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APRILE 2009
   
02 aprile 2009
AUTOSTRADA PEDEMONTANA:

OSSERVAZIONI di "INSIEME IN RETE PER UNO SVILUPPO SOSTENIBILE"
ai C.d.A di PEDEMONTANA e di CAL sulle questioni ancora aperte
  Estratto del documento  ( vedi integrale)
Criticità MOZZATE

Dopo aver svolto nell’ultimo anno un lavoro di informazione e di coinvolgimento delle cittadinanze in diverse Assemblee locali organizzate esclusivamente dai Comitati ambientalisti aderente alla “Rete per uno sviluppo sostenibile“ con l’intento di sostenere un’azione collettiva volta a correggere le criticità esistenti sul tracciato e nello stesso tempo a mantenere alta l’attenzione delle popolazioni comasche toccate dal progetto dell’autostrada pedemontana, sulla necessità di trovare posizioni concordate sulle compensazioni ambientali, chiediamo in modo prioritario, pena la perdita di credibilità da parte di Pedemontana SpA, di eliminare la permanenza delle criticità ancora esistenti e di qualificare maggiormente sia le compensazioni ambientali sia le mitigazioni al tracciato, che
era e che rimane, devastante.

Abbiamo appreso che una delle maggiori criticità esistenti nella tratta “A”, da Cassano Magnago (Va) a Lomazzo (Co), cioè l’area di servizio autostradale di Mozzate, è stata modificata; verrebbe ridotta dai 200.000 mq. del progetto preliminare a circa la metà dell’area prevista. Può essere un fatto positivo aver salvaguardato quella superficie boscata, preziosa per Mozzate ed i Comuni limitrofi in quanto costituisce “zona cuscinetto” a protezione dei paesi dalle puzze delle discariche, ma questa correzione non ci soddisfa ancora perché si poteva salvare più bosco.

1.
Chiediamo in particolare una riformulazione specifica del progetto che salvaguardi e tuteli maggiormente l’ambiente nel territorio comunale essendo già fortemente compromesso da 3 discariche di rifiuti esaurite ed ancora da bonificare, di cui 2 poste ai lati dell’area in questione ed una esistente, da un Piano provinciale Cave che prevede l’ escavazione di circa 6 milioni di mc, di cui la metà nell’area di servizio (!) e da un cosiddetto Polo tecnologico, con impianto di gassificazione, previsto ai margini dell’area per i servizi autostradali. Si è in parte ridotta l’area di servizio, ma rimane ancora l’area per il casello di esazione, sempre localizzato tra le discariche (in un posto infelice!) e soprattutto nella zona del bosco che viene consumato irrimediabilmente. L’intera area boschiva può essere interamente salvata, se si considera il progetto del 1999, in quella zona!
2.
La seconda criticità esistente nel territorio comunale di Mozzate è la costruzione “dell’opera connessa” , la così detta “Varesina bis” che consideriamo “una grande opera inutile”.Sempre nelle vicinanze dell’area di servizio e del casello autostradale di esazione di cui sopra, sono stati progettati ben due svincoli vicini, uno a Cislago ed uno a Mozzate e diverse rotatorie, in palese contraddizione con le “Prescrizioni” e le “Raccomandazioni” approvate dal CIPE riguardanti il “consumo di suolo” e nello specifico alla “minimizzazione del consumo di superficie forestale ed agricolo”.Si chiede di stralciare la Varesina bis e nel contempo di coinvolgere le Province di Como e Varese alla definizione di un Piano specifico della mobilità nella zona interessata.(vedi punto n. 4)

3.
Un’ultima criticità prevista dal progetto definitivo del tracciato autostradale è localizzata in una zona densamente urbanizzata a San Martino di Mozzate, alla fine della galleria che sottopassa il campo sportivo di Cislago, la SP 233 Varesina e la ferrovia Milano-Varese verso Limido. Purtroppo anche questa criticità non è stata risolta, persiste e ciò è negativo. Il tracciato prevede il transito a ridosso di un vasto quartiere abitativo esistente; inoltre in quella stessa zona il Comune di Mozzate ha previsto nel PGT una “area di trasformazione” compresa tra la linea ferroviaria e la nuova autostrada (parzialmente all’interno delle fasce di salvaguardia).Le Prescrizioni del CIPE sostengono in modo categorico di evitare a ridosso della nuova arteria, future edificazioni; chiediamo di concordare (non imporre) col Comune il divieto di edificazione e che l’area interessata diventi di compensazione ed aiuti a ridurre l’inquinamento dell’aria e del rumore per gli edifici già esistenti.
4.
Pedemontana SpA si faccia promotrice con la REGIONE LOMBARDIA di chiedere alle Amministrazioni Provinciali di Como e Varese, alla luce del tracciato definitivo e delle compensazioni ambientali della nuova autostrada, di rivedere i vari PTCP delle due Province, dal punto di vista della mobilità, per renderli coerenti ed ambientalmente sostenibili con la nuova strada. Noi siamo sempre più convinti che sia indispensabile una integrazione tra la politica del territorio, le politiche dei trasporti e quindi della mobilità. E’ indispensabile promuovere la concertazione con le diverse strutture territoriali, che
mettano in luce sia i rischi che le opportunità per lo sviluppo dei territori dovuti alla nuova autostrada che crea necessariamente, in alcuni Amministratori locali, una idea “malsana” di progettare, in modo disordinato e negativo sempre nuove tangenzialine, raccordi, ecc. Nel sud della nostra provincia vi sono territori densamente urbanizzati, caratterizzati da densità urbanistiche troppo elevate, che se non bloccate e ridotte porteranno alla conurbazione di tutti i Comuni della zona, con la creazione di un “unicum” che unirà Saronno, Tradate, Appiano, Lomazzo, Mozzate e
tutti i Comuni compresi. Per troppo tempo si è pensato e ancora si pensa, di edificare strutture residenziali ed industriali/artigianali pensando ai progetti di mobilità solo successivamente, magari con improvvisate tangenziali e rotatorie. Il risultato della “filosofia” sopra considerata è quello che dopo avere “occupato” l’intero territorio del sud
della Provincia, diventa difficoltoso progettare una viabilità che abbia le idonee caratteristiche salvo distruggere quelle poche aree ambientali residue e le aree agricole indispensabili per poter svolgere ancora attività produttive, come nel caso di Mozzate e Lomazzo. E’ il caso della Pedemontana lombarda. Occorrerebbe sovrapporre l’insieme dei Programmi Urbani di Mobilità (PUM) dei grossi centri del sud della Provincia di Como ed anche di Varese (Appiano, Lomazzo, Mozzate, Saronno, Tradate, ecc.), finalizzati prioritariamente al miglioramento della mobilità. Occorrerebbe quindi che gli Enti da noi indicati recepiscano le considerazioni riportate e facciano superare definitivamente, concretamente e correttamente il divorzio tra urbanistica, nuova rete autostradale e mobilità locale, in quanto ci sembra l’unico modo per prevenire gli effetti dannosi e caotici di nuove dinamiche di trasformazioni territoriali.

