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Le ferite
ecologiche
di DESIO |
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LE FERITE HOME |
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I
Discarica abusiva di via molinara Desio
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DOCUMENTI E
RASSEGNA STAMPA sulla discarica Molinara a Desio
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2019
Interrogazione al Ministro dell'ambiente |
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29
ottobre 2019
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del Sen. Gianmarco
Corbetta (M 5 S)
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Desio, Molinara: dopo 11 anni nessuna
bonifica. Interrogazione al Ministro dell’ambiente
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Era
il 2008 quando, nell’ambito dell’operazione
“Star Wars”, la polizia
provinciale scoprì la “cava della
‘ndrangheta” di via Molinara a Desio.
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Con
le sue centottantamila tonnellate di rifiuti illegali, anche
pericolosi, la discarica fece molto scalpore: non solo una bomba
ecologica ma anche il segno inequivocabile della capacità
della
‘ndrangheta di agire indisturbata nel territorio brianzolo.
Tra
le cause principali, secondo quanto era emerso dalle inchieste
giudiziarie, la scarsità dei controlli da parte delle
autorità e una diffusa omertà.
Oggi,
dopo undici
anni, una fitta vegetazione ha ricoperto la cava ma le centottantamila
tonnellate di rifiuti illegali sono ancora lì, dove la
‘ndrangheta le aveva scaricate.
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In
undici anni il Comune non ha prodotto nessun risultato concreto. Non
ha fatto nemmeno quei controlli minimi che erano stati subito proposti
dall’ingegner Farina (consulente per la bonifica) proprio per
tenere
sotto controllo la situazione, verificare nel tempo lo stato della
falda acquifera e poter intervenire d’urgenza in caso di
necessità.
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Nel
2014, da consigliere regionale della Lombardia, avevo portato la
commissione regionale antimafia in visita alla cava per sensibilizzare
i consiglieri regionali e cercare di sbloccare una situazione che era
immobile già da troppi anni.
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In seguito ci sono state alcune interlocuzioni tra
il Sindaco di Desio e Regione Lombardia per avviare, con fondi
regionali, la caratterizzazione ambientale. La caratterizzazione
è un insieme di attività previste dalla legge che
servono a ricostruire i fenomeni di contaminazione
all’interno di un sito inquinato al fine di prendere
decisioni realizzabili e sostenibili per la messa in sicurezza o la
bonifica. Ma, tra beghe e rimpalli, il Comune (centrosinistra) e la
Regione (centrodestra) non hanno prodotto nulla.
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È
inaccettabile che la discarica di via Molinara, emblema
dello sfregio delle mafie all’ambiente e alla
legalità in Brianza, dopo 11 anni sia ancora in attesa che
le istituzioni intervengano e producano un risultato concreto!
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Per
questo ho recentemente presentato un’interrogazione
al Ministro dell’ambiente Sergio Costa con la
quale chiedo il suo intervento perché finalmente si facciano
i controlli della falda acquifera, la caratterizzazione del sito e poi
la bonifica.
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Confido
che il suo grande impegno per l’ambiente e la
legalità possa sbloccare la situazione e portare un
importante risultato anche a Desio!
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Testo dell'INTERROGAZIONE
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Atto
n. 4-02255
Pubblicato
il 9 ottobre 2019, nella seduta n. 153
CORBETTA
- Al Ministro dell'ambiente e della
tutela del territorio e del mare. -
Premesso
che:
la
cava di via Molinara nel comune di Desio (Monza e Brianza) occupa una
superficie di 14.000 metri quadrati ed è classificata come
area
contaminata a causa dello smaltimento incontrollato di rifiuti di varia
origine e qualità; conosciuta come "cava della 'ndrangheta"
e
scoperhttp://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/18/Sindisp/0/1124296/index.htmlta
nel 2008 nell'ambito dell'operazione "Star Wars" della Polizia
provinciale di Monza e Brianza, era utilizzata dai fratelli Fortunato e
Giovanni Stellitano, affiliati alla cosca Iamonte, come discarica
abusiva nella quale venivano conferiti anche rifiuti pericolosi, quali
residui plastici derivanti da lavorazioni industriali contenenti
idrocarburi e terre contaminate da piombo e cromo. Le indagini
geologiche avevano stimato un'asportazione abusiva di circa 100.000
metri cubi di ghiaia e smaltimenti abusivi per oltre 180.000 tonnellate
di rifiuti;
secondo
quanto riportato nella relazione del 12 dicembre 2012 della Commissione
parlamentare d'inchiesta sugli illeciti connessi al ciclo dei rifiuti,
il quadro delineato dalle investigazioni era quello di una vera e
propria "Gomorra" in Brianza. Nel corso delle indagini nate per reati
ambientali vennero accertati altri pesanti reati: lo spaccio di
cocaina, la detenzione illecita e il ricorso all'uso di armi per
regolamenti di conti e intimidazioni e il ricorso a incendi dolosi per
dissuadere aziende e persone dallo sporgere denunce. Inoltre emergeva
in modo evidente come "lo scarso controllo del territorio da parte
degli enti e delle autorità preposte, accompagnato da una
diffusa omertà" avessero consentito all'organizzazione
criminosa
"non solo di operare indisturbata per molto tempo sul territorio, con
un non comune dispiegamento di uomini e di mezzi, ma anche di
realizzare opere che erano chiaramente visibili da chiunque,
già
molto tempo prima dell'inizio delle indagini da parte
dell'autorità giudiziaria". Si spiegava così
l'enorme
danno causato all'ambiente, posto che la spesa stimata all'epoca per il
ripristino dei luoghi, con l'eliminazione del rischio che la
contaminazione giungesse alla falda, superava la somma di 2,8 milioni
di euro, pur se la prima falda si trovava a 30 metri di
profondità e quella potabile a 90 metri;
in
occasione dell'audizione dell'8 febbraio 2011 presso la citata
Commissione parlamentare d'inchiesta, l'ingegner Giuseppe Farina,
responsabile della perizia sulla bonifica del Comune di Desio, aveva
suggerito al Comune, "in attesa che qualcuno decida chi deve effettuare
la bonifica, di piazzare alcuni piezometri per valutare la
qualità dell'acqua e per tenerla costantemente sotto
controllo
e, se del caso, di intervenire d'urgenza" per evitare di "compromettere
tutti i punti che attingono l'acqua a sud di Desio, partendo da Lissone
e dall'ultimo pozzo di Desio"; il suggerimento è stato
ignorato
dalle amministrazioni comunali che si sono succedute e di fatto i
piezometri per controllare l'acqua della falda superficiale non sono
stati installati;
con
una comunicazione indirizzata al presidente e all'assessore per
l'ambiente della Regione Lombardia, il 13 maggio 2014 il sindaco di
Desio dichiarava l'impossibilità di sostenere il costo della
caratterizzazione del sito, stimato in circa 136.000 euro, e chiedeva
pertanto alla Regione di anticipare l'eventuale erogazione a copertura
delle spese di bonifica al fine di trasferire al Comune le somme
necessarie per la caratterizzazione;
il
29 luglio 2014 il Consiglio regionale approvava l'ordine del giorno n.
