava ! Bastava solo
soffermarsi un
attimo sulle fasi transitorie, sul momento in cui il magnete era
introdotto e su quello in cui era estratto. |
| | | |
| | | Alla
fine dell'articolo che fornisce il resoconto di questa esperienza
Faraday descrisse una prima dinamo rudimentale. Ma egli non
approfondì
questo studio poiché non era interessato ad aspetti
applicativi. Nel
corso del 1831, invece, realizzò una miriade di altre
esperienze di
induzione elettromagnetica. | |
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| | | Nel
1832 iniziò una nuova serie di importanti ricerche con il
fine di
mostrare l'identità dei diversi tipi di
elettricità. Egli riuscì a
dimostrare che l'elettricità voltaica è della
stessa natura di quella
fornita da una macchina elettrostatica e dall'induzione
elettromagnetica, o da qualunque altro fenomeno noto. Alla fine di
questo lavoro si trovano le prime leggi che Faraday trovò
per
l'elettrolisi. | |
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| | | Nel
1834, all'inizio del seguente lavoro, spiegò l'origine della
nuova
terminologia introdotta con l'aiuto di suoi amici e particolarmente di
Whewell. Era Faraday a sollecitare Whewell: gli serviva un termine che
sostituisse 'polo' (che ricordava troppo l'azione a distanza) ed ecco
che nasceva 'elettrodo' (che dà l'idea di un cammino per la
corrente).
Allo stesso modo furono coniati i termini elettrolito, elettrolisi,
catodo, anodo, catione, anione e ione. |
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| | |
| Nell'autunno
del 1834 Faraday riprese lo studio dell'induzione
elettrostatica e dei dielettrici. Nel 1835 studiò la scarica
nei gas,ed
iniziò una accurata ricerca sulla natura
dell'elettricità statica.
Quest'ultimo lavoro, pubblicato nel 1838, è estesissimo ed
occupa ben
143 pagine. | |
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| | |
| Intanto,
nel 1833, era stato nominato professore di chimica presso la
Royal Institution e ciò gli duplicava la rendita. Nel 1835,
l'allora
primo ministro, Lord Melbourne, tentò di assegnargli una
pensione di
300 sterline annue. Nell'offrirgliela usò parole che
offesero Faraday
che sdegnosamente rifiutò. |
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| | |
| La
stanchezza e l'esaurimento iniziavano a farsi strada. A partire dal
1834 sospese tutte le attività di perito del tribunale e non
accettò
più inviti a mangiare fuori di casa. Nel 1835
annullò altre consulte
esterne e rifiutò di occuparsi dei problemi della Giunta
della Royal
Society. Nel 1837 ridusse drasticamente le conferenze mattutine. Nel
1838 rifiutò di rivedere il testo per la ristampa di un suo
libro di
chimica e per almeno tre giorni alla settimana si rifiutò di
incontrare
alcuno. Nel 1839 smise di dare le lezioni di Brande. E' proprio questo
l'anno in cui Faraday si ammalò. Forse lo sforzo sopportato
per
terminare il suo ultimo lavoro insieme alla miriade di altre
attività
lo portarono ad un esaurimento completo. Nel 1840 smise di dare
conferenze per i giovani mentre nel 1841 sospese ogni
attività per la
Royal Institution. Se ne andò a riposare in campagna. Fece
un viaggio
in Svizzera dove giornalmente faceva passeggiate dai 50 ai 75
chilometri. | |
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| | | Solo
nel 1844 riprese a lavorare con una certa regolarità. Il
lungo
periodo di riposo lo aveva fatto riflettere molto e, proprio nel 1844,
Faraday azzardò un primo lavoro teorico. "Speculazione sulla
conduzione
elettrica e sulla natura della materia", che sollevò una
quantità
importante di critiche. Gran parte del paludato mondo scientifico
riconosceva certamente Faraday come eccellente sperimentatore. Per
alcune sue idee non molto ortodosse i fisici dicevano che era un
chimico mentre i chimici sostenevano che era un fisico. Ambedue erano
comunque pronti a non prenderlo sul serio quando egli si avventurava
sul terreno della speculazione soprattutto perché non
conosceva la
matematica. Faraday dette, almeno così sembra, poco peso
alla questione
e ritornò ad immergersi nel suo lavoro per trovare sostegno
sperimentale al complesso delle sue idee. |
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| | |
| | Nel
1845 iniziò una serie di ricerche nelle quali mise in
relazione
(come dai propositi del 1822) luce, elettricità e
magnetismo.
Utilizzando degli speciali vetri pesanti al piombo [cristalli,
n.d.r.],che egli stesso aveva realizzato nel 1825, disposti fra le
espansioni polari di un magnete, egli osservò che quando
della luce era
fatta passare attraverso questi vetri, la sua polarizzazione veniva
modificata. Un fenomeno analogo osservò disponendo al posto
del magnete
due placche metalliche caricate elettrostaticamente.