5.
Tralasciamo di approfondire le altre criticità esistenti sul territorio Mozzatese quali i Corridoi Ecologici, segnalati nel PTCP di Como e Varese, che dall’autostrada vengono cancellati irrimediabilmente. Purtroppo non conoscendo il progetto definitivo (tracciato e compensazioni) non possiamo approfondire gli argomenti; ci riserviamo di produrre nei tempi stabiliti, opportune e dettagliate Osservazioni. Avevamo chiesto come RETE l’avvio di un confronto serio per approfondire e cercare di risolvere le criticità esistenti sull’intero tracciato e per migliorare qualitativamente il progetto. La condivisione per “una autostrada la più bella possibile” non c’è stata anche se il confronto deve proseguire in fase di
PRESENTAZIONE E ANALISI DELLE OSSERVAZIONI.
     

OPERE DI COMPENSAZIONI AMBIENTALI PROPOSTE DALLA RETE

         

MOZZATE 


   

PREMESSO CHE:


il Comune di Mozzate (Co) ha approvato il Piano di Governo del Territorio il 28/2/2008 e tale Piano oltre a non essere stato condiviso e partecipato, non ha perseguito nessuna salvaguardia e valorizzazione delle aree agricole, tant’è che le “aree di sviluppo” previste sono state localizzate tutte all’interno di “un unicum” ancora agricolo, nonostante la nostra zona sia già fortemente urbanizzata e con grossi rischi di totale conurbazione tra Comuni limitrofi;  la Provincia di Como ha disposto delle prescrizioni che limitano il consumo del territorio previsto, avendo quest’ultimo un forte valore ambientale che contribuisce al miglioramento della vita di ogni Mozzatese;  gli elaborati progettuali del tracciato della Pedemontana determinano pesantissime ricadute ambientali sul nostro territorio;  sul territorio di Mozzate esistono ben 4 siti di discarica di RSU, di cui uno attivo ed i restanti esauriti, ma ancora da bonificare e che questi siti in precedenza erano cave di sabbia e ghiaia inseriti nei Piani di cavazione Provinciali;




     SI RICHIEDE:
 una riformulazione parziale del progetto dell’opera che salvaguardi il più possibile l’ambiente del territorio comunale, fortemente compromesso, introducendo opportune opere di compensazione ambientale capaci di ricucire il territorio, deturpato da questa infrastruttura e cassando opere che riteniamo inutili (vedi Varesina bis) a causa dell’eccessivo consumo di territorio.


   

 Nel merito si propone:    

   

 1) CORRIDOIO ECOLOGICO.  

  Il territorio mozzatese è in Provincia di Como e confina con la Provincia di   Varese. Nei PTCP delle province di Como e Varese è indicato un “corridoio ecologico” nell’intento di unire il Parco Pineta di Appiano/Tradate con l’esistente PLIS  del Rugareto in Comune di Cislago, Gorla , ecc.. Occorre segnalare che sul tracciato del corridoio ecologico previsto dal PTCP della Province di Como e Varese, il Comune di Mozzate, con una serie innumerevole di varianti urbanistiche, fatte con la LR 23/97, ha permesso molte edificazioni nella zona compresa tra la SP. 24, via Gramsci, PL Brera privata e pubblica e recentemente con l’approvazione del PGT ha pure previsto in questa zona due aree di sviluppo chiamate “F” e “G”. Inoltre il tracciato della Pedemontana, in quella zona, occupa interamente alcune aree, le ultime propaggini del PLIS del Rugareto, esistenti tra i Comuni di Mozzate e Cislago. Quindi questo corridoio ecologico ha una “non continuità” perché dopo il Parco Pineta, dove vi sono “sorgenti di bio diversità di primo livello”, si trovano le urbanizzazioni recenti e previste, la Pedemontana, la linea ferroviaria e la SP 233 Varesina; in questo modo il corridoio viene sacrificato a causa delle incessanti cementificazioni in essere e future nel territorio di Mozzate e dalla nuova strada (vedi PGT Mozzate – tavola A.22). La LR 12/05, articolo 9, comma 1, afferma che devono essere assicurati nell’ambito territoriale anche i “corridoi ecologici”. Il Settore Pianificazione della Provincia di Como, nel provvedimento di valutazione di compatibilità del PGT col PTCP, condiziona il Comune ad effettuare diverseprescrizioni e nel caso a prevedere norme che escludano la trasformazione d’uso del suolo nel comparto denominato “F” per ricavare un corridoio ecologico della larghezza di almeno 40 metri. Questo ristretto corridoio termina però di fronte alla nuova autostrada e quindi il collegamento tra Parco Pineta e PLIS del Rugareto, indicato nelle previsioni del PTCP, viene fatto naufragare clamorosamente, con una grande perdita dal punto di vista ambientale. 


Si chiede nella zona indicata, per evitare la cancellazione totale del corridoio  ecologico, ai fini di compensazione ambientale, l’interramento in galleria artificiale del tracciato autostradale, prima e dopo la linea elettrica a 380KV, per una striscia larga almeno 300 metri, tale da permettere la comunicazione diretta del corridoio tra i due Parchi, per aiutare la fauna e gli ecosistemi a superare naturalmente la barriera autostradale. Rimangono poi da superare le altre barriere esistenti della ferrovia e della SP 233 Varesina, quindi si chiede,sempre per fini compensativi, di prevedere la localizzazione e quindi la costruzione di idonei cunicoli, che mettano in comunicazione entrambi i lati delle "barriere" sopra citate, in modo da non limitare nel loro movimento ogni tipo di animali.  


 

 2) AREA DI TRASFORMAZIONE.