344 collegato al progetto di legge n. 179 (assestamento del bilancio)
che invitava la Giunta regionale, "compatibilmente con le esigenze di
bilancio e comunque nell'ambito delle risorse di settore, a porre in
essere tutti gli strumenti più idonei affinché
siano
stanziate le risorse finanziarie necessarie a sostenere i costi per la
caratterizzazione della cava di Via Molinara nel comune di Desio";
nel
corso dell'incontro tecnico del 22 gennaio 2016 presso gli uffici
regionali per la valutazione delle azioni necessarie per la bonifica o
messa in sicurezza dell'ex cava, la Regione segnalava che la legge
regionale n. 26 del 2003 prevedeva di finanziare i progetti di
intervento predisposti dai Comuni, secondo criteri e limiti definiti, e
pertanto chiedeva al Comune: a) di predisporre il piano di
caratterizzazione dei rifiuti ubicati nella discarica, b) di adottare
l'ordinanza sindacale per l'adozione delle misure di prevenzione e
precauzione, così come previsto dall'art. 17-bis della legge
regionale, c) di prevedere nel piano di caratterizzazione l'esecuzione
di indagini ambientali preliminari al di sotto del corpo rifiuti, per
la verifica della qualità delle matrici ambientali naturali;
il
1° aprile 2016 il sindaco di Desio trasmetteva alla Direzione
generale ambiente energia e sviluppo sostenibile la proposta di piano
di caratterizzazione dei rifiuti e chiedeva quali ulteriori azioni
dovesse effettuare il Comune per sostenere il finanziamento pubblico
regionale delle indagini di caratterizzazione; con tale comunicazione
terminava l'interlocuzione tra i due enti sul tema della discarica di
via Molinara. In seguito il sindaco dichiarava di non voler emanare
l'ordinanza per l'adozione delle misure di prevenzione e precauzione,
così come previsto dall'art. 17-bis citato, in quanto
riteneva
che non ci fossero le condizioni per tale provvedimento;
a
fine 2017 il sindaco di Desio dichiarava che, nell'ambito dei 48
milioni di euro del bilancio comunale, il Comune avrebbe investito
150.000 euro per l'esecuzione della caratterizzazione della discarica;
i
fondi per i lavori di caratterizzazione sono stati stanziati
dall'amministrazione comunale di Desio nel bilancio di previsione per
l'anno 2019;
dopo
oltre 10 anni dalla scoperta della discarica
nell'ambito dell'indagine "Star Wars", nessun tipo di controllo
è stato effettuato per verificare il rischio di
contaminazione
della falda superficiale, i piezometri di monitoraggio non risultano
ancora installati, la caratterizzazione del sito non è
ancora
iniziata e, considerata la mancanza di risorse comunali e
l'impossibilità per il Comune di rivalersi sui responsabili
dell'inquinamento, non è dato sapere quali fondi saranno
utilizzati per la bonifica del sito, il cui costo, secondo le ultime
stime dei tecnici, potrebbe arrivare a 5 milioni di euro,
si
chiede di sapere se il Ministro in indirizzo intenda intraprendere
iniziative di propria competenza affinché vengano realizzate
con
urgenza le attività di monitoraggio della falda
superficiale, la
caratterizzazione del sito e la successiva bonifica della discarica
abusiva di via Molinara a Desio.
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vedi
link Senato |
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2017
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12
giugno
2017 |
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Desio, la cava della
’ndrangheta in via Molinara: scoperta nel 2008, ecco
com’è oggi - VIDEO
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di
Paola Farina il cittadino MB
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Per
arrivare alla cava di via Molinara di Desio bisogna percorrere uno
stretto sentiero tra rovi e arbusti. Ecco com’è
oggi il
liogo dove, nel 2008, è stata scoperta la cava piena di
rifiuti
illeciti, gestita dalla ’ndrangheta.
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Per
arrivare alla cava di via Molinara di Desio bisogna percorrere uno
stretto sentiero tra rovi e arbusti. Dove, nel 2008, è stata
scoperta la cava piena di rifiuti illeciti, gestita dalla
’ndrangheta, oggi c’è praticamente una
selva. La via
sterrata che porta all’area, a poca distanza dalla Valassina,
è chiusa da una catena. Si può accedere solo a
piedi.
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Nel 2008, come
scoperto dalla polizia provinciale, ci passavano camion
stracarichi di materiale, anche inquinante, da interrare illecitamente
nella cava. L’interramento avveniva soprattutto di notte.
Nessuno, per
mesi, aveva notato lo strano via vai. La stradina sterrata era
percorribile con i mezzi e portava ad una vasta area, dove le ruspe
hanno scavato in profondità, fino a 10 metri, e hanno
sotterrato
rifiuti tossici e nocivi provenienti mezzo nord Italia,
rifiuti tossici
e nocivi.
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Oggi la strada
diventa sempre più stretta. Si riduce a un sentiero da
percorrere a piedi, facendo lo slalom tra perenni pozzanghere, fango,
arbusti e rovi. Della vasta e piatta area dove un tempo erano stati
seppelliti rifiuti, non c’è più nulla.
Al suo posto, ci sono
montagnette che sorgono qua e là. Montagne di terra o di
altro? A
tratti, la terra scompare, lascia il posto ad un materiale
più duro e
compatto. Cemento, probabilmente. E sotto chissà cosa si
nasconde.
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A tratti, spuntano
pneumatici e rifiuti,
a testimoniare quello che potrebbe esserci sotterrato. Le parziali
indagini geologiche effettuate anni fa hanno consentito di definire
un’area di circa 30 mila metri quadrati, dove sono stati
fatti
scavi e sbancamenti. Sono stati asportati 100 mila metri cubi di
ghiaia. Al suo posto, sono stati portate almeno 180 mila tonnellate di
rifiuti. |
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«Il
quadro che esce dalle investigazioni – scriveva nel 2013 la
commissione parlamentare d’inchiesta sul traffico illecito di
rifiuti - è quello di una vera e propria Gomorra in
Brianza» |
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I parlamentari
invitavano ad intervenire con urgenza perchè i rifiuti
ancora interrati potrebbero provocare gravi danni ambientali . Il
terreno, sequestrato, era di Massimiliano Cannarozzo, che si
è
dichiarato nullatenente, non disposto a pagare la costosa bonifica. |
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I responsabili del
disastro ambientale sono stati arrestati
nell’operazione “Star Wars” della Polizia
Provinciale, nel settembre
2008. In carcere sono finite 8 persone, tra cui Fortunato Stillitano,
con precedenti per associazione a delinquere di stampo mafioso. Tra i
160 mila metri cubi di rifiuti interrati, secondo i periti, ci sono
anche rifiuti pericolosi, come residui plastici contenenti idrocarburi,
cromo e piombo. Qualcosa oggi spunta dal terreno, tra la vegetazione
selvaggia.
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L’indagine
della polizia locale che si è conclusa nel settembre 2008 ha
fatto luce far luce su un traffico illecito di rifiuti nella cava di
via Molinara, ma anche reati legati allo spaccio di stupefacenti,
detenzione illegale di armi, intimidazioni e minacce, furti e
ricettazione L’indagine era da una semplice segnalazione di
una
guardia ecologica volontaria.
La bonifica, secondo i
periti,
costerebbe sui 5 milioni di euro. Soldi che i responsabili dello
scempio e l’allora proprietario del terreno dicono di non
avere.
Il costo della bonifica toccherebbe quindi al Comune, che ha chiesto un
finanziamento alla Regione. Per fare in modo che la richiesta sia
inserita nell’elenco delle bonifiche del Pirellone, occorre
fare
i carotaggi, ossia analisi più approfondite del terreno. Il
costo si aggira sui 150 mila euro. |
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Nel
2014 il consiglio regionale aveva impegnato la Giunta della Regione a
finanziare l’intervento. Ma ad oggi non
c’è nessuno
stanziamento. Intanto il tempo passa e secondo gli esperti bisogna fare
presto perchè gli inquinanti potrebbero finire nella falda
acquifera. Su via Molinara sono state fatte interpellanze parlamentare,
ci sono stati sopralluoghi di commissioni, relazioni, perizie.
Interventi che però non hanno portato a nulla di concreto. |
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2017
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04
giugno 2017 |
Desio, la Regione:
«Cava ’ndrangheta,ci vuole un’ordinanza
del Comune»
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Da il
cittadino MB
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Domenica
04 giugno 2017
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La
cava di via Molinara, la discarica della ’ndrangheta, deve
essere
bonificata ma finora non sono arrivati neanche i soldi per le analisi.
