| Fisico,
noto per i suoi studi
sperimentali
sull'elettrone, nel 1906
ottenne il premio Nobel per le sue ricerche sulla
conducibilità
elettrica dei gas.Cinque
anni dopo la
formulazione della teoria
elettronica della materia, Thomson "scopre" l'elettrone. In
realtà non
si tratta di
una vera e propria scoperta, poichè Thomson era
già
più
che convinto circa la validità delle teorie relative ai
portatori
di carica, ed egli cerca di effettuare delle osservazioni che possano
dare
valori numerici ai parametri di questi corpuscoli, da lui definiti
"atomi
elementari"; quindi sarebbe più esatto dire che egli ha
dimostrato
l'esistenza dell'elettrone. I
suoi studi, che sono un
connubio fra complesse
teorie e altrettanto
complessi esperimenti, nel dettaglio dei quali non entriamo, si
protraggono
per molti anni, e vengono tutti effettuati presso il centro di ricerche
sperimentali di Cambridge, intitolato a Lord H.Cavendish, di cui
Thomson
è divenuto direttore a soli ventotto anni. Le
sue ricerche partono dallo
studio sui gas rarefatti,
nei quali cerca
la correlazione fra le leggi dell'elettromagnetismo e la
struttura
della materia, indagando sui raggi catodici che egli riteneva,
contrariamente
ai fisici tedeschi, materiali, ed in grado di segnare le traiettorie di
particelle di materia, cariche di elettricità
negativa.
L'esistenza
di queste
particelle è accertata
dopo una serie
di esperimenti. A Thomson rimane però il dubbio
circa la
natura di queste
particelle,
ossia se fossero atomi, o molecole, o qualcosa di ancora
più
piccolo, e nel 1897 conduce una serie di esperimenti sul
valore
del rapporto fra la massa e la carica delle particelle costituenti i
raggi
catodici, arrivando alla conclusione dell'esistenza di "un nuovo stato
della materia, in cui tutta la materia è di un
solo
genere,
e questa materia è la sostanza con cui sono costruiti tutti
gli
elementi chimici". In
una memoria del 1904
suggerisce l'idea dell'atomo
senza nucleo;
in seguito fu confutato da Rutherford con i dati dell'esperimento di
Geiger
e Marsdem. |
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