 

 Nel PGT di Mozzate è prevista una “area di trasformazione” indicata con la  lettera “G” in zona S. Martino, a ridosso della stessa autostrada e della ferrovia, o meglio parzialmente all’interno della fascia di salvaguardia della nuova strada. Da considerare che a ridosso dell’area “G” il tracciato della Pedemontana è previsto in galleria, ma la fascia di salvaguardia ha al proprio interno diverse abitazioni esistenti. Si sostiene nelle prescrizioni di evitare nel futuro edificazioni a ridosso della nuova arteria e invece il tracciato tra il Comune di Cislago (Va) e Mozzate (Co) prevede il transito a fianco di un quartiere abitativo esistente; ciò non ha senso! Il territorio di cui si parla è già troppo densamente urbanizzato, tale da non permettere infrastrutture del tipo prevista, se non rovinare irrimediabilmente il territorio e l’ambiente della nostra zona; rimarchiamo che questo tronco costituisce una delle maggiori criticità dell’intera tratta e per questo crediamo occorra porre una particolare specifica attenzione. Si chiede  quindi che l’intera “area di trasformazione” indicata con la lettera “G” rimanga totalmente priva di costruzioni di qualsiasi tipo e che invece sia utilizzata come area di mitigazione e compensazione ambientale con funzioni di parco attrezzato e con eventuale orto botanico, avente valenza educativa aperto alla fruibilità dei cittadini. Chiediamo inoltre che venga riconosciuta la priorità di ridurre gli inquinanti (polveri e rumori) che ne deriveranno dall’opera in costruzione a ridosso del quartiere abitativo esistente in località S. Martino, e che per limitare al minimo le nocività di una strada occorrano enormi sforzi finanziari per cui suggeriamo sull’intero territorio comunale l’asfalto bituminoso anti rumore (BBTM), schermi anti rumore e collinette con siepi idonee e insonorizzazione delle facciate delle abitazioni prospicienti la strada; deve essere chiaro che la nuova strada non dovrà aumentare di un solo decibel il rumore del territorio attraversato!


 

 3) AREA DI SERVIZIO:

   

A) L’area di servizio prevista inizialmente sul territorio del Comune di Gorla è  stata localizzata tra i boschi di Mozzate, contigua a ben due discariche di RSU esaurite, ma ancora da bonificare. Questa sciagurata localizzazione distrugge irrimediabilmente oltre 200.000 mq. di bosco pregiato, è attraversata centralmente dal torrente Gradaluso, ha ai lati due discariche di rifiuti posati anche in elevazione ed è previsto un “polo” di produzione di energia elettrica da rifiuti biodegradabili. Nelle prescrizioni proposte dai Ministeri delle infrastrutture e dei trasporti, allegate alla deliberazione del CIPE del 29/3/06, a pagina 34, per le aree di servizio, è riportato che dette aree "dovranno essere connotate ANCHE come spazi per il tempo libero, fruibili dall'esterno dell'autostrada". Le discariche di rifiuti ai lati e quelle vicine producono delle puzze insopportabili epensiamo proprio che l’Area di servizio potrà servire “come spazi per il tempo libero”. Si richiede di ripensare, o meglio fare una attenta ed approfondita valutazione se un’area di servizio serve dove è ora localizzata o non è meglio prevederla in un altro posto , magari in una zona un “tantino” più salubre! Sempre nelle “prescrizioni” di cui sopra, a pagina 33 è riportato che “le superfici da disboscare” dovranno essere quantificate ed altrettante aree dovranno essere rimboschite (D.Lgs 227/01). Siccome nel territorio del Comune di Mozzate, per realizzare solo l’area di servizio si distruggeranno oltre 200.000 mq. di bosco pregiato, non esistono spazi così estesi per il rimboschimento, se non togliendo le residue aree salvate dalla cementificazione del paese, all’agricoltura. Si chiede una diversa localizzazione dell’area di servizio oltre alla messa in sicurezza, la bonifica ed il ripristino ambientale delle “aree soggette a bonifica in prossimità del tracciato”, cioè delle due discariche, Mozzate 1 e Mozzate 2, ai lati dell’area di servizio, come riportato nelle prescrizioni, a pagina n. 48, oppure che questa enorme area pregiata sia ridotta ad una semplice area per la sosta. questo è riportato pure in verbali ufficiali redatti dai controlli ARPA, per cui non  B) A supporto della richiesta sopra avanzata non va dimenticato che  esattamente a metà dell’area prevista per i servizi autostradali di cui sopra, transita il torrente “Gradaluso” di cui si sono appena risanati gli argini, fatto un nuovo ponte e costruito un’area immensa per eventuale spagliamento in caso di piena, il tutto con notevoli spese di soldi pubblici! Ora con la volontà di costruire l’area di servizio e la Pedemontana si dovrebbe pensare o a deviare il corso d’acqua fuori dall’area prevista o a interrarlo. Entrambe le soluzioni che si prospettano ci paiono pessime e occorre anche dire che nelle prescrizioni contenute nella deliberazione del CIPE non sono riportate soluzioni attuative del caso. Si chiede, sempre con finalità compensative, di predisporre una apposita progettazione con lo scopo di dare una soluzione accettabile al problema  posto




 

4) SVINCOLI:  Autostrade Lombarde SpA Provincia di Bergamo ABM SpA


 

Progettare due svincoli vicini, Cislago e Mozzate, significa una palese contraddizione alle “Raccomandazioni” allegate alla deliberazione del CIPE citata sopra, di pagina 76 , riguardanti il “consumo del suolo”. Anche la “Prescrizione” di pagina 68 riferita alle “opere connesse e relativi svincoli” induce a “minimizzare il consumo di superfici agro - forestali” ed a riconoscere le “compensazioni ambientali”. Viene raccomandata la “minimizzazione di consumo di superficie forestale ed agricolo” poi invece si prevedono due svincoli a distanza di solo due Km, che consumano irrimediabilmente, per sempre, una enormità di suolo pregiato e lo stesso vale per il tracciato della cosiddetta Varesina bis e le numerose rotatorie previste. Si chiede in rispetto ed in coerenza alle “Raccomandazioni” e “Prescrizioni” citate di rivedere la soluzione dei due svincoli con l’intento di eliminarne almeno uno e di ridurre “le opere connesse” per consumare una minor quantità di suolo, come compensazione ambientale.


 

5) CAVE:


   

Nella zona compresa tra gli ipotetici svincoli di Cislago e Mozzate, vi sono nel  sottosuolo, considerevoli giacimenti di materiali sabbiosi e ghiaiosi. Si chiede l’esonero nei nostri Comuni delle “cave di prestito”, diversamente da quanto riportato nella tavola del progetto preliminare della tratta ”A” e nelle “Prescrizioni” di pagina 47 e 48. A compensazione ambientale delle enormi superfici di territorio che i Comuni del “Mozzatese”, inteso come Comuni di Mozzate, Cislago, Carbonate e Gorla, concedono per il transito della nuova autostrada, si chiede di evitare di permettere la creazione di nuove cave, sia di “prestito” sia da inserire nei Piani provinciali cave di Varese e Como.