Soldi promessi dalla Regione. Il Pirellone ora dice che ci vuole una
ordinanza del Comune che certifichi la situazione
d’emergenza. Il
sindaco Corti: «Su che basi?»
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I
finanziamenti regionali per le analisi del terreno della cava di via
Molinara non sono ancora arrivati. La Regione si era impegnata a
stanziarli 3 anni fa. Ora l’assessore regionale
all’ambiente Claudia
Terzi, da noi interpellata, sostiene che i soldi potrebbero arrivare
attraverso un altro canale, quello dell’urgenza, se il
sindaco emana
un’ordinanza di rischio sanitario. Ma il primo cittadino
ribatte:
«Sulla base di cosa dovrei emanare questa ordinanza?
Avrebbero dovuto
farla, se mai,gli amministratori quando è stata scoperta la
cava, più
di 8 anni fa. Adesso noi aspettiamo i soldi che la Regione ha promesso,
senza dover ricorrere alle ordinanze
d’emergenza».
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E’
l’ultimo capitolo della lunga storia della cava della
’ndrangheta,
scoperta nel 2008 e mai bonificata. Sotto si nascondono rifiuti anche
pericolosi. La bonifica costa 5 milioni di euro. Prima , occorre
ì fare
le analisi di caratterizzazione, per esaminare la natura dei rifiuti.
Il costo è di circa 150 mila euro.
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«Abbiamo
ricevuto le segnalazioni del sindaco di Desio – sottolinea
l’assessore
regionale all’ambiente Claudia Terzi - . Al primo cittadino
è stato
spiegato come la Regione possa finanziare due tipi di interventi:
quelli previsti dalla programmazione, pubblicati nel Piano Regionale
Bonifiche, la cui graduatoria si aggiorna ogni 3 anni. Oppure
c’è la
possibilità di finanziare interventi di messa in sicurezza
di emergenza
o azioni di prevenzione alla diffusione dell’inquinamento in
presenza
di un rischio sanitario. Questa opzione si configurava adeguata per
supportare la volontà del comune di Desio di procedere con
la
caratterizzazione del sito. Per seguire questa possibilità
il sindaco
deve emanare un provvedimento che indichi la sussistenza dei requisiti
di urgenza, e attraverso un’ordinanza comunale, affermare che
esiste un
rischio sanitario. La Regione potrebbe così finanziare un
intervento di
emergenza e urgenza. Questi passaggi non ci risultano ancora svolti,
così come non abbiamo ricevuto dal comune richiesta di
finanziamento
dell’intervento».
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«Il
consiglio regionale aveva approvato l’impegno per il
finanziamento nel
2014 - ribatte il sindaco - Prendo atto che il consiglio afferma una
cosa e l’assessore un’altra». Se mai si
dovessero fare le analisi, ci
sarà poi da progettare l’intervento vero e
proprio. Invece della
bonifica, Società Pedemontana propone il
“capping” , una copertura
delle zone inquinate con membrane impermeabili.
«Ora– dice l’assessore
Terzi - non possiamo esprimerci sul fatto che il capping sia o meno la
soluzione migliore, dobbiamo prima capire cosa contiene la
cava».
Paola
Farina
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2017
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20
maggio 2017 |
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2017
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13
maggio 2017 |
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2015
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24
marzo 2015 |
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(mi-lorenteggio.com)
Roma, 24 marzo 2015 -
“Vogliamo capire quanto la discarica abusiva di via Molinara
a
Desio stia inquinando il nostro territorio e l’acqua della
falda,
visto che fra le preoccupazioni che la riguardano
c’è
anche il fatto che il percolato dei rifiuti pericolosi, con ogni
probabilità, sia già arrivato alla prima falda
acquifera
posta a 30 metri dal livello del terreno e anche a quella potabile
posta più in profondità”.
Così
il
deputato M5S Davide Tripiedi, esprime i suoi timori circa la discarica
dove sono stati illegalmente sotterrati rifiuti tra i quali gomme di
auto e camion, demolizioni di manufatti, rifiuti pericolosi
corrispondenti a residui plastici derivanti da lavorazioni industriali
contenenti idrocarburi e terre contaminate da piombo e cromo, per un
totale di 178 mila metri cubi. La storia della “cava della
‘ndrangheta” è risaputa.
Nell’ambito
dell’operazione “Star Wars” coordinata
dalla squadra
della Polizia provinciale di Milano contro la criminalità
organizzata al nord e portata a termine nel 2008, è emerso
che a
Desio, nei primi mesi dello stesso anno, alcuni soggetti malavitosi
titolari di una ditta che si occupava di demolizioni, hanno sversato
per anni ogni genere di rifiuti dopo aver sottratto la terra della
cava, poi riutilizzata a scopo edilizio, per decine di metri di
profondità. “Da che l’area fu posta
sotto sequestro,
sono passati sette anni, ma ancora tutto è fermo”
-
continua il deputato Tripiedi - “Con
un’interrogazione a
mia prima firma rivolta al Presidente del Consiglio e al Ministro
dell’Ambiente, ho chiesto loro di poter far svolgere accurate
ispezioni coordinate dal N.O.E. dei Carabinieri al fine di poter
stabilire quali siano, ad oggi, i livelli di inquinamento del sito e
quale sia il livello di contaminazione delle falde acquifere
sottostanti. Una volta appurato questo, che si valuti
l’opportunità di inserire l’area nei
Siti di
Interesse Nazionale”.
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2014
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Desio,
Cava della n’drangheta: primi passi verso la bonifica
31
luglio 2014 MB NEWS |
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Il Consiglio
regionale ha approvato all’unanimità un ordine del
giorno,
proposto dal Consigliere Regionale del Movimento 5 Stelle, Gianmarco
Corbetta che porterà alla realizzazione delle
attività di
caratterizzazione della Cava Molinara di Desio. Nel sito, tristemente
noto come cava della ‘Ndrangheta, si stima siano stipati
circa 180 mila
tonnellate di rifiuti abusivi e in parte pericolosi.
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L’ordine
del giorno invita la Regione Lombardia a farsi carico dei costi
(stimati attorno ai 150 mila euro) di caratterizzazione del sito, e
cioè della ricognizione del tipo di rifiuti nella cava che
è l’attività propedeutica alla
bonifica.
L’ordine del giorno fa seguito alla visita della Commissione
Regionale Antimafia a Desio di qualche settimana fa durante la quale
tutti i commissari avevano preso l’impegno ad intervenire.
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“Sono
molto soddisfatto del risultato raggiunto. Le attività che
chiediamo alla regione sono propedeutiche alla bonifica. Nessuno
infatti sa che tipo di rifiuti la ‘ndrangheta ha sversato nel
sito
trasformandolo in una discarica abusiva. ha dichiarato
– Gianmarco
Corbetta, consigliere del Movimento 5 Stelle – La Cava
Molinara è nota
a livello nazionale come la Gomorra del Nord e fino ad oggi le
istituzioni non se ne sono occupate. L’impegno della Regione,
sottoscritto da tutti i partiti presenti in Consiglio Regionale,
è ora
nero su bianco. Vigileremo perché finalmente un passo
obbligato verso
la bonifica sia concretamente effettuato”.
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2014
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Desio - Il primo passo verso la bonifica
della «cava della ’Ndrangheta»
di
Laura Ballabio da il Giorno 31 luglio 2014
IL
CONSIGLIO REGIONALE della Lombardia ha approvato
all’unanimità un
ordine del giorno, proposto dal Consigliere Regionale del Movimento 5
Stelle, Gianmarco Corbetta, che porterà alla realizzazione
delle
attività di caratterizzazione della Cava Molinara di Desio.
