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Con
un tubo a vuoto di questo
tipo, nel 1888 mise in evidenza l'esistenza di raggi luminosi
colorati che si muovevano dall'anodo
verso il catodo, ossia in direzione opposta rispetto ai
raggi
catodici. Per poter visualizzare tali raggi indipendentemente dai raggi
catodici, Goldstein ebbe l'idea di forare il catodo permettendo
così ai raggi di passare attraverso i vari fori o "canali"
dietro il catodo stesso, in una zona dove li si poteva chiaramente
vedere. Goldstein stesso coniò per questi raggi il nome di
"raggi canale"(kanalstrahlen).
Si scoprì rapidamente che si trattava di ioni positividel
gas contenuto
nel tubo , i quali si spostavano attratti dal catodo e passavano
attraverso i fori, emettendo luce se l'energia era sufficiente.
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