   

6) “LAGHET”:


   

Per quanto riguarda l’area a fianco del campo sportivo di Cislago, (denominata “Laghet” per via che quando piove, subito l’acqua ristagna a causa delle falde acquifere sottostanti che arrivano appena sotto il piano campagna), dove il tracciato dell’Autostrade Lombarde SpA  
Provincia di Bergamo
ABM SpA autostrada è previsto in galleria artificiale, si fa presente che in tale sito i lavori di costruzione interferiranno senza ombra di dubbio con il regime delle falde presenti. Da ricordare che lo stesso Comune di Cislago prende il nome dal fatto di essere al di qua o al di là (a seconda di dove si guarda) del lago, nel nostro caso del “laghet”. Non abbiamo trovato prescrizioni per come eseguire i lavori in un sito che ha le caratteristiche di “delicatezza ambientale” e che può compromettere l’equilibrio idrogeologico superficiale e sotterraneo. Le opere di fondazioni sotto falda potrebbero portare inquinamento alle falde sottostanti e/o l’abbassamento delle falde stesse creando problematiche serie all’approviggionamento idrico e sull’impatto nelle varie zone del Comune. Per le motivazioni sopra descritte si chiedono approfondite indagini geologiche, idrogeologiche e geotecniche per affrontare e risolvere il problema evidenziato; se questo problema non trova soluzioni condivise, riteniamo di non poter accettare misure di compensazioni ambientali per “gli eventuali abbassamenti della falda” esistente come riportato nelle “Prescrizioni” di pagina 42, allegatealla deliberazione del CIPE.


 

7) PROTEZIONE INCENDI:


   

Riteniamo utile che una delle prime cose da chiedere come compensazione ambientale, a causa della costruzione della nuova autostrada, sia la protezione dagli incendi. L’ottanta per cento degli incendi iniziano in prossimità degli assi di circolazione e delle zone urbane; occorre quindi prevenire gli incendi delle stoppie, degli cespugli e dei boschi, come un obiettivo prioritario. Chiediamo quindi un progetto per la predisposizione di dispositivi automatici di prevenzione contro il fuoco, che contribuiscano alla sicurezza degli automobilisti, degli abitati e del verde. Occorrerà che nel progetto siano previsti degli idonei serbatoi sul tracciato dei Comuni del Mozzatese, capaci di contenere una quantità sufficiente di liquidi per ogni evenienza. Si può programmare la raccolta delle acque di pioggia dall’asfalto, separando le “acque di prima pioggia”, con canalizzazioni che trasferiscano le acque sature di inquinanti in apposite vascheper essere successivamente smaltite negli appositi depuratori, dalle acque necessarie per lo spegnimento degli incendi. Sarà pure necessario organizzare  Il taglio dell’erba in modo preventivo, quando l’erba vicino alle reti sarà ancora verde.
i Questo progetto di protezione dagli incendi dovrà contenere un serio  Piano di manutenzione, in quanto il rischio incendi non deve essere sottovalutato in quanto la posta in gioco è importante. 




 

8) SP 233 VARESINA:


   

In un verbale datato 6/5/1999 il Sindaco di Mozzate in carica “esprimeva parere favorevole sulla fattibilità del tracciato autostradale Turate – Solbiate Olona a condizione che (…) venga contestualmente definita la “Varesina bis” da Saronno a Tradate”. I motivi principali per la costruzione di una nuova arteria erano che la viabilità della allora SS 233 “Varesina” era congestionata e caotica. Nel primo studio di fattibilità dell’Ing. Da Rios si parlava di “strada elevatamente compromessa” addebitando alla statale esistente “una continuità insediativa lungo l’intero tratto” e concludeva che era impossibile qualsiasi soluzione di riqualificazione e che invece occorreva “pensare esclusivamente ad una variante integrale”. Noi Comitati sostenevamo allora che se vi era stato nel passato urbanizzazioni incontrollate e fuori da ogni normale pianificazione, era assurdo pensare di risolvere il problema della viabilità costruendo una nuova strada parallela alla esistente; questa filosofia era frutto di una visione limitata a fronte del disastro urbano creato. Allora ed oggi sosteniamo che ragionando in termini di risorse territoriali e siccome per una nuova strada consumiamo per sempre molto suolo senza che venga garantita la rigenerazione, il territorio che si ritiene necessario, non deve essere consumato.  Crediamo fermamente invece che sia possibile ed utile una riqualificazione dell’intera tratta della SP 233 da Saronno a Tradate e a Varese. Per progettare una riqualificazione efficace ed efficiente della strada di cui parliamo occorra innanzi tutto bloccare i nuovi insediamenti previsti a ridosso della strada ed i cambi di destinazione d’uso (centri commerciali, negozi, alberghi, ecc) che creano ulteriore traffico in un’area già fortemente congestionata. Tutti i Comuni toccati dalla Varesina hanno avuto uno sviluppo urbano su entrambi i lati della strada; occorrerebbe che tutti i Comuni, applicando i Piani Urbani del Traffico (PUT), prevedano di evitare che l’attuale tracciati viario serva per il collegamento delle due parti in cui è diviso il paese. In ogni singolo Comune occorrerebbe prevedere almeno un sotto passo o sovrappasso e qualche rotatoria, in modo tale che le due parti si possano collegare senza utilizzare il tracciato della Varesina. Le rotatorie che dovranno sostituire gli attuali incroci semaforici, servono anche per eliminare le svolte a sinistra, che fermano i veicoli sulla strada, fonte di situazioni pericolose; altresì si dovranno eliminare ,in ogni Comune la maggior parte di strade di accesso o di uscita,  programmando una viabilità locale che collega le varie parti con i sotto passi o le rotatorie. Ricordiamo che le fermate dei veicoli agli impianti semaforici esistenti, sono fonti di inquinamento acustico ed atmosferico. Con l’adozione di