Nel sito,
tristemente noto come cava della ‘Ndrangheta, si stima siano
stipati
circa 180 mila tonnellate di rifiuti abusivi e in parte pericolosi.
L’ordine del giorno invita la Regione Lombardia a farsi
carico dei
costi (stimati attorno ai 150 mila euro) di caratterizzazione del sito,
e cioè della ricognizione del tipo di rifiuti nella cava che
è
l’attività propedeutica alla bonifica.
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L’ordine
del giorno fa seguito alla visita della Commissione Regionale
Antimafia a Desio di qualche settimana fa durante la quale tutti i
commissari avevano preso l’impegno ad intervenire.
«Sono molto
soddisfatto del risultato raggiunto. Le attività che
chiediamo alla
regione sono propedeutiche alla bonifica. Nessuno infatti sa che tipo
di rifiuti la ‘Ndrangheta ha sversato nel sito trasformandolo
in una
discarica abusiva – ha spiegato il promotore
dell’ordine del giorno
Gianmarco Corbetta, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle - La
Cava Molinara è nota a livello nazionale come la Gomorra del
Nord e
fino ad oggi le istituzioni non se ne sono occupate.
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L’impegno
della Regione, sottoscritto da tutti i partiti presenti in
Consiglio Regionale, è ora nero su bianco. Vigileremo
perché finalmente
un passo obbligato verso la bonifica sia concretamente
effettuato».
Bisogna tornare al 2008, per ripercorre gli ultimi anni di quella che
è
stata l’inchiesta «Star Wars», portata
avanti dall’allora Polizia
provinciale di Milano. Per oltre 10 mesi gli agenti si sono appostati e
hanno osservato e documentato gli scarichi abusivi nell’area
a ridosso
della Strada Statale 36, in mezzo ad una distesa di sabbia di oltre 30
mila metri quadrati. Nel 2012 arrivano le prime stime per la bonifica.
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«Era una
proposta bipartisan che è stata elaborata durante
l’incontro
regionale della commissione antimafia organizzato qui a Desio
– ha
spiegato il sindaco Roberto Corti– Siamo molto contenti
perché è un
passo in avanti. Dal punto di vista operativo è stato
approvato un
ordine del giorno ora aspettiamo di capire quando potrà
prendere il via
la caratterizzazione e il conseguente piano di bonifica». Per
i
carotaggi e tutte le operazioni che identifichino il grado di
inquinamento servono 140 mila euro più iva, una spesa totale
che supera
i 170 mila euro. Nel bilancio 2014 del comune di Desio è
stata
stanziata una somma per la caratterizzazione.
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2014
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28
luglio 2014 |
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2013
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13
giugno 2013 |
Video
"Pedemontana, non distruggere questo bosco unico", l'appello di un
imprenditore di Desio (disattivato da you tube)
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2013
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4 febbraio 2013 |
Video
Desio, "Cava della 'ndrangheta": parola all'esperto Francesco Nicolodi
(disattivato da you tube)
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2013
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1
febbraio 2013 |
(filmato)
La Gomorra della Brianza è a Desio Da
il Cittadino MB 01 febb 2013
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6
marzo 2012 |
Desio, cava di via
Molinara 138mila euro per il carotaggio
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2012
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2012
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30 gennaio
2012 |
Desio, cava della
'ndrangheta: c'è il sospetto di rifiuti pericolosi
(il cittadino mb)
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2010
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25
ott 2010 |
IL
CITTADINO MB ON LINE 25 OTT 2010
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Desio, cava della
'ndrangheta Bonifica da 2,8 milioni di euro
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2010
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7 luglio 2010 |
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INTERROGAZIONE
PARLAMENTARE sette luglio 2010
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Interrogazione
a risposta scritta 4-07944 presentata
da
On. PAOLO GRIMOLDI (lega nord )
mercoledì 7 luglio 2010, seduta n.349
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GRIMOLDI.
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Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare.
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Per sapere - premesso che:
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nel settembre del 2008 nel territorio della
città di Desio (MB), presso
la cava di via Molinara, è stato rinvenuto un traffico
illecito di
rifiuti, controllato dalla 'ndrangheta, che ha portato all'arresto di 8
persone;
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la
polizia provinciale, che aveva avviato le indagini, aveva
altresì
iniziato delle attività di analisi dei rifiuti, che si sono
però
arenate per mancanza di fondi;
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il comune di Desio ha recentemente incaricato un
esperto per valutare i
danni subiti dall'amministrazione comunale in seguito alla scoperta del
traffico illecito; da un primo esame sembra che serviranno almeno due
milioni di euro per
bonificare la cava di via Molinara, ma si parla anche di tre milioni;
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la bonifica dell'area è assolutamente
necessaria ed urgente perché,
oltre ai rifiuti generici e al materiale inerte (tra cui carcasse di
automobili), nella cava sarebbero sepolti rifiuti pericolosi, quali cromo,
eternit, piombo e metalli, tutte sostanze cancerogene;
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sotto esame vi sono almeno 110 mila metri cubi di
scavo abusivo, per
una profondità di circa 6 metri; in alcuni punti
però ci sono buche che
raggiungono gli 11 metri;per capire quanto sia grande il danno per la
salute dei cittadini,
occorre analizzare anche la falda acquifera, installando dei
«piezometri» a monte e a valle, e prelevare dei
campioni di terreno
estratti ad una profondità che va oltre i 12 metri;
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al
momento non è stato ancora deciso chi dovrà
pagare le
costose analisi e soprattutto le operazioni di bonifica
-: se intenda acquisire elementi in relazione alla
bonifica
citata in
premessa in modo da tutelare la sicurezza dell'ambiente e della salute
delle persone.
(4-07944)
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2010
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5
luglio 2010 |
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2010
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29
giugno 2010 |
Video
29 giugno 2010 Maria
Fiorito consigliere
Prov. MB intervento sulla discarica di via Molinara a Desio
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2010
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26 maggio
2010 |
La
Brianza trema per l’inchiesta sulla ’ndrangheta
(sito infonodo non piu' esistente)
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" NELLA
STESSA ORDINANZA viene fuori anche il nome di Rosario Perri, un
geometra calabrese a lungo in servizio all’ufficio tecnico
del
Comune di Desio e ora assessore della Provincia di Monza.
«Con
ordinanza del 25 marzo 2008 del Comune di Desio - scrive il gip -
settore governo del territorio e ambiente, a firma Giuseppe Santoro,
responsabile del procedimento e Rosario Perri, direttore del settore
territorio, si ordina al figlio di Cannarozzo di bonificare il terreno.
A riscontro dell’effettiva sussistenza dei rapporti vantati
da
Fortunato Stellitano con amministratori pubblici, va segnalata l’incredibile
tempestività dell’ordinanza, propedeutica al
dissequestro dell’area stessa, emessa il giorno
dopo Pasquetta»." (estratto)
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2010
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22
maggio 2010 |
VIDEO
maggio 2010 BREVE DOCUMENTARIO DELLA DISCARICA
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VIDEO BLOCCATO ARBITRARIAMENTE
DAL SITO AMERICANO YOU TUBE |
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la
redazione sta cercando un'alternativa a questa società
che
agisce politicamente e non è asettica (capisci a
me) |
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2010
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14 maggio 2010 |
Video Gomorra
a Milano (La 7 14 maggio 2010) (disattivato da La 7)
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2010
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18 aprile 2010 |
Video shock della
discarica di via Molinara di Desio NON BONIFICATA
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2010
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12
aprile 2010 |
Cava
'ndrangheta è cancerogena Desio: 2 milioni per la bonifica
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2010
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12 aprile 2010 |
Lissone,
arrestato l’uomo di collegamento nel Milanese delle cosche
del Reggino
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Lissone, arrestato
l’uomo di collegamento nel Milanese delle cosche del Reggino
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April
12, 2010 by juble da Il Giorno articolo di DARIO CRIPPA
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Arresto il
pregiudicato Fortunato Stellitano Il traffico di droga passava da
Lissone
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LISSONE —
«ALLORA domani pomeriggio ci facciamo una
passeggiata...». Servono «un paio di lattoni di
pittura». Voglio «una macchina».
