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Mozzate
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MAGGIO 20108
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OTTOBRE 2013
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OSSERVAZIONE al P.T.R. |
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MARZO 2010
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PEDEMONTANA A MOZZATE SCONTENTI 2010 |
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FEBBRAIO 2010
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INFORMATIVA sull'INCONTRO CON PEDEMONTANA 10 FEBBRAIO 2010 |
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Agosto 2009
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Mozzate cattive notizie |
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APRILE 2009
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02 aprile 2009
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AUTOSTRADA
PEDEMONTANA:
OSSERVAZIONI di "INSIEME IN RETE PER UNO
SVILUPPO SOSTENIBILE"
ai C.d.A di PEDEMONTANA e di CAL sulle
questioni ancora aperte
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Criticità MOZZATE
Dopo
aver svolto nell’ultimo anno un lavoro di informazione e di
coinvolgimento delle cittadinanze in diverse Assemblee locali
organizzate esclusivamente dai Comitati ambientalisti aderente alla
“Rete per uno sviluppo sostenibile“
con l’intento di sostenere un’azione collettiva
volta a
correggere le criticità esistenti sul tracciato e nello
stesso
tempo a mantenere alta l’attenzione delle popolazioni
comasche
toccate dal progetto dell’autostrada pedemontana, sulla
necessità di trovare posizioni concordate sulle
compensazioni
ambientali, chiediamo in modo prioritario,
pena la perdita di credibilità da parte di Pedemontana SpA,
di
eliminare la permanenza delle criticità ancora esistenti e
di
qualificare maggiormente sia le compensazioni ambientali sia le
mitigazioni al tracciato, che
era e che rimane, devastante.
Abbiamo
appreso che una delle maggiori criticità esistenti nella
tratta
“A”, da Cassano Magnago (Va) a Lomazzo (Co),
cioè
l’area di servizio autostradale di Mozzate, è
stata
modificata; verrebbe ridotta dai 200.000 mq. del
progetto preliminare a circa la metà dell’area
prevista.
Può essere un fatto positivo aver salvaguardato quella
superficie boscata, preziosa per Mozzate ed i Comuni limitrofi in
quanto costituisce “zona cuscinetto” a protezione
dei paesi
dalle puzze delle discariche, ma questa correzione non ci soddisfa
ancora perché si poteva salvare più bosco.
1.
Chiediamo
in particolare una riformulazione specifica del progetto che
salvaguardi e tuteli maggiormente l’ambiente nel territorio
comunale essendo già fortemente compromesso da 3 discariche
di
rifiuti esaurite ed ancora da bonificare, di cui 2 poste ai lati
dell’area in questione ed una esistente, da un Piano
provinciale
Cave che prevede l’ escavazione di circa 6 milioni di mc, di
cui
la metà nell’area di servizio (!) e da un
cosiddetto Polo
tecnologico, con impianto di gassificazione, previsto ai margini
dell’area
per i servizi autostradali. Si è in parte ridotta
l’area
di servizio, ma rimane ancora l’area per il casello di
esazione,
sempre localizzato tra le discariche (in un posto infelice!) e
soprattutto nella zona del bosco che viene consumato irrimediabilmente.
L’intera area boschiva può essere interamente
salvata, se
si considera il progetto del 1999, in quella zona!
2.
La
seconda criticità esistente nel territorio comunale di
Mozzate
è la costruzione “dell’opera
connessa” , la
così
detta “Varesina bis” che consideriamo
“una grande
opera inutile”.Sempre nelle vicinanze dell’area di
servizio
e del casello autostradale di esazione di cui sopra, sono stati
progettati ben due svincoli vicini, uno a Cislago ed uno a Mozzate e
diverse rotatorie, in palese contraddizione con le
“Prescrizioni” e le
“Raccomandazioni” approvate
dal CIPE riguardanti il “consumo di suolo” e nello
specifico alla “minimizzazione del consumo di superficie
forestale ed agricolo”.Si chiede di stralciare la Varesina
bis e
nel contempo di coinvolgere le Province di Como e Varese alla
definizione di un Piano specifico della mobilità nella zona
interessata.(vedi punto n. 4)
3.