questi accorgimenti la Varesina attuale acquisterebbe dei vantaggi certi, di aumentare la velocità commerciale degli automezzi, di diventare un’arteria sicura e di creare nello stesso tempo meno inquinamento (rumore e polveri). Nelle vicinanze di obiettivi strategici (scuole, Case di ricovero, ecc) il rumore della Varesina può essere contenuto ai livelli imposti dalla legislazione vigente  eseguendo delle barriere idonee, riportando comunque alla normalità alcune situazioni critiche che purtroppo residuano dai Piani di risanamento, mai attuati dai Sindaci. Con queste sommarie proposte di azioni l’attuale SP 233 può diventare una strada con un ottimo scorrimento, con una invidiabile sicurezza, con un rispetto certo degli inquinanti e quindi a favore della salute e sopra tutto non sprecherebbe enormi quantità di risorse territoriali (suolo) e di denari. Per non proporre una soluzione, che a prima vista sembrerebbe semplicistica, diciamo che occorrerebbe, assieme a quanto sopra, una migliore programmazione e funzionalità dei mezzi del trasporto pubblico, treni ed autobus. Per questo proponiamo che per la compensazione ambientale del  tracciato della Pedemontana, che noi non avremmo voluto, se non privilegiando interventi “di grana fine” ed utilizzando meglio alcuni tratti esistenti, si chieda la soppressione del progetto della cosiddetta “Varesina bis” dal progetto della Pedemontana lombarda, ritenendola una “grande opera inutile” e sostituendola con un nuovo progetto di riqualificazione che oltre ai vantaggi indicati sopra risulterebbe enormemente più redditizia.

Osservazioni presentate da  Insieme   in   rete   per   uno   sviluppo   sostenibile
 
 
OSSERVAZIONI AL PROGETTO DEFINITIVO DI AUTOSTRADA PEDEMONTANA COMUNE di MOZZATE
 

TRACCIATO AUTOSTRADA PEDEMONTANA

 

1°) Parte del bosco salvato dalla realizzazione dell’autogrill di MOZZATE.

La sciagurata scelta di localizzare un’area di servizio in una rara zona boscosa di pianura “su indicazione del Comune di Mozzate” com’è riportato nella relazione ambientale della tratta “A” dal titolo “Il bosco del Rugareto e l’area di servizio di Mozzate”, inserita tra discariche dismesse ed ancora attive, è stata marginalmente e parzialmente modificata, ma non in modo sufficiente.

La criticità progettuale dell’area di servizio prevista inizialmente per un consumo di bosco di oltre 200.000 mq., collegata alla criticità della cosi detta “Varesina bis” che contribuisce al consumo spropositato di suolo boschivo a causa delle innumerevoli rotatorie e del casello di esazione, non sono state sanate.

E’ inoltre riportato sul documento citato che in conseguenza della devastazione di cui sopra, si sono dovuti “aumentare sensibilmente gli interventi ambientali” e prevedere “ampi interventi di compensazione” per cui “il paesaggio agrario viene valorizzato con la costruzione di filari, siepi, fasce boscate”.

VISTO che l’area di servizio prevista nel progetto preliminare è stata ridotta salvaguardando una porzione di area boschiva a ridosso della ex discarica “Boschi Ramascioni” esaurita, ma non ancora bonificata, SI CHIEDE che quest’area sia riqualificata, inserendola nel Progetto locale di compensazione n. 6, preservandola

e con funzioni di filtro tra la costruenda area di servizio e le discariche.


2°) Galleria artificiale a ridosso del nucleo urbano di San Martino di MOZZATE.

Il progetto definitivo ha rivelato la difficile soluzione costruttiva della galleria artificiale progettata a ridosso di un quartiere residenziale esistente e di un’area di sviluppo abitativo, individuata nel PGT di Mozzate ed indicata con la lettera “G”.

Andare a fare uno scavo di sbancamento enorme tra la ferrovia Milano-Varese e la S.P. 233, creerà certamente ulteriori problemi aggiuntivi alle costruzioni esistenti, per cui si chiede con forza una garanzia preventiva ed assoluta che gli edifici non subiscano danni ulteriori.

Non risulta inoltre agli scriventi che ci sia una Relazione geologica a supporto del progetto e quindi la preoccupazione maggiore è che le escavazioni vadano ad intercettare le falde acquifere sottostanti in quella zona e compromettere irrimediabilmente la falda e la staticità delle costruzioni esistenti.

Per quanto riguarda invece la nuova area di sviluppo prevista dal PGT di Mozzate, posizionata a ridosso delle fasce di rispetto della costruenda autostrada, non più in galleria, si chiede che tale area sia inserita totalmente nel progetto di compensazione a tutela delle residenze esistenti, come da prescrizioni del CIPE.

Si propone quindi la creazione di un bosco parallelo a quello proposto nel Comune di Cislago, che inizi al termine della galleria, dopo la ferrovia e con lunghezza pari al bosco di Cislago, a protezione della futura area di sviluppo prevista e della nuova pista ciclabile e di sostituire la vasca di laminazione con un apposito impianto di fito/depurazione.

Si avrà così un bosco/parco intercomunale con funzione di filtro tra la strada e l’abitato esistente.

 

OPERE DI COMPENSAZIONE AMBIENTALE

 

3°) Nuovo bosco tra lo svincolo di Cislago (Progr. Km. 8+025) con l’opera connessa “Varesina bis” ed il torrente Bozzente.

Questo nuovo bosco progettato per compensare la grossa criticità dell’area di servizio e dell’opera connessa “Varesina bis” è localizzato meglio degli altri.

L’intervento di nuova forestazione che viene proposto, oltre a schermare i nuclei di Mozzate e Cislago a causa del rilevante consumo di boschi per l’area di servizio, avrà benefiche funzioni naturalistiche, paesaggistiche, di filtro e fascia tampone (buffer strip) e di abbattimento degli inquinanti dovuti al tracciato autostradale verso le nuove zone di sviluppo, individuate dal PGT di Mozzate.

Questo nuovo bosco potrà avere anche una funzione di frangivento in quanto è previsto in una posizione priva di ostacoli naturali, non sottrae aree alle unità produttive agricole esistenti essendo circondato da boschetti consolidati ed infine è messo a protezione di una “vasca volano” localizzata dai Comuni di Cislago e Mozzate, sulle rive del torrente Bozzente.

Proponiamo che il nuovo bosco di compensazione ambientale sia ampliato, aggiungendo la rimanente porzione a ridosso del confine di Cislago, verso il torrente Bozzente, a chiusura tra la zona boschiva esistente e la nuova autostrada.

 

PRESCRIZIONI CIPE

 

In riferimento alle Prescrizioni ed alle Raccomandazioni proposte dal Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, approvate dal CIPE con deliberazione n. 77 del 29/3/2006, si fa presente quanto segue:

PRESCRIZIONI n. 33 di pagina 7, n. 114 di pagina 24 e n. 123 di pagina 26.