«La ragazza» non è arrivata puntuale
all’appuntamento. E via così, nel linguaggio
criptico di una consorteria dedita allo spaccio di sostanze
stupefacenti su larga scala.
Un meccanismo ben oliato, che riforniva di droga - cocaina soprattutto
- i canali brianzoli e milanesi.
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Il centro di approvvigionamento era nella
provincia di Reggio Calabria, fra Platì e Melito Porto
Salvo. Ma le diramazioni, le enclavi, puntavano talvolta molto
più a Nord. E avevano come canale privilegiato proprio la
Brianza, a Lissone. Qui aveva la sua abitazione (e un’impresa
edile intestata al fratello) Fortunato Stellitano,
«Nato» per gli amici. Qui alle volte avvenivano gli
incontri d’affari illeciti, le cessioni.
All’ospedale di Desio, dove era stato ricoverato per un breve
periodo nel 2005, aveva chiesto avvenisse un abboccamento
particolarmente urgente. E qui, nella sua casa al confine fra Lissone e
Vedano, sono andati a «prelevarlo» e arrestarlo
l’altro giorni gli uomini della Squadra mobile di Milano con
i colleghi di Reggio Calabria su mandato del giudice per le indagini
preliminari di Reggio Calabria, Adriana Trapani. Fortunato Stellitano,
secondo l’inchiesta «Eremo» della
Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, era infatti
responsabile della «cellula operativa milanese».
Originario di Melito Porto Salvo ma residente in via Pacinotti 84/A a
Lissone, 44 anni, si occupava di rifornire il mercato milanese per
conto di quella che è stata definita
«un’associazione strutturata gerarchicamente,
dotata di un ottimo livello di organizzazione, articolata in potenti
consorterie di narcotrafficanti, spesso consorziate tra loro, con
collegamenti con alcune delle principali cosche del Reggino».
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L’operazione della Dda di Reggio Calabria ha portato
all’esecuzione di 63 ordinanze di custodia cautelare (sulle
70 richieste) per reati che vanno dall’associazione per
delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, vendita,
detenzione, trasporto e cessione illecita di cocaina, eroina, hascisc,
marijuana. E nell’inchiesta, che ha visto indagate
complessivamente 165 persone, spicca ancora una volta, secondo
l’accusa, la presenza in controluce della
’ndrangheta: nomi sospetti, dal boss Carmelo Iamonte,
ritenuto a capo dell’omonima cosca di Melito Porto Salvo
(solo indagato) a quelli dei principali arrestati. Fortunato Stellitano
non era volto nuovo, visto che era finito in cella
nell’agosto di due anni fa nel corso di un’altra
celebre operazione, condotta allora dalla Polizia provinciale di Milano
e denominata Star Wars, che aveva consentito di scoprire fra Desio,
Seregno e Briosco alcune discariche abusive di rifiuti pericolosi
gestite dalla ’ndrangheta.
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STAVOLTA
però si parla, per l’appunto, di droga. Fortunato
Stellitano, assieme a Luigi Virgara, viene accusato di aver gestito
l’acquisto di importanti partite di cocaina destinata al
mercato milanese e a quello di Torino. A provarlo ci sarebbe la messe
di intercettazioni, telefoniche e ambientali, prodotta dagli
inquirenti, e che documenterebbe trattative, acquisto e cessione della
droga. E in un altro gruppo di indagati, che secondo l’accusa
costituiva un’altra cellula autonoma
dell’organizzazione, «gestendo in proprio un
“giro” di spaccio al minuto»,
c’era un altro «brianzolo»: Emanuele
Errante, 27 anni, residente a Concorezzo.
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Dalle
discariche abusive agli stupefacenti ai clan: è nella nostra
provincia la Locride del Nord?
— MONZA —
«NEI TERRITORI della Provincia di Monza e Brianza ci sono
infatti comuni molto interessati dal fenomeno della
’ndrangheta, fra cui spicca in modo eclatante quello di
Desio, su cui c’è un’allerta superiore a
quella della media brianzola e nazionale».
Lo diceva un paio di settimane fa l’onorevole
Paolo Grimoldi
(Lega Nord). E gli arresti dell’altro giorno (operazione
Eremo) partiti da Reggio Calabria per arrivare fino a Lissone
starebbero lì a confermare questi sospetti.
Fortunato Stellitano era volto già noto per il
traffico di
rifiuti nel Desiano; nel filone dell’operazione
«Eremo» è finito come indagato anche il
boss Carmelo Iamonte da Melito Porto Salvo; l’ultima
relazione della Commissione parlamentare antimafia e diverse
informative dei carabinieri indicano proprio negli Iamonte (e nei
Moscato) il presunto clan egemone operativo a Desio e dintorni...
Coincidenze? Forse sì, forse no. Intanto la Brianza si
conferma, come cartina di tornasole di un problema che esiste da
tempo,il referente privilegiato di in un importante traffico di droga
che aveva come cardine un personaggio molto particolare: Antonio
Giuffrè, detto «il Barbiere», appena 36
anni (la ’ndrangheta sa rinnovarsi), nativo di Melito Porto
Salvo.
Era lui il leader indiscusso di un impero del narcotraffico che, di
passaggio in passaggio, e di nome in nome, arrivava dalla Locride fino
al cuore del Milanese. Era qui che Tony Giuffrè, che era
tutt’altro che uno sprovveduto, puntava (stiamo parlando del
2005) a far arrivare buona parte della «roba» di
cui poteva disporre: perché solo al Nord si potevano fare
certi affari, solo qui c’era un mercato in espansione. E per
farlo Tony Giuffrè si affidava a personaggi fidati, senza
disegnare però incontri, sia in Calabria che in Lombardia,
fra gli interlocutori del nuovo impero della droga che voleva
impiantare.
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I
rifiuti della Gomorra brianzola: rispunta l’inchiesta
«Star Wars»
— DESIO —
QUANDO hanno dediso di andare ad arrestare Fortunato Stellitano, gli
uomini della Squadra mobile di Milano sono andati prima a prendere
informazioni da chi meglio di tutti poteva conoscerlo. E soprattutto
poteva avere contezza dell’esatta ubicazione e natura (una
villetta a schiera alla periferia fra Lissone e Vedano al Lambro) della
sua abitazione: gli agenti della Polizia provinciale di Milano, che
nell’agosto di due anni fa erano andati ad arrestarlo.
Fortunato Stellitano era infatti una delle otto persone
finite in
manette due anni fa al culmine dell’operazione Star Wars, che
aveva scoperchiato - sono parole del generale Nazzareno Giovannelli,
comandante della Polizia provinciale di Milano - «una pentola
in ebollizione: la ’ndrangheta». «Star
Wars» aveva consentito di scoprire qualcosa che sino a prima
era parso inimmaginabile, almeno nel nostro territorio, uno scenario
degno del libro-film Gomorra: camion che viaggiavano tutta la notte per
scaricare rifiuti, manovali tenuti in piedi a dosi di cocaina,
«monnezza» trasformata in denaro sonante. E
soprattutto terra rubata per fabbricare il calcestruzzo e le buche
riempite nottetempo con migliaia di metri cubi di rifiuti prodotti e
smaltiti illecitamente da aziende del Nord Italia.