Un’ultima
criticità prevista dal progetto definitivo del tracciato
autostradale è localizzata in una zona densamente
urbanizzata a
San Martino di Mozzate, alla fine della galleria che sottopassa il
campo sportivo di Cislago, la SP 233 Varesina e la ferrovia
Milano-Varese verso Limido. Purtroppo anche questa criticità
non
è stata risolta, persiste e ciò è
negativo. Il
tracciato prevede il transito a ridosso di un vasto quartiere abitativo
esistente; inoltre in quella stessa zona il Comune di Mozzate ha
previsto nel PGT una “area di trasformazione”
compresa tra
la linea ferroviaria e la nuova autostrada (parzialmente
all’interno delle fasce di salvaguardia).Le Prescrizioni del
CIPE
sostengono in modo categorico di evitare a ridosso della nuova arteria,
future edificazioni; chiediamo di concordare (non imporre) col Comune
il divieto di edificazione e che l’area interessata diventi
di
compensazione ed aiuti a ridurre l’inquinamento
dell’aria e
del rumore per gli edifici già esistenti.
4.
Pedemontana
SpA si faccia promotrice con la REGIONE LOMBARDIA di chiedere alle
Amministrazioni Provinciali di Como e Varese, alla luce del tracciato
definitivo e delle compensazioni ambientali della nuova autostrada, di
rivedere i vari PTCP delle due Province, dal punto di vista della
mobilità, per renderli coerenti ed ambientalmente
sostenibili
con la nuova strada. Noi siamo sempre più convinti che sia
indispensabile una integrazione tra la politica del territorio, le
politiche dei trasporti e quindi della mobilità.
E’
indispensabile promuovere la concertazione con le diverse strutture
territoriali, che
mettano in luce sia i rischi che le
opportunità per lo sviluppo dei territori dovuti alla nuova
autostrada che crea necessariamente, in alcuni Amministratori locali,
una idea “malsana” di progettare, in modo
disordinato e
negativo sempre nuove tangenzialine, raccordi, ecc. Nel sud della
nostra provincia vi sono territori densamente urbanizzati,
caratterizzati da densità urbanistiche troppo elevate, che
se
non bloccate e ridotte porteranno alla conurbazione di tutti i Comuni
della zona, con la creazione di un “unicum” che
unirà Saronno, Tradate, Appiano, Lomazzo, Mozzate e
tutti
i
Comuni compresi. Per troppo tempo si è pensato e ancora si
pensa, di edificare strutture residenziali ed industriali/artigianali
pensando ai progetti di mobilità solo successivamente,
magari
con improvvisate tangenziali e rotatorie. Il
risultato della “filosofia” sopra considerata
è
quello che dopo avere “occupato” l’intero
territorio
del sud
della Provincia, diventa difficoltoso progettare una
viabilità che abbia le idonee caratteristiche salvo
distruggere
quelle poche aree ambientali residue e le aree agricole indispensabili
per poter svolgere ancora attività produttive, come nel caso
di
Mozzate e Lomazzo. E’ il caso della Pedemontana lombarda.
Occorrerebbe sovrapporre l’insieme dei Programmi Urbani di
Mobilità (PUM) dei grossi centri del sud della Provincia di
Como
ed anche di Varese (Appiano, Lomazzo, Mozzate, Saronno, Tradate, ecc.),
finalizzati prioritariamente al miglioramento della
mobilità.
Occorrerebbe quindi che gli Enti da noi indicati recepiscano le
considerazioni riportate e facciano superare definitivamente,
concretamente e correttamente il divorzio tra urbanistica, nuova rete
autostradale e mobilità locale, in quanto ci sembra
l’unico modo per prevenire gli effetti dannosi e caotici di
nuove
dinamiche di trasformazioni territoriali.