Nella parte finale della prima prescrizione citata viene ordinato di “verificare altresì la possibilità di spostare nella medesima area (area di servizio di Mozzate) anche il posto di manutenzione già previsto in territorio di Cislago”.

Si chiedeva di “verificare” se nell’area di servizio di Mozzate, oltre ad albergo, ristorante e spazio per rifornimento carburanti, si potesse realizzare “anche il posto di manutenzione”.

L’intera area di servizio progettata nel preliminare era devastante e lo è ancora nel progetto definitivo ed era stata indicata, non solo da noi, come una “criticità”!

L’area di cui si parla si trova in mezzo a due discariche esaurite di rifiuti, ma non ancora bonificate, vicina ad altra discarica di rifiuti attiva e funzionante e per la realizzazione dell’area di servizio dovranno essere abbattuti oltre 140.000 mq. di bosco pregiato. Tagliare per sempre, dopo che erano stati preservati da tutte le generazioni passate, quella quantità enorme di boschi che costituiscono una “ barriera “ verso l’abitato di Mozzate nei riguardi delle puzze prodotte dai rifiuti, assomiglia ad “un disastro annunciato”!

Nelle prescrizioni si chiedeva quindi di verificare se il posto di manutenzione previsto nel Comune di Cislago poteva essere individuato all’interno dell’area di servizio di Mozzate.

Nel progetto definitivo costatiamo senza conoscerne le argomentazioni che la “verifica ordinata” ha portato ad individuare l’area di manutenzione all’interno dell’area di servizio di Mozzate.

Ciò è in palese contrasto con la prescrizione n. 114 di pagina 24 che riporta testualmente: “relativamente alle aree di servizio si propone di ricercare localizzazioni e soluzioni progettuali che risparmino le aree boscate”.

Nell’area di servizio di Mozzate si doveva e poteva escludere il “posto di manutenzione/posto neve” e si sarebbero, in coerenza con la prescrizione citata, “risparmiato le aree boscate”. Non vi è traccia di una pur sintetica relazione nel progetto definitivo che dimostri le condizioni favorevoli individuate durante la “verifica” per giustificare lo spostamento del posto di manutenzione da Cislago all’area di servizio di Mozzate.

Va pure detto che la prescrizione n. 123 di pagina 26 chiede che per “ il posto di manutenzione e neve di Cislago dovrà essere ricercata una nuova collocazione possibilmente all’interno di uno degli svincoli previsti (…)”.

La prescrizione è stata totalmente disattesa!

Non vorremmo che la decisione di collocare l’area di manutenzione nell’area di servizio di Mozzate sia stata accettata dalla stessa Amministrazione Comunale come fu per l’area di servizio, com’è riportato nella Relazione del progetto definitivo della tratta “A” che è stata individuata “su indicazione del Comune di Mozzate”. Questa indicazione scellerata denota l’assenza di razionalità ambientale in chi ha proposto ed in chi ha accettato quella scelta in assenza di una seppur minima valutazione ambientale, solo per fare cassa.

Si chiede, coerentemente con le tre prescrizioni citate, una diversa localizzazione del posto manutenzione/neve col risultato di “risparmiare aree boscate” nell’area di servizio di Mozzate, quindi di ridurla ulteriormente in modo da risparmiare aree agricole previste per creare nuovi boschetti a compensazione dell’enorme bosco consumato irrimediabilmente per l’area di servizio di Mozzate!

2) PRESCRIZIONE n. 35 di pagina 7.

E’ riportato che “per l’attraversamento dell’area urbanizzata di Cislago, di allungare la galleria il più possibile in direzione ovest”.

Quanto stabilito non è stato fatto nel progetto definitivo in quanto la galleria in questione non solo non è stata allungata, ma è stata incomprensibilmente ridotta dagli 800 metri del progetto preliminare ai 565 metri del definitivo.

La prescrizione era ed è comprensibile ed ineccepibile in quanto l’inizio e la fine della galleria sono posti a ridosso di un quartiere residenziale di Cislago e dall’altro lato, di alcune case di Mozzate che si pensa di “proteggere” con mitigazioni di scarsa efficacia.

Si chiede:

A) di allungare la galleria da una parte fino al termine del quartiere residenziale di Cislago, verso il torrente Bozzente e dall’altra parte, verso il Comune di Limido, a salvaguardia e protezione del quartiere residenziale esistente di Mozzate e delle future edificazioni previste nel PGT.

3) PRESCRIZIONI n. 206, 207 e 209 di pagina 42 e 43.

Queste prescrizioni interessano le acque sotterranee nella zona toccata dal tracciato tra i Comuni di Mozzate e di Cislago, a causa dell’enorme scavo di sbancamento per la realizzazione della galleria artificiale di Cislago, a ridosso di due distinti quartieri residenziali esistenti di Mozzate e di Cislago.

Nelle prescrizioni sopra citate viene riportato che: “Si dovrà verificare, mediante studi di dettaglio, che la realizzazione di gallerie artificiali e di scavi in trincea non interferisca con il regime delle falde acquifere” e che “ si dovranno definire gli accorgimenti specifici da adottare sia per la fase di cantiere che per quella di esercizio, (…) allo scopo di evitare rischi di inquinamento delle falde e/o modifiche al regime delle acque sotterranee tale da determinare danni agli edifici (…)”.

Inoltre viene detto che: “si dovrà approfondire la caratterizzazione degli acquiferi interferiti dall’opera di progetto con indagini (…) e che occorre inoltre:

prospettare le misure di compensazione ambientale degli eventuali abbassamenti di falda;

adottare, ove è possibile, tutti gli accorgimenti idonei ad evitare che, in fase di scavo e nelle fasi successive, si possano verificare abbassamenti della falda (…).”

Nonostante ciò non risulta agli osservanti che esistano: a) studi di dettaglio; b) accorgimenti specifici da adottare; c) approfondimenti della caratterizzazione degli acquiferi interferiti a supporto del Progetto definitivo. Per questo siamo preoccupati per il pericolo che gli scavi di sbancamento per la galleria vadano ad intercettare le falde acquifere sottostanti nella zona e quindi compromettere irrimediabilmente le falde e la staticità degli edifici esistenti.

Fare uno scavo di sbancamento enorme che parte dalla via Meda di Cislago, a fianco del campo sportivo, fino ad oltre la ferrovia Milano-Varese, creerà una serie notevole di problemi aggiuntivi alle costruzioni esistenti, in mancanza di una totale garanzia che gli edifici dei quartieri sopra

citati, non subiscano danni.