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LE
CIFRE erano spaventose: 65mila metri quadri di terreno sequestrati fra
Desio, Seregno e Briosco, 178mila metri cubi di rifuti (talvolta
pericolosi) seppelliti in buche profonde fino a 9 metri e larghe 50:
materiale edilizio, ma anche residui plastici derivati da lavorazioni
industriali contenenti idrocarburi, terre contaminate da piombo e cromo
derivanti dalla demolizione di siti industriali, di attività
galvaniche e conciarie. Un lavoro «colossale», che
vedeva impiegati 12 Tir, 4 escavatori e 3 rimorchi, tutti sequestrati,
per un valore complessivo di due milioni e mezzo di euro.
«I criminali - spiegava la Polizia provinciale di Milano nel
Report 2009 - effettuavano scavi paragonabili per dimensioni a quelli
per la costruzione della metropolitana milanese, a volte comprando o
affittando i terreni, altre volte e più curiosamente
sottraendo terra». Gli agenti provinciali ne sapevano
qualcosa, visto che per arrivare a capo dell’inchiesta si
erano dovuti sobbarcare un superlavoro durato una decina di mesi e che
aveva fatto ricorso ai sistemi più sofisticati: 9mila ore di
servizi di osservazione, pedinamento e controllo, videofotocamere per
la ripresa nella completa oscurità, dodici utenze
telefoniche intercettate, più di 45mila chiamate ascoltate,
sistemi di radiolocalizzazione satellitare, 20 accertamenti chimici
urgenti per la caratterizzazione dei
rifiuti con l’impiego di un laboratorio tecnico attrezzato.
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L’organizzazione, sospettata dagli inquirenti di essere
vicina alla locale brianzola del clan Iamonte e accusata di reati che
vanno dal furto alla ricettazione (i mezzi utilizzati erano spesso
rubati), dall’incendio doloso al possesso illegale di armi
fino allo spaccio, non è ancora uscita completamente dal
processo. Un anno fa circa, però, dall’inchiesta
erano usciti quattro personaggi che avevano chiesto e ottenuto di
accedere al rito abbreviato o avevano patteggiato la pena. Fra di loro
Ivan Tenca, condannato con rito abbreviato a dieci anni di reclusione e
30mila euro di multa; e poi Fortunato Stellitano, il fratello Giovanni
e Giulio Bralla, che avevano invece patteggiato rispettivamente 4 anni,
3 anni e 6 mesi e un anno e 6 mesi di reclusione.
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2010
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22 marzo 2010 |
22 MARZO 2010 FACCIA
A FACCIA Discarica via
Molinara a Desio
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22 MARZO 2010 FACCIA
A FACCIA Discarica via
Molinara a Desio mp4
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2010
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29 gennaio 2010 |
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da Il Cittadino di MB on line |
di Egidio Farina 29 01 2010 |
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Pedemontana
delle discariche Desio: ben due sul tracciato |
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Desio
- Il definitivo passo verso l’approvazione del progetto e la
realizzazione della Pedemontana si è compiuto il 19 gennaio.
E’ la registrazione della Corte dei Conti delle prescrizioni
e
delle raccomandazioni avanzate dal Cipe lo scorso novembre. Ora
potranno iniziare i lavori, che interesseranno anche la nostra
città. E’ ancora presto per prevedere quando i
cantieri si
apriranno e quando le ruspe cominceranno gli scavi. Ma intanto si
mettono a fuoco le prescrizioni del Cipe.
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Tra
queste, al punto 153 si parla di aree contaminate, ambiti di cava,
terre e rocce da scavo. Il Comitato impone a Pedemontana di aggiornare
le tabelle dei siti contaminati che si trovano sul percorso. Di aree
contaminate la nostra città è ricca, la rendono
famosa in
tutta Italia. La più contaminata, per quanto se ne sa,
è
quella di via Molinara, tuttora sotto sequestro, dove la
’ndrangheta ha scelto di sotterrare i rifiuti tossici
trattati da
qualcuno dei suoi clan.
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La
bonifica non è ancora per niente partita, quindi
è ben
lontano il momento in cui si saprà cosa
c’è
esattamente sotterrato lì sotto, a che livello è
arrivato
l’inquinamento del suolo, se la falda acquifera è
stata
intaccata, chi, quando e come provvederà allo sgombero.
L’area è certamente interessata al passaggio di
Pedemontana. La direzione della Spa ha addirittura scelto quella zona
per la costruzione del suo centro direzionale. Staremo a vedere come
concilieranno i tempi degli uni e degli altri.
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Ancora
al punto 153 si aggiunge che alcuni siti contaminati sono
già
stati conclusi (dice proprio così: conclusi). Ne cita due,
come
esempio: la piattaforma ecologica di Cesano rno e Interpiume di
Desio. Interpiume ha la sede in via Filippo da Desio, poca distanza
dall’area di via Molinara. Cosa c’era ad
Interpiume? Da
cosa è stata ripulita? Cosa si è concluso? Lo
abbiamo
chiesto a Pedemontana, ma la risposta non è ancora giunta.
A
Pedemontana abbiamo chiesto pure se nella nuova mappa appare
già
l’altra discarica abusiva, quella di San Carlo, la cui storia
è venuta alla luce la scorsa settimana, dopo la delibera di
Giunta di costituirsi parte civile nella causa intentata ai proprietari
del terreno incriminato, che si trova molto vicino al tracciato
dell’autostrada, nei pressi del vecchio quagliodromo.
Lì
è prevista la stazione di servizio, la cui superficie il
Cipe
impone di ridurre del 30 percento rispetto al progetto iniziale. Il
lavoro di aggiornamento delle tabelle da parte di Pedemontana
porterà alla luce nuove discariche in Desio?
Egidio Farina
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2010
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29
maggio 2009 |
Desio, parco eolico sulla
discarica della ’ndrangheta
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da
Il Giorno
articolo di ALESSANDRO CRISAFULLI
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DESIO —
DA
DISCARICA DELLA ’NDRANGHETA, cimitero di rifiuti inquinanti
di
ogni tipo, a parco eolico, fruibile dai cittadini, vivo simbolo di
lotta alla malavita organizzata. Da problema attuale a risorsa futura.
E’ questa la trasformazione che il Comune di Desio vuole
attuare
nell’area di via Molinara, epicentro del traffico illegale di
rifiuti in Brianza. Un piano ambizioso, ma con spunti concreti,
destinato a far nascere sul territorio il primo collettore solare
capace non solo di fornire istantaneamente energia elettrica e acqua
calda agli edifici pubblici e privati della città, come
può fare un impianto fotovoltaico, ma anche di accumularla
per
altri scopi. Il progetto già c’è,
è quello
con il quale il Comune ha partecipato, e vinto nella categoria Energia
e Ambiente, il Bando per Expo 2015 della Provincia di Milano: si chiama
Helios 2015, ha come capofila il Consorzio Energia Teodolinda e conta
10 partner. Mira a realizzare il primo prototipo al mondo di una nuova
tecnologia di collettore solare, che permetterebbe di fornire energia
elettrica ad un certo numero di edifici con la possibilità
anche
di accumularla.
Con l’obiettivo di conseguire un costo
unitario di produzione molto ridotto rispetto alle attuali
“best
practice” fotovoltaiche. «Il Comune non
tirerà fuori
un soldo - spiega l’assessore - perchè i 500 mila
euro
necessari saranno sostenuti dai privati. Sarà un impianto di
100
metri per 10, tutto il resto sarà a parco pubblico: abbiamo
già l’accordo di massima con il Consorzio per
realizzarlo
in via Molinara, anziché in via Agnesi, dove era
inizialmente
previsto».
MA PRIMA CI SONO da
risolvere problemi non
indifferenti per l’area sotto sequestro. «Abbiamo
deciso di
costituirci parte civile, per avere il risarcimento danni, anche contro
il proprietario dell’area - annuncia La Spada -. Chiederemo a
lui
la bonifica, altrimenti, e questo è il nostro obiettivo,
diventeremo noi proprietari dell’area e metteremo il vincolo
di
uso a parco. Entro fine anno dovrebbe essere dissequestrata. Contiamo
che per il 2012 il collettore possa funzionare».