5.
Tralasciamo
di approfondire le altre criticità esistenti sul territorio
Mozzatese quali i Corridoi Ecologici, segnalati nel PTCP di Como e
Varese, che dall’autostrada vengono cancellati
irrimediabilmente.
Purtroppo non conoscendo il progetto definitivo (tracciato e
compensazioni) non possiamo approfondire gli argomenti; ci riserviamo
di produrre nei tempi stabiliti, opportune e dettagliate Osservazioni.
Avevamo chiesto come RETE l’avvio di un confronto serio per
approfondire e cercare di risolvere le criticità esistenti
sull’intero tracciato e per migliorare qualitativamente il
progetto. La condivisione per “una autostrada la
più bella
possibile” non c’è stata anche se il
confronto deve
proseguire in fase di
PRESENTAZIONE E ANALISI DELLE
OSSERVAZIONI.
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11 MARZO 2009 |
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Lettera al C.d.A. di Pedemontana del 13/3/09
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Illustrissimo Presidente
FABIO TERRAGNI
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Dopo aver svolto nell’ultimo anno un lavoro di informazione
e di coinvolgimento delle cittadinanze in diverse Assemblee locali organizzate
esclusivamente dai Comitati ambientalisti aderente alla “Rete per uno sviluppo
sostenibile“ con l’intento di sostenere un’azione collettiva volta a correggere
le criticità esistenti sul tracciato e nello stesso tempo a mantenere alta
l’attenzione delle popolazioni comasche toccate dal progetto dell’autostrada
pedemontana, sulla necessità di trovare posizioni concordate sulle compensazioni
ambientali, chiediamo in modo prioritario, pena la perdita di credibilità da
parte di Pedemontana SpA, di eliminare
la permanenza delle criticità ancora esistenti e di qualificare maggiormente
sia le compensazioni ambientali sia le mitigazioni al tracciato, che era e che
rimane, devastante.
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1) Abbiamo appreso che una delle maggiori
criticità esistenti nella tratta “A”, da
Cassano Magnago (Va) a Lomazzo (Co), cioè l’area di servizio autostradale di
Mozzate, è stata modificata; verrebbe ridotta dai 200.000 mq. del progetto
preliminare a circa la metà dell’area prevista.
Può essere un fatto
positivo aver salvaguardato quella superficie boscata, preziosa per Mozzate ed
i Comuni limitrofi in quanto costituisce “zona cuscinetto” a protezione dei paesi
dalle puzze delle discariche, ma questa correzione non ci soddisfa ancora
perché si poteva salvare più bosco.
Chiediamo in
particolare una riformulazione specifica del progetto che salvaguardi e tuteli
maggiormente l’ambiente nel territorio comunale essendo già fortemente
compromesso da 3 discariche di rifiuti esaurite ed ancora da bonificare, di cui
2 poste ai lati dell’area in questione ed una esistente, da un Piano
provinciale Cave che prevede la cavazione di circa 6 milioni di mc di sabbia,
di cui la metà nell’area di servizio (!) e da un cosiddetto Polo tecnologico,
con impianto di gassificazione, previsto ai margini dell’area per i
servizi autostradali.
Si è in parte
ridotta l’area di servizio, ma rimane ancora l’area per il casello di esazione,
sempre localizzato tra le discariche (in un posto infelice!) e soprattutto
nella zona del bosco che viene consumato
irrimediabilmente.
L’intera area
boschiva può essere interamente salvata, se si considera il progetto del 1999,
in quella zona!
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2) La seconda criticità esistente nel territorio comunale di
Mozzate è la costruzione “dell’opera connessa” , la così detta “Varesina bis”
che consideriamo “una grande opera inutile”.