Dai dati in nostro possesso si evince che nel campo sportivo di Cislago, in fregio alla SP 233 Varesina, vi è il vecchio alveo naturale abbandonato del torrente Bozzente. Il quartiere sopra citato di Cislago, si trova a fianco del campo sportivo, in una zona denominata “laghet” ed ha problemi per il fatto che quando piove l’acqua ristagna a causa delle falde acquifere sottostanti che arrivano appena sotto il piano campagna.

La zona interessata dalla galleria nella zona del campo sportivo ha un “grado di vulnerabilità” che va “dall’elevato all’alto” con “un acquifero di tipo libero in materiale alluvionale privo di copertura superficiale e con corso d’acqua sospeso, rispetto alla piezometrica media della falda (alimentazione naturale)”.

Il territorio oltre la parte terminale della galleria di Cislago, dopo la ferrovia, verso Limido, è classificato come “unità idrogeologica argillosa, con acquiferi confinati nei livelli permeabili”.

Avendo l’intero territorio dove è prevista la galleria, un dislivello di quota, riferita al livello del mare di oltre 10 metri, è facilmente intuibile che l’acquifero esistente sotto il campo sportivo venga alimentato dagli acquiferi confinati nei livelli permeabili argillosi.

Il tracciato della galleria di cui trattiamo interessa i due acquiferi sopra citati e quindi per queste motivazioni chiediamo che vengano fatti studi approfonditi e di dettaglio nella zona considerata che affrontino e risolvano i problemi evidenziati, come indicato nelle Prescrizioni del CIPE.

Questo per evitare anche i pericoli futuri di indesiderati allagamenti nella parte bassa della galleria artificiale.

Per ultimo ribadiamo che oltre ad essere fuori luogo è anche non accettabile che vengano proposte “misure di compensazione”, come riportato nelle prescrizioni citate, per “gli eventuali abbassamenti della falda esistente”; non riteniamo possibile promettere “un compenso” di fronte ad un possibile danno annunciato!

4) PRESCRIZIONE n. 151 di pagina 30.

La prescrizione riporta testualmente che per “gli attraversamenti di zone ad alta densità abitativa, dovranno essere individuati e cartografati puntualmente tutti i ricettori sensibili presenti in un ambito territoriale significativo, rispetto ai quali dovranno essere effettuate le seguenti indagini (vedi allegati 1a)”.

La presente Osservazione si riferisce oltre alla Scuola materna di S. Martino (ricettore sensibile) anche e soprattutto ai “ricettori residenziali” degli ambiti territoriali di Mozzate e di Cislago; nello specifico il quartiere esistente e futuro (area di espansione individuata nel PGT con lettera “G”) di Mozzate, a ridosso dell’autostrada, compreso tra la ferrovia Milano- Varese (alla fine della galleria artificiale) ed il Comune di Limido Comasco, ed il quartiere di Cislago, tra il torrente Bozzente e l’inizio della galleria artificiale.

Nell’Allegato “1a” è riportato la prescrizione n. 151 con specificato le varie e numerose indagini ed analisi da effettuare, dettagliati nella DGR n. 7/8313 del 8/3/2002.

Ci riferiamo alle “Modalità e criteri tecnici di redazione della documentazione di previsione di impatto acustico e di valutazione previsionale del clima acustico” allegate alla deliberazione sopra citata, in particolare agli articoli n. 2 e n. 6.

Nell’articolo 2, comma 1, lettera “f”, ad esempio, si fa riferimento ad una serie di “punti adeguati allo scopo di descrivere l’impatto acustico dell’opera, posti nell’ambiente esterno e da individuarsi prima dell’approvazione definitiva del progetto. Tali punti sono individuati in accordo con il/i Comuni e la struttura ARPA territorialmente competente”.

Vengono chiesti inoltre “documentazione di previsione”, “dei valori limite relativi al rumore dovuto all’infrastruttura”, “descrizione, con informazioni dettagliate”, “dati fonometrici derivanti da misurazioni effettuate prima della costruzione”, insomma la richiesta di una moltitudine di documenti che i sottoscritti osservanti non hanno trovato nel progetto definitivo.

In mancanza di tale documentazione non ci è possibile fare una “valutazione comparativa tra lo scenario con presenza e quello con assenza delle opere”, come prevede la LR 13/2001, articolo 5.”

Si chiede il rigoroso rispetto delle prescrizioni citate!

PRESCRIZIONI n. 175 e 177 di pagine 35 e 36.

Nella prescrizione n. 175 si sostiene che “dovrà essere predisposto un progetto di monitoraggio degli effetti indotti dall’infrastruttura sulle componenti vegetazione, fauna ed ecosistemi, con particolare attenzione ai “corridoi ecologici”.

La prescrizione n. 177 tratta dei “sotto passi/sovrappassi per la fauna”.

Il territorio mozzatese è in Provincia di Como e confina con la Provincia di Varese; nei PTCP delle province di Como e Varese è indicato un “corridoio ecologico” nell’intento di unire il Parco Pineta di Appiano/Tradate con l’esistente PLIS del Rugareto in Comune di Cislago, Gorla , ecc.

Occorre segnalare che sul tracciato del corridoio ecologico previsto dal PTCP della Province di Como e Varese, il Comune di Mozzate, con una serie innumerevole di varianti urbanistiche, fatte con la LR 23/97, ha permesso molte edificazioni nella zona compresa tra la SP. 24, via Gramsci, PL Brera privata e pubblica e recentemente con l’approvazione del PGT ha pure previsto in questa zona due aree di sviluppo chiamate “F” e “G”.

Inoltre il tracciato della Pedemontana, in quella zona, occupa interamente alcune aree, le ultime propaggini del PLIS del Rugareto, esistenti tra i Comuni di Mozzate e Cislago.

Quindi questo corridoio ecologico ha una “non continuità” perché dopo il Parco Pineta, dove vi sono “sorgenti di bio diversità di primo livello”, si trovano le urbanizzazioni recenti e previste, la Pedemontana, la linea ferroviaria e la SP 233 Varesina; in questo modo il corridoio viene sacrificato a causa delle incessanti cementificazioni in essere e future nel territorio di Mozzate e dalla nuova strada .

La LR 12/05, articolo 9, comma 1, afferma che devono essere assicurati nell’ambito territoriale anche i “corridoi ecologici”.