Ancora
nel 1845 scoprì e studiò i fenomeni del
paramagnetismo e del diamagnetismo.
Finalmente,
nel 1846, Faraday prese nuovo coraggio da tutto ciò che via
via andava scoprendo e osò una nuova, più
articolata e molto più spinta
speculazione teorica, "Pensieri sulla vibrazione dei raggi".
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| | |
| Questo
lavoro ebbe una curiosa premessa. Qualche mese prima della sua
pubblicazione, alla Royal Institution, si doveva tenere una conferenza
di Wheatstone ma questi, all'ultimo momento, non ebbe il coraggio di
affrontare il pubblico e se ne andò. Faraday dovette
arrangiare al
momento un qualcosa e la sua conferenza risultò breve. Per
occupare il
tempo restante Faraday iniziò a parlare delle sue idee sulla
materia,
la luce, la gravitazione, l'elettricità, il magnetismo. La
notizia si
diffuse e Faraday fu costretto a scrivere quanto aveva oralmente
sostenuto. La materia, alla Boscovich, è costituita, da
centri di forza
circondati da atmosfere di forza che estendono la loro azione fino a
distanza infinita, l'azione è a contatto e si serve per
propagarsi
delle linee di forza. La propagazione dell'azione avviene a contatto
con una velocità enorme (quella della luce) ma non infinita.
Le azioni
agiscono su linee curve. La materia in quanto tale ha più
forze
associate ad essa di modo che essa possiede le proprietà di
'solidità e
gravitazione'. L'universo è un tutto pieno in continua
azione ed alla
base di esso non vi è nessuna necessità di uno o
più eteri. E'
certamente straordinario ciò che Faraday sostiene (si sta
sulla strada
delle prime formulazioni relativistiche), soprattutto se lo si
confronta con il rigido atomismo e con le azioni rettilinee istantanee
ed a distanza. | |
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| | |
Così nel 1846 Faraday suggeriva la teoria elettromagnetica
della luce
(per riconoscimento successivo di Maxwell) e tentava di sbarazzarsi di
entità metafisiche come l'etere. Gli anni successivi gli
servirono per
aggiungere argomenti a queste idee. |
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Nel 1852 scrisse "Sul carattere fisico delle linee di forza", in cui
tolse il carattere ipotetico alle linee di forza, carattere che si era
cominciato a delineare fin dal lontano 1821, per assegnar loro una
realtà fisica. | |
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| | | Interessato
com'era ad ogni tipo di forza (o di energia,come si direbbe
oggi), nel 1853 si occupò di alcuni fenomeni di spiritismo.
I tavoli
che ruotavano quando su di essi veniva costruita la catena di mani. Se
però la superficie del tavolo veniva cosparsa di un qualche
lubrificante, il fenomeno non aveva più luogo. Faraday si
convinse
presto del fatto che la rotazione del tavolo era originata da una
azione muscolare forse anche involontaria delle mani che erano poggiate
sulla superficie del tavolo. Da questo momento egli rifiutò
di
occuparsi di qualsiasi fenomeno paranormale. |
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Altro lavoro di grande interesse che segue da vicino la scoperta
della conservazione dell'energia (vari contributi successivi, fino ad
arrivare al lavoro di Helmholtz del 1847, "Sulla conservazione della
Forza") è del 1857. Ha lo stesso titolo di quello di
Helmholtz ed è una
estensione delle sue concezioni alla gravitazione. Secondo il nostro,
in accordo con la conservazione dell'energia, è impossibile
pensare ad
una azione istantanea a distanza. Assegnato infatti un dato pianeta, se
noi disponessimo ad un certo istante di un secondo pianeta ad una data
distanza dal primo, i due dovrebbero iniziare ad attrarsi
istantaneamente, il che equivarrebbe alla creazione di energia. E'
invece la sola ammissione della preesistente esistenza di un campo di
forze che agisce a contatto che evita questo assurdo.
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Faraday era già avanti negli anni e nel 1857 gli fu offerta
la
Presidenza della Royal Society che egli rifiutò (tra
l'altro, non
aveva, mai condiviso il fatto che in questa società,
scientifica più
che in altre fosse possibile essere ammessi per il solo fatto di essere
nobili). Nel 1858 il principe consorte dispose che gli fosse assegnata
come alloggio una bella residenza nei pressi di Hampton Court. Nel 1860
diede l'ultima conferenza per i giovani e nel 1861 rinunciò
alla sua
cattedra presso la Royal Institution. Ancora nel 1862 tentava
sofisticati esperimenti per cercare di evidenziare la rifrazione di un
raggio di luce per mezzo di un campo magnetico. I suoi strumenti non
potevano riuscire nell'impresa nella quale riuscì Zeeman nel
1897.
Si spense nel 1867, all'età di 79 anni.
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Faraday | |
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