Sempre nelle
vicinanze dell’area di servizio e del casello autostradale di esazione di cui
sopra, sono stati progettati ben due svincoli vicini, uno a Cislago ed uno a
Mozzate e diverse rotatorie, in palese contraddizione con le “Prescrizioni” e
le “Raccomandazioni” approvate dal CIPE riguardanti il “consumo di suolo” e nello
specifico alla “minimizzazione del consumo di superficie forestale ed agricolo”
Si chiede di cassare la Varesina bis e nel contempo di
coinvolgere le Province di Como e Varese alla definizione di un Piano specifico
della mobilità nella zona interessata.(vedi punto n. 4)
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3) Un’ultima
criticità prevista dal progetto definitivo del tracciato autostradale è
localizzata in una zona densamente urbanizzata a San Martino di Mozzate, alla
fine della galleria che sottopassa il campo sportivo di Cislago, la SP 233
Varesina e la ferrovia Milano-Varese verso Limido.
Purtroppo anche
questa criticità non è stata risolta, persiste e ciò è negativo.
Il tracciato prevede il transito a ridosso di un vasto quartiere abitativo
esistente; inoltre in quella stessa zona il Comune di Mozzate ha previsto nel
PGT una “area di trasformazione” compresa tra la linea ferroviaria e la nuova
autostrada (parzialmente all’interno delle fasce di salvaguardia).
Le Prescrizioni del
CIPE sostengono in modo categorico di evitare a ridosso della nuova arteria,
future edificazioni; chiediamo di concordare (non imporre) col Comune il divieto di edificazione e che l’area
interessata diventi di compensazione ed aiuti a ridurre l’inquinamento dell’aria
e del rumore per gli edifici già esistenti.
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4) Chiediamo a
Pedemontana SpA di chiedere alle
Amministrazioni Provinciali di Como e Varese, alla luce del tracciato
definitivo e delle compensazioni ambientali della nuova autostrada, di rivedere
i vari PTCP delle due Province, dal punto di vista della mobilità, per renderli
coerenti ed ambientalmente sostenibili con la nuova strada.
Noi siamo sempre
più convinti che sia indispensabile una integrazione tra la politica del territorio, le politiche dei trasporti e
quindi della mobilità.
E’ indispensabile promuovere la concertazione
con le diverse strutture territoriali,
che mettano in luce sia i rischi che le opportunità per lo sviluppo dei
territori dovuti alla nuova autostrada che crea necessariamente, in alcuni
Amministratori locali, una idea “malsana” di progettare, in modo disordinato e
negativo sempre nuove tangenzialine, raccordi, ecc.
Nel sud della
nostra provincia vi sono territori densamente urbanizzati, caratterizzati da
densità urbanistiche troppo elevate, che se non bloccate e ridotte porteranno
alla conurbazione di tutti i Comuni della zona, con la creazione di un “unicum”
che unirà Saronno, Tradate, Appiano, Lomazzo, Mozzate e tutti i Comuni
compresi.
Per troppo tempo si
è pensato e ancora si pensa, di edificare strutture residenziali ed
industriali/artigianali pensando ai progetti di mobilità solo successivamente,
magari con improvvisate tangenziali e rotatorie.
Il risultato della
“filosofia” sopra considerata è quello che dopo avere “occupato” l’intero
territorio del sud della Provincia, diventa difficoltoso progettare una
viabilità che abbia le idonee caratteristiche salvo distruggere quelle poche
aree ambientali residue e le aree
agricole indispensabili per poter svolgere ancora attività
produttive, come nel caso di Mozzate e Lomazzo.
E’ il caso della Pedemontana
lombarda.
Occorrerebbe
sovrapporre l’insieme dei Programmi Urbani di Mobilità (PUM) dei grossi centri
del sud della Provincia di Como ed anche di Varese (Appiano, Lomazzo, Mozzate,
Saronno, Tradate, ecc.), finalizzati prioritariamente al miglioramento della
mobilità.