Con i primi 50.000 euro sarà avviata la bonifica
I
PRIMI 50 MILA EURO, che la magistratura ha stabilito come risarcimento
danni nella prima fase del processo contro i colpevoli della discarica
della ndrangheta, sono stati vincolati: «Serviranno proprio
per
il recupero ambientale della zona – spiega La Spada
– fanno
parte di una variazione di bilancio che stiamo per
approvare».
Resta ancora da capire chi dovrà sostenere i costi per
bonificare completamente l’area a ridosso della Valassina.
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2009
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31
maggio 2009 |
31
maggio 2009 Via Molinara, quei misteri della "Gomorra"
brianzola (Esagono 31 maggio 2009
)
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2009
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29
maggio 2009 |
Desio, parco eolico
sulla discarica della ’ndrangheta
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2009
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30 aprile 2009 |
Desio:
discarica 'ndrangheta, bonifica a carico del Comune?
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2008
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11 dicembre 2008 |
11 dicembre 2008 La
'Ndrangheta scava il nord
Tra
la Brianza e il varesotto le cosche aprono cantieri e sotterrano
rifiuti di Mario Portanuova
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2008
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28 novembre 2008 |
Discarica
abusiva di via Molinara : Facciamo chiarezza
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2008
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15
ottobre 2008 |
PD DESIO: DIFENDIAMO IL NOSTRO TERRITORIO
(Rifiuti
tossici in Brianza)
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2008
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29 settembre 2008 |
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2008
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29 settembre 2008 |
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2008
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19 settembre 2008 |
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2008
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18
settembre 2008 |
"STAR WARS":
sgominato ingente traffico illecito di rifiuti
sul territorio milanese (video disattivato dalla Polizia
Provinciale Milanese)
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2008
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28
novembre 2008 |
Discarica
abusiva di via Molinara : Facciamo chiarezza |
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Discarica
abusiva di via Molinara : Facciamo chiarezza
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dal
periodico Città Desio 28 11 2008
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Si
è molto parlato e scritto nelle ultime settimane della
discarica
abusiva scoperta in via Molinara. Per fare chiarezza sulla vicenda,
abbiamo voluto utilizzare il testo di una mail alla quale il sindaco ha
risposto recentemente. Inoltre abbiamo anche sintetizzato a parte le
tappe salienti di quanto accaduto.
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Le
tappe della vicenda 27 gennaio 2004:
la
Polizia Locale segnala nell’area di via Molinara la presenza
di
opere edili in assenza di titolo o in difformità.
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Ottobre 2005:
il Servizio Ambiente ed Ecologia emette ordinanza di ripristino
ambientale alla proprietà.
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Novembre
2005:
la
Polizia Locale comunica allo stesso settore tecnico la mancata
osservanza all’ordinanza ed effettua comunicazione di notizia
di reato (abbandono e deposito incontrollato di rifiuti sul suolo) alla
Procura della Repubblica presso il Tribunale di Monza a carico del
legale rappresentante della società proprietaria.
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Novembre
2007:
l’Arpa,
agenzia di Monza, comunica che, a seguito del piano
d’indagine
preliminare presentato dalla proprietà per l’area
in
questione e alla luce di un sopralluogo effettuato, emerge che
l’area è
da considerarsi potenzialmente contaminata e pertanto dovrà
essere
interessata da un piano di caratterizzazione.
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Gennaio
e febbraio 2008:
sopralluoghi
della Polizia Locale e dell’Arpa, che accertano la presenza
di
terra e mista ricavata da scavi di cui non si conosce la provenienza.
Identifica inoltre la presenza di persone che, a bordo di mezzi
d’opera, effettuano lo spianamento di cumuli di terra
già
presenti sull’area. Viene effettuata l’ennesima
comunicazione di notizia di reato alla Procura della Repubblica.
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21 marzo 2008:
sequestro
preventivo,disposto dal Sostituto Procuratore di Monza.
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7 ottobre 2008:
la giunta comunale delibera di costituirsi parte civile nel
procedimento penale.
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2008
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19 sett
2008 |
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Spari
e roghi contro chi non voleva cedere i terreni Le
discariche della 'ndrangheta: otto arresti
Rifiuti
tossici, indagati 20 imprenditori. I siti sequestrati a Desio, Seregno
e Briosco. Cocaina a camionisti e operai
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Il
ristorante, chiuso per ferie, a Mariano Comense gliel'avevano
aperto apposta per lui, era ferragosto e Fortunato Stellittano doveva
festeggiarlo con la famiglia. Stavano al dolce quando gli agenti fecero
irruzione. «Non vorrete rovinarmi la festa? Sediamoci
— invitò, in testa un berretto da baseball
— beviamo il limoncello, finiamo il pranzo».
Finì che Stellittano, 43enne, uno dei tanti figli della
forte 'ndrangheta che vive e mangia in Brianza, senza tante menate fu
portato via. Oltre a lui, ne ammanettarono sette. Compreso uno che, a
blitz scattato, nelle intercettazioni telefoniche bestemmiò
presagendo l'imminente cattura: «Ma mica me l'avevi detto che
con i traffici di rifiuti ti mettevano di galera».
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Traffici
di rifiuti. Piombo, cromo, idrocarburi. Veleni che aziende
lombarde, specie bergamasche (una ventina i titolari indagati),
anziché affidare a società per smaltirli secondo
le norme, giravano a Stellittano. Il quale, a prezzi sottomercato,
provvedeva. E sotterrava in campi di Briosco, Desio e Seregno. I veleni
andavano interrati in prati con la compiacenza dei proprietari,
convinti con le buone o le cattive. Le discariche abusive, se messe una
al fianco dell'altra erano grandi come 10 campi di calcio e ospitavano
in totale 178mila metri cubi di rifiuti.
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Eccoli, i numeri della «Star
Wars», l'operazione della polizia provinciale che,
comandata dal generale Nazzareno Giovannelli, con quest'azione compie
un salto di qualità, alla faccia dei detrattori che
l'associano alla guardia di parchi e torrenti, e basta. E invece,
invece il giro scoperchiato è grosso. Le accuse del pm
Giordano Baggio dicono anche: armi, incendio doloso, furto,
ricettazione, droga.
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Armi e roghi per far
paura a ritrosi proprietari di terreni o abitanti pronti a
dare l'allarme; il furto e la ricettazione riguardavano camion ed
escavatrici che dopo l'uso erano rivenduti in Romania; quanto alla
droga, la cocaina «era data a camionisti e operai»
che tiravano per tirare l'alba. Per non addormentarsi, o pretendere una
pausa-riposo. Del resto, certi fine-settimana (l'attività
avveniva tra venerdì e domenica), nello stesso posto gli
agenti hanno contato cento camion, che scaricavano a ritmo vorticoso
tonnellate di veleni, sotto l'occhio di sentinelle sulle montagnette
dei rifiuti.
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Cento camion che attraversavano Briosco, Desio e
Seregno. Un frastuono e un traffico che possibile non
s'accorgesse nessuno? E possibile che nei Comuni, gli uffici tecnici
fossero all'oscuro di quanto accadesse sui propri prati? E i sindaci
Giampiero Mariani (Desio) e Giacinto Mariani (Seregno), di
centrodestra, e Andrea Folco (Briosco, centrosinistra)? E i vigili?
Ispezionavano? L'inchiesta, corposa, è ancora embrionale.
Magari si servirà del rafforzamento d'organico della polizia
provinciale annunciato dall'assessore alla Sicurezza Alberto Grancini.