Il Settore Pianificazione della Provincia di Como, nel provvedimento di valutazione di compatibilità del PGT col PTCP, condiziona il Comune nel comparto denominato “F” per ricavare un corridoio ecologico della larghezza di almeno 40 metri. Questo ristretto corridoio termina però di fronte alla nuova autostrada e quindi il collegamento tra Parco Pineta e PLIS del Rugareto, indicato nelle previsioni del PTCP, viene fatto naufragare clamorosamente, con una grande perdita dal punto di vista ambientale.

Il “corridoio ecologico” previsto nei PTCP di Como e di Varese, purtroppo non esiste più! L’opportunità, ma anche il diritto di avere il previsto corridoio ecologico che colleghi il Parco Pineta, fonte di sorgenti di bio diversità di primo livello, con il PLIS del Rugareto da una parte e con il Parco del Lura dall’altra, viene sacrificato.

Si chiede nella zona indicata, per evitare la cancellazione totale del corridoio ecologico, ai fini di compensazione ambientale, l’interramento in galleria artificiale del tracciato autostradale, prima e dopo la linea elettrica a 380KV, per una striscia larga almeno 300 metri, tale da permettere la comunicazione diretta del corridoio tra i due Parchi, per aiutare la fauna e gli ecosistemi a superare naturalmente la barriera autostradale o in alternativa.

Rimangono poi da superare le altre barriere esistenti della ferrovia e della SP 233 Varesina, quindi si chiede, sempre per fini compensativi, di prevedere la localizzazione e quindi la costruzione di idonei cunicoli, che mettano in comunicazione entrambi i lati di tutte le "barriere" sopra citate, in modo da non limitare nel loro movimento ogni tipo di animali, come riportato nelle prescrizioni citate.

.6) PRESCRIZIONI dalla n. 263 alla n. 282 di pagina 52-53-54-55-56.

Nella prescrizione n. 279 di pagina 55 è riportato che:” il programma di monitoraggio acustico dovrà essere presentato ai Comuni ed alle strutture dell’ARPA(…) per le Valutazioni di adeguatezza”.

Nella prescrizione successiva trattando di “analisi degli impatti acustici, in termini di incremento delle emissioni dovute al traffico indotto” è riportato che Pedemontana dovrà: “individuare e censire i recettori presenti (residenziali), precisare distanza ed altezza, stimare puntualmente i livelli di rumore ante e post opera e dimensionare le mitigazioni necessarie”.

Purtroppo non si conoscono le “valutazioni di adeguatezza” presentate ai Comuni ed all’ARPA

 

provinciale, né si conoscono tutte le altre analisi riportate nelle Prescrizioni del CIPE e derivanti dalla LR n. 13/2001 e dalla DGR n. 7/8313.

Nella Prescrizione n. 270 di pagina 53 è scritto che : “l’obiettivo di mitigazione dichiarato nello studio e costituito dai livelli di rumore della classe III (3°) può essere considerato adeguato per i recettori residenziali(…)”.

Nella “Classificazione acustica del territorio comunale di Mozzate” è riportato che per “le strade di nuova realizzazione” (DPR 142/2004), in riferimento all’autostrada Pedemontana, i limiti di immissione acustica, individuati per i recettori residenziali sono di 65 (diurno) e 55 (notturni) dB(A).

Secondo il Codice della Strada una nuova autostrada di tipo (A) ha una ampiezza della fascia di pertinenza acustica di 250 metri, con limiti assoluti di immissione di 65 e 55 dB(A), che sono parificati alla classe IV (4°).

La differenza tra la classe III riportata nella prescrizione del CIPE sopra citata e quanto contenuto nel Codice della Strada riferita ad una nuova autostrada che individua i valori limiti assoluti di immissione in classe IV, ci fa supporre che le mitigazioni previste nel progetto definitivo, non sono adeguate per i recettori residenziali dei quartieri esistenti e nei nuovi previsti di Mozzate ed in quello di Cislago, nelle immediate vicinanze del campo sportivo.

Le mitigazioni riportate nel progetto per limitare e ridurre i livelli di rumori prodotti dall’autostrada sono palesemente insufficienti.

E’ evidente l’assoluta mancanza di protezioni fono assorbenti dopo la piazzola idraulica, alla fine della galleria e verso Limido Comasco, a protezione delle nuove aree di espansione previste nel PGT di Mozzate e quelle previste nei vari P.L. residenziali (Brera), lato Mozzate.

Anche per la zona residenziale di Cislago segnaliamo una scarsa attenzione nel progetto per tutelare dal rumore prodotto dalla nuova strada, in prossimità dell’inizio della galleria artificiale.

Si propone di ampliare le barriere fono assorbenti fino al torrente Bozzente, lato Cislago, e dalla parte opposta, lato zona industriale di Mozzate, dal torrente Bozzente alla via Meda, inizio galleria artificiale prefabbricata.

6) RACCOMANAZIONE n. 370 di pagina 76

Nella raccomandazione sopra citata si fa presente che “qualora durante i lavori di cantiere dovessero essere distrutti piezometri inseriti nei Piani di monitoraggio delle falde acquifere delle aree degradate (discariche, cave, ecc.) gli stessi dovranno essere segnalati all’ARPA (…) e ripristinati a spese della società Pedemontana s.p.a.”.

In prossimità dell’area di servizio di Mozzate, compresa l’area per la barriera di esazione, esistono una serie innumerevole di pozzi piezometrici di controllo delle acque di falda, a seguito della realizzazione di numerose discariche di rifiuti esaurite ed in esercizio. Questi pozzi che avrebbero dovuto garantire la possibilità di controllare le acque sotterranee, per il controllo del corretto funzionamento delle discariche, sono localizzati sul percorso della falda esistente, a monte ed a valle delle discariche di Mozzate e di Gorla Maggiore

Ora parecchi (circa 20/25) di questi pozzi spia, convenzionati con privati fino al termine della fase post gestione delle discariche, si trovano sul futuro tracciato dell’autostrada Pedemontana e delle opere connesse (Varesina bis).

Si chiede che tali pozzi, nel rispetto della Raccomandazione citata vengano rifatti prima dell’inizio dei lavori di cantierizzazione, coinvolgendo l’ARPA di Como e di Varese, per definire la localizzazione dei nuovi pozzi-spia e quindi procedere alla trivellazione di nuovi pozzi piezometrici, in alternativa a quelli che dovranno essere sigillati o abbandonati, necessari per il controllo delle acque di falda in ottemperanza dei Decreti dirigenziali della Amministrazione Provinciale di Como n.

18/03 R.C.A. e 13/A/ECO/03.

 
 
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