| Chimico
svedese. Di
povera famiglia,
B. riuscì però
a studiare
medicina a Uppsala.
In seguito
fece l’assistente volontario a Stoccolma nella
facoltà di medicina.
Poco dopo l’invenzione di = A.
Volta della
pila, B. nel 1802 iniziò i suoi esperimenti sugli effetti
chimici della corrente
elettrica (= W.
Nicholson), riscontrando
dal 1803 nella sua collaborazione con W. Hisinger,
che tutti i sali sono decomposti
dall’elettricità.
Da qui si sviluppò la sua concezione dualistica
(cfr. più avanti)
secondo la quale
tutti i composti
inorganici o organici sono costituiti da componenti positivi e negativi. Nel 1803, sempre con
l’aiuto di
Hisinger, scoprì il cerio, a cui fece seguire più
tardi anche la scoperta del
selenio e del torio.
B. isolò,
per primo, anche il silicio, lo zirconio e il
titanio. Il
sistema
dualistico
di B. si basa
sull’ipotesi che le
più piccole particelle di una sostanza semplice abbiano
una polarità
elettrica ben definita.
Ma in ciascun
polo l’elettricità positiva e
l’elettricità negativa non
hanno la stessa forza. A
seconda che domini
l’una
o l’altra,
la sostanza è elettropositiva o elettronegativa. Le
sostanze elettropositive
acquistano sempre
l’elettricità
positiva quando si uniscono con una sostanza elettronegativa.
B. suddivise gli elementi
chimici in
due grandi classi e suppose che il segno elettrico di ciascun elemento potesse cambiare a seconda
del composto
in cui entrava. Solo l’ossigeno era invariabilmente
negativo. In questa
classificazione gli
elementi venivano ordinati seguendo la progressione delle loro proprietà positive;
quelli attorno
al centro della progressione avevano proprietà
elettrochimiche non ben
definite. In tal modo ogni composto
risultava
dall’associazione di elementi o di gruppi di elementi
di segno elettrico opposto.
Questa
rappresentazione fu
adottata universalmente. Essa si mantenne immutata
nella chimica inorganica, anche
quando i progressi
la resero superata in chimica organica (dove comunque
B. anticipò l’idea di
radicale).
Convinto
sostenitore
della teoria
atomica di = J. Dalton,
B. volle verificare e confrontare le diverse posizioni
sulla presenza di proporzioni
fisse tra i componenti
di un composto e no (= J.L. Proust e = C.-L. Berthollet)
mediante un’enorme serie di
analisi chimiche
condotte su più di 2000 composti (1807-17) e in
cui dimostrò
capacità
analitiche straordinarie.
B., che nel 1815 era stato nominato professore di chimica presso l’Istituto medico-chirurgico di
Stoccolma (si
ritirò nel 1832), seppe trovare un accordo tra la teoria
atomistica, quella delle
proporzioni fisse
e le concezioni
sul ruolo dell’ossigeno nelle combustioni (= A.L.Lavoisier), costruendo una sua
tavola dei
pesi atomici,
usando l’ossigeno come base (a cui attribuì il peso
100). Nel 1818
pubblicò la tabella
dei pesi atomici
di 45 dei 49 elementi chimici allora noti, tabella che estese e perfezionò nel 1828. Nel
corso di queste
ricerche, B. elaborò il suo sistema di nomenclatura
chimica. B. scelse come
simbolo la prima
lettera del
nome latino o latinizzato di ciascun elemento; per evitare confusioni e fraintendimenti in
caso di ambiguità,
la prima lettera veniva seguita da una lettera complementare.
Associando queste iniziali
B. inoltre
otteneva la formula della sostanza composta, nella
quale i simboli erano
accompagnati da
esponenti numerici
corrispondenti alle unità di peso atomico di ciascun elemento costituente il composto.
Il principio
di questa notazione non è mai stato abbandonato.
B.
inventò, il termine di
catalisi per designare
il fenomeno associato con l’accelerazione della
velocità dei processi
chimici (azione catalitica
è quella degli
acidi sull’idrolisi dell’amido scoperta da = G.R.
Kirchhoff, come anche quella
della spugna di platino
sull’elettrolisi).
Secondo B. i legami fra atomi o gruppi di atomi nelle
molecole erano di origine
coulombiana. Scelse l’idrogeno
come elemento di riferimento nella determinazione
dei pesi equivalenti e
introdusse il concetto
di isomeria (nome che risale a B.) e allotropia. Studiò
le proteine (anche in questo
caso ne propose
il nome, derivato dal greco prèteioj, "primario", per
indicarne il ruolo
fondamentale per la
vita). Migliorò
notevolmente, da grande analista quale era, la strumentazione
del laboratorio chimico (tra
l’altro:
carta per filtraggi, tubi di gomma, tecnica delle pipette,
bilancia). Negli ultimi anni
le polemiche
con i chimici
più giovani lo amareggiarono profondamente.
Tutta
la carriera di
B. si svolse a
Stoccolma e nel suo
laboratorio lavorarono quasi tutti i chimici tedeschi che acquistarono rinomanza nel XIX secolo.
Il prestigio
dei suoi lavori, le rassegne annuali in cui commentava
e sottoponeva a critica i lavori
dei suoi
collaboratori fecero di lui un vero legislatore della chimica. Il suo capolavoro è la
formulazione della
teoria dualistica e l’istituzione della simbologia chimica
che in seguito avrebbero avuto
una
importanza considerevole
non solo per il linguaggio dei chimici, ma anche
nella rappresentazione e discussione
di qualsiasi
reazione. Il grande scienziato svedese esercitò
un’egemonia
incontrastata sullo sviluppo
della chimica
per circa 30 anni. | |