Che ha sottolineato il peso, nel Milanese, della 'ndrangheta:
«Non si limita a comandare il mercato della droga, ma cerca
ovunque solide basi». Si ricicla. Investe. Ha aziende.
Stellittano è uomo da carcere per 416 bis, l'associazione a
delinquere di stampo mafioso. A luglio, gli agenti presero suo fratello
Giovanni, fratello pure negli affari sporchi dei veleni. Per quaranta
giorni e quaranta notti, si diede alla latitanza: tornò per
ferragosto, Fortunato, e alla festa alla quale per niente al mondo
avrebbe mancato, gli han fatto la festa.
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Andrea
Galli 19 settembre 2008 Corriere
della Sera |
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2008
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luglio
2008 |
DAI
PRELIEVI SONO STATI RITROVATI RIFIUTI PERICOLOSI IN PARTICOLARE
PLASTICHE CONTENENTI IDROCARBURI E TERRE CONTAMINATE DA PIOMBO E CROMO
(Polizia Provinciale di Milano) vedi
documento
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2008
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luglio
2008 |
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5
luglio 2010 |
Desio, bonifica vicina per la
cava ’ndrangheta |
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da
Il Giorno
articolo
di ALESSANDRO CRISAFULLI 5 luglio 2010
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Potrebbero bastare dai 6
ai 12
mesi, spesa prevista 2,5 milioni di euro
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DESIO —
POTREBBERO
anche non essere «biblici», come temono in
tanti, i tempi per la bonifica della famigerata cava della
‘ndrangheta
di via Molinara, scoperta nel 2008 dalla Polizia provinciale con
l’operazione «Star wars» (nella foto un
sopralluogo): 6/12 mesi,
secondo il consulente incaricato dal Comune di fare le analisi del
terreno per quantificare il danno in sede civile.
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Con
un costo considerevole di circa 2,5 milioni. Numeri che fanno un
po’ di chiarezza, sulla spinosa questione, anche se
attualmente
è tutto vincolato a quanto deciderà la
magistratura, che
tiene ancora sotto sequestro l’area e dovrà
deciderne le
sorti (potrebbe rimanere in carico alla proprietà, finire al
Comune o anche essere espropriata dalla Pedemontana, che da queste
parti ha previsto la sua sede). E anche se resta l’incognita
di
cosa ci sia nelle buche più profonde scavate
dall’organizzazione criminale che gestiva il traffico
illecito di
rifiuti speciali, «visto che gli scavi si sono spinti anche
sino
a quota meno dieci metri dal piano campagna - spiega Giuseppe Farina,
l’ingegnere incaricato dal Comune nella sua prima relazione
-,
è da presumere che alle maggiori profondità siano
stati
depositati i materiali più pericolosi e quindi da tombare
definitivamente». Fino a meno 3 metri, sono stati rinvenuti
rifiuti speciali non pericolosi, a parte dell’amianto e del
materiale inquinato da idrocarburi. Per andare a fondo
l’esperto
ha chiesto di poter accedere alle analisi effettuate dalle
autorità competenti, anche per verificare la situazione
della
falda acquifera, anche se a quanto pare non dovrebbe essere stata
intaccata.
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SAREBBERO
fino a 120mila metri cubi i rifiuti seppelliti, «il dato
più
ricorrente si fissa a circa 6 metri di profondità - spiega
nella
relazione -, con vasche profonde anche 10-11 metri. Valutanto una
profondità media di 7/8 metri per una superficie di circa
15mila metri
quadri si può stimare un volume di circa 100/120mila metri
cubi
asportati e rimpiazzati futrivamente con rifiuti». Nel caso
che fosse
il Comune a dover ottemperare alla bonifica, e non il proprietario,
potrebbe accedere a fondi regionali e statali, avviando poi
un’azione
risarcitoria.
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«Un
intervento parziale
ridurrebbe tempi e costi»
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DESIO —
SI POTREBBE VALUTARE una soluzione alternativa,
alla
bonifica totale, secondo l’ingegner Farina. I materiali, dopo
tutte le
verifiche del caso, e con un apposito piano concordato con
l’Arpa,
potrebbero essere asportati solo in parte, con il cosiddetto metodo
capping, «che significa mettere in sicurezza l’area
- dice il
consulente brianzolo scelto dal Comune - e monitorare costantemente la
falda con dei piezometri, per verificare che non ci siano
percolamenti». In questo caso si abbatterebbero tempi e
costi, «si
starebbe anche in soli 3 mesi, se si decidesse per una bonifica
parziale, e la spesa sarebbe sicuramente inferiore».
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12
aprile 2010 |
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Cava 'ndrangheta è
cancerogena Desio: 2 milioni per la bonifica |
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Desio
- Non basterà un milione di euro per pagare la bonifica
della
cava di via Molinara. Lo sostiene Giuseppe Farina, ingegnere consulente
incaricato dal comune per valutare i danni subiti dall'amministrazione
comunale in seguito alla scoperta del traffico illecito di rifiuti,
controllato dalla criminalità organizzata. L'operazione
della
polizia provinciale che ha portato all'arresto di 8 persone
è
del settembre 2008.
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La nomina del
tecnico è stata effettuata poche settimane fa, con una
delibera di giunta. Le analisi non sono ancora state fatte. Ma
l'esperto, che con la sua azienda “Farina Guido
srl” si occupa anche di
bonifiche ambientali, ha già un'idea della situazione.
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L'ingegnere
conosce
il caso, perchè ha già fornito la sua consulenza
al
proprietario del terreno che confina proprio con la cava di via
Molinara. In quel caso, i danni subiti sono stati quantificati in circa
100 mila euro. “Per quanto riguarda il
comune, credo che la cifra sia da moltiplicare almeno per 20”.
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I
lavori di consulenza inizieranno presto. “Bisogna fare in
fretta,
perchè più si aspetta più la
situazione peggiora”. Da chiarire,
innanzitutto, la natura del materiale nascosto sottoterra.
“Oltre ai
rifiuti generici e al materiale inerte, ci sarebbero
rifiuti
pericolosi, soprattutto cromo. E poi piombo e metalli. Tutte
sostanze
cancerogene”.
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Per questo, secondo
Farina, è importante individuare dove si nasconde
il materiale, per poi valutare che tipo di intervento fare, se una
bonifica integrale oppure una rimozione specifica, solo sulla parte di
terreno contaminato, da concordare con l'Arpa.
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Per il momento, sembrano escluse comunque
infiltrazioni nella falda
acquifera: “La falda è molto più
profonda rispetto agli scavi. Ci
vorranno circa 15 anni prima che le sostanze inquinanti penetrino nell'
acquedotto”. Niente però è da
sottovalutare: “La situazione non va
presa sottogamba”. Il tecnico fa una prima valutazione sui
costi della
bonifica totale: “Un milione di euro non basterà,
servirà molto di
più”.
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Al momento non è stato ancora deciso
chi dovrà pagare. I responsabili
del disastro? Il proprietario del terreno? L'amministrazione stava
valutando anche l'ipotesi di accollarsi le spese, in cambio
dell'acquisizione dell'area. Tutti interrogativi ancora da risolvere.
Nei prossimi giorni inizierà il lavoro del consulente, che
starà
attento alle spese. Anche le analisi, infatti, hanno un costo:
“Per gli
esami ci vogliono circa 40 mila euro”.
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Prima
di intervenire, però, l'ingegnere vuole studiare la
situazione:
la polizia provinciale aveva avviato delle analisi, che poi si sono
arenate per mancanza di fondi. “Bisogna consultare i
risultati di
queste prime analisi, depositati in Procura. Poi si deciderà
come
procedere”. Tra le priorità, quella di individuare
le carcasse d'auto
che secondo le indagini sono state seppellite nella cava.
P.F.
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da il Cittadino mb on line |
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