Occorrerebbe quindi che gli Enti da noi
indicati recepiscano le considerazioni
riportate e facciano superare
definitivamente, concretamente e correttamente il divorzio tra urbanistica,
nuova rete autostradale e mobilità locale, in quanto ci sembra l’unico
modo per prevenire gli effetti dannosi e
caotici di nuove dinamiche di trasformazioni
territoriali.
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5) Tralasciamo di
approfondire le altre criticità esistenti sul territorio Mozzatese quali i
Corridoi Ecologici, segnalati nel PTCP di Como e Varese, che dall’autostrada
vengono
cancellati irrimediabilmente.
Purtroppo non conoscendo il progetto definitivo (tracciato e
compensazioni) non possiamo approfondire gli argomenti; ci riserviamo di
produrre nei tempi stabiliti, opportune e dettagliate Osservazioni.
Avevamo chiesto
come RETE l’avvio di un confronto serio per approfondire e cercare di risolvere
le criticità esistenti sull’intero tracciato e per migliorare qualitativamente
il progetto.
La condivisione per
“una autostrada la più bella possibile” non c’è stata!
Di ciò ce ne
rammarichiamo e tutto quanto ci lascia profondamente delusi!
Mozzate, 11 marzo 2009.
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OPERE DI
COMPENSAZIONI AMBIENTALI PROPOSTE DALLA RETE |
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INSIEME IN RETE PER UNO SVILUPPO SOSTENIBILE
DOCUMENTO PROGRAMMATICO
per UN INTERVENTO COMUNE e COORDINATO
sulla PIANIFICAZIONE URBANISTICA COMUNALE e SOVRACOMUNALE, in
relazione alla TUTELA DEL TERRITORIO ed alla questione PEDEMONTANA |
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MOZZATE
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PREMESSO CHE:
il Comune di Mozzate (Co) ha approvato il Piano di Governo del
Territorio il 28/2/2008 e tale Piano oltre a non essere stato condiviso
e partecipato, non ha perseguito nessuna salvaguardia e valorizzazione
delle aree agricole, tant’è che le “aree
di
sviluppo” previste sono state localizzate tutte
all’interno
di “un unicum” ancora agricolo, nonostante la
nostra zona
sia già fortemente urbanizzata e con grossi rischi di totale
conurbazione tra Comuni limitrofi; la Provincia di Como ha disposto
delle prescrizioni che limitano il consumo del territorio previsto,
avendo quest’ultimo un forte valore
ambientale che contribuisce al miglioramento della vita di ogni
Mozzatese; gli elaborati progettuali del tracciato della Pedemontana
determinano pesantissime ricadute ambientali sul nostro territorio;
sul territorio di Mozzate esistono ben 4 siti di discarica di RSU, di
cui uno attivo ed i restanti esauriti, ma ancora da bonificare e che
questi siti in precedenza erano cave di sabbia e ghiaia inseriti nei
Piani di cavazione Provinciali;
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SI
RICHIEDE:
una
riformulazione parziale del progetto dell’opera che
salvaguardi
il più possibile l’ambiente del territorio
comunale,
fortemente compromesso, introducendo opportune opere di compensazione
ambientale capaci di ricucire il territorio, deturpato da questa
infrastruttura e cassando opere che riteniamo inutili (vedi Varesina
bis) a causa dell’eccessivo consumo di territorio.
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Nel merito si propone:
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1) CORRIDOIO ECOLOGICO.
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Il
territorio mozzatese è in Provincia di Como e confina con la
Provincia di Varese. Nei PTCP delle province di Como e
Varese
è indicato un “corridoio ecologico”
nell’intento di unire il Parco Pineta di Appiano/Tradate con
l’esistente PLIS del Rugareto in Comune di Cislago,
Gorla ,
ecc.. Occorre segnalare che sul tracciato del corridoio ecologico
previsto dal PTCP della Province di Como e Varese, il Comune di
Mozzate, con una serie innumerevole di varianti urbanistiche, fatte con
la LR 23/97, ha permesso molte edificazioni nella zona compresa tra la
SP. 24, via Gramsci, PL Brera privata e pubblica e recentemente con
l’approvazione del PGT ha pure previsto in questa zona due
aree
di sviluppo chiamate “F” e “G”.
Inoltre
il tracciato della Pedemontana, in quella
zona, occupa
interamente alcune
aree, le ultime propaggini del PLIS del Rugareto, esistenti tra i
Comuni di Mozzate e Cislago. Quindi questo corridoio ecologico ha una
“non continuità” perché dopo
il Parco Pineta,
dove vi sono “sorgenti di bio diversità di primo
livello”, si trovano le urbanizzazioni recenti e previste, la
Pedemontana, la linea ferroviaria e la SP 233 Varesina; in questo modo
il corridoio viene sacrificato a causa delle incessanti
cementificazioni in essere e future nel territorio di Mozzate e dalla
nuova strada (vedi PGT Mozzate – tavola A.22). La LR 12/05,
articolo 9, comma 1, afferma che devono essere assicurati
nell’ambito territoriale anche i “corridoi
ecologici”. Il Settore Pianificazione della Provincia di
Como,
nel provvedimento di valutazione di compatibilità del PGT
col
PTCP, condiziona il Comune ad effettuare diverseprescrizioni e nel caso
a prevedere norme che
escludano la trasformazione d’uso del suolo nel comparto
denominato “F” per ricavare un corridoio ecologico
della
larghezza di almeno 40 metri. Questo ristretto corridoio termina
però di fronte alla nuova autostrada e quindi il
collegamento
tra Parco Pineta e PLIS del Rugareto, indicato nelle previsioni del
PTCP, viene fatto naufragare clamorosamente, con una grande perdita dal
punto di vista ambientale.
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Si
chiede nella zona indicata, per evitare la cancellazione totale del
corridoio ecologico, ai fini di compensazione ambientale,
l’interramento in galleria artificiale del tracciato
autostradale, prima e dopo la linea elettrica a 380KV, per una striscia
larga almeno 300 metri, tale da permettere la comunicazione diretta del
corridoio tra i due Parchi, per aiutare la fauna e gli ecosistemi a
superare naturalmente la barriera autostradale. Rimangono poi da
superare le altre barriere esistenti della ferrovia e della SP 233
Varesina, quindi si chiede,sempre per fini compensativi, di prevedere
la localizzazione e quindi
la costruzione di idonei cunicoli, che mettano in comunicazione
entrambi i lati delle "barriere" sopra citate, in modo da non limitare
nel loro movimento ogni tipo di animali.
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2) AREA DI
TRASFORMAZIONE. |
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Nel
PGT di Mozzate è prevista una “area di
trasformazione” indicata con la lettera
“G” in
zona S. Martino, a ridosso della stessa autostrada e della ferrovia, o
meglio parzialmente all’interno della fascia di salvaguardia
della nuova strada. Da considerare che a ridosso dell’area
“G” il tracciato della Pedemontana è
previsto in
galleria, ma la fascia di salvaguardia ha al proprio interno diverse
abitazioni esistenti. Si sostiene nelle prescrizioni di evitare nel
futuro edificazioni a ridosso della nuova arteria e invece il tracciato
tra il Comune di Cislago (Va) e Mozzate (Co) prevede il transito a
fianco di un quartiere abitativo esistente; ciò non ha
senso! Il
territorio di cui si parla è già troppo
densamente
urbanizzato, tale da non permettere infrastrutture del tipo prevista,
se non rovinare irrimediabilmente il territorio e
l’ambiente della nostra zona; rimarchiamo che questo tronco
costituisce una delle maggiori criticità
dell’intera
tratta e per questo crediamo occorra porre una particolare specifica
attenzione. Si chiede quindi che l’intera
“area di
trasformazione” indicata con la lettera
“G” rimanga
totalmente priva di costruzioni di qualsiasi tipo e che invece sia
utilizzata come area di mitigazione e compensazione ambientale con
funzioni di parco attrezzato e con eventuale orto botanico, avente
valenza educativa aperto alla fruibilità dei cittadini.
Chiediamo inoltre che venga riconosciuta la priorità di
ridurre
gli inquinanti (polveri e rumori) che ne deriveranno
dall’opera
in costruzione a ridosso del quartiere abitativo esistente in
località S. Martino, e che per limitare al minimo le
nocività di una strada occorrano enormi sforzi finanziari
per
cui suggeriamo sull’intero territorio comunale
l’asfalto
bituminoso anti rumore (BBTM), schermi anti rumore e collinette con
siepi idonee e insonorizzazione delle facciate delle abitazioni
prospicienti la strada; deve essere chiaro che la nuova strada non
dovrà aumentare di un solo decibel il rumore del territorio
attraversato!
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3)
AREA DI SERVIZIO: |
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A)
L’area di servizio prevista inizialmente sul territorio del
Comune di Gorla è stata localizzata tra i boschi
di
Mozzate, contigua a ben due discariche di RSU esaurite, ma ancora da
bonificare. Questa sciagurata localizzazione distrugge
irrimediabilmente oltre 200.000 mq. di bosco pregiato, è
attraversata centralmente dal torrente Gradaluso, ha ai lati due
discariche di rifiuti posati anche in elevazione ed è
previsto
un “polo” di produzione di energia elettrica da
rifiuti
biodegradabili. Nelle prescrizioni proposte dai Ministeri delle
infrastrutture e dei trasporti, allegate alla deliberazione del CIPE
del 29/3/06, a pagina 34, per le aree di servizio, è
riportato
che dette aree "dovranno essere connotate ANCHE come spazi per il tempo
libero, fruibili dall'esterno dell'autostrada". Le discariche di
rifiuti ai lati e quelle vicine producono delle puzze
insopportabili epensiamo proprio che l’Area di servizio
potrà servire “come spazi per il tempo
libero”. Si
richiede di ripensare, o meglio fare una attenta ed approfondita
valutazione se un’area di servizio serve dove è
ora
localizzata o non è meglio prevederla in un altro posto ,
magari
in una zona un “tantino” più salubre!
Sempre nelle “prescrizioni” di cui
sopra, a pagina 33 è riportato che “le superfici
da
disboscare” dovranno essere quantificate ed altrettante aree
dovranno essere rimboschite (D.Lgs 227/01). Siccome nel territorio del
Comune di Mozzate, per realizzare solo l’area di servizio si
distruggeranno oltre 200.000 mq. di bosco pregiato, non esistono spazi
così estesi per il rimboschimento, se non togliendo le
residue
aree salvate dalla cementificazione del paese,
all’agricoltura.
Si chiede una diversa localizzazione dell’area di servizio
oltre
alla messa in sicurezza, la bonifica ed il ripristino
ambientale delle “aree soggette a bonifica in
prossimità
del tracciato”, cioè delle due discariche, Mozzate
1 e
Mozzate 2, ai lati dell’area di servizio, come riportato
nelle
prescrizioni, a pagina n. 48, oppure che questa enorme area pregiata
sia ridotta ad una semplice area per la sosta. questo è
riportato pure in verbali ufficiali redatti dai controlli ARPA, per cui
non B)
A supporto della richiesta sopra avanzata non va dimenticato che
esattamente a metà dell’area prevista
per i servizi
autostradali di cui sopra, transita il torrente
“Gradaluso”
di cui si sono appena risanati gli argini, fatto un nuovo ponte e
costruito un’area immensa per eventuale spagliamento in caso
di
piena, il tutto con notevoli spese di soldi pubblici! Ora con la
volontà di costruire l’area di servizio e la
Pedemontana
si dovrebbe pensare o a deviare il corso d’acqua fuori
dall’area prevista o a interrarlo. Entrambe le soluzioni che
si
prospettano ci paiono pessime e occorre anche dire che nelle
prescrizioni contenute nella deliberazione del CIPE non sono riportate
soluzioni attuative del caso. Si chiede, sempre con finalità
compensative, di predisporre una apposita progettazione con lo scopo di
dare una soluzione accettabile al problema posto
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4) SVINCOLI: Autostrade Lombarde SpA
Provincia
di Bergamo
ABM SpA
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Progettare
due svincoli vicini, Cislago e Mozzate, significa una palese
contraddizione alle “Raccomandazioni” allegate alla
deliberazione del CIPE citata sopra, di pagina 76 , riguardanti il
“consumo del suolo”. Anche la
“Prescrizione” di
pagina 68 riferita alle “opere connesse e relativi
svincoli” induce a “minimizzare il consumo di
superfici
agro - forestali” ed a riconoscere le
“compensazioni
ambientali”. Viene raccomandata la “minimizzazione
di consumo di superficie forestale ed agricolo” poi
invece
si
prevedono due svincoli a distanza di solo due Km, che consumano
irrimediabilmente, per sempre, una enormità di suolo
pregiato e
lo stesso vale per il tracciato della cosiddetta Varesina bis e le
numerose rotatorie previste. Si chiede in rispetto ed in coerenza alle
“Raccomandazioni” e
“Prescrizioni” citate di
rivedere la soluzione dei due svincoli con l’intento di
eliminarne almeno uno e di ridurre “le opere
connesse” per
consumare una minor quantità di suolo, come compensazione
ambientale.
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5) CAVE:
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Nella
zona compresa tra gli ipotetici svincoli di Cislago e Mozzate, vi sono
nel sottosuolo, considerevoli giacimenti di materiali
sabbiosi e
ghiaiosi. Si chiede l’esonero nei nostri Comuni delle
“cave
di prestito”, diversamente da quanto riportato nella tavola
del
progetto preliminare della tratta ”A” e nelle
“Prescrizioni” di pagina 47 e 48. A compensazione
ambientale delle enormi superfici di territorio che i Comuni del
“Mozzatese”, inteso come Comuni di Mozzate,
Cislago, Carbonate e Gorla, concedono per il transito
della nuova autostrada, si chiede di evitare di permettere la creazione
di nuove
cave, sia di “prestito” sia da inserire nei Piani
provinciali cave di Varese e Como.
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6) “LAGHET”:
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Per
quanto riguarda l’area a fianco del campo sportivo di
Cislago,
(denominata “Laghet” per via che quando piove,
subito
l’acqua ristagna a causa delle falde acquifere sottostanti
che
arrivano appena sotto il piano campagna), dove il tracciato
dell’Autostrade Lombarde SpA
Provincia di Bergamo
ABM SpA
autostrada è
previsto in galleria artificiale, si fa
presente che in tale sito i lavori di costruzione interferiranno senza
ombra di dubbio con il regime delle falde presenti. Da ricordare che lo
stesso Comune di Cislago prende il nome dal fatto di essere al di qua o
al di là (a seconda di dove si guarda) del lago, nel nostro
caso
del “laghet”. Non abbiamo trovato prescrizioni per
come
eseguire i lavori in un sito che ha le caratteristiche di
“delicatezza ambientale” e che può
compromettere
l’equilibrio idrogeologico superficiale e sotterraneo. Le
opere
di fondazioni sotto falda potrebbero portare inquinamento alle falde
sottostanti e/o l’abbassamento delle falde stesse creando
problematiche serie all’approviggionamento idrico e
sull’impatto nelle varie zone del Comune. Per le motivazioni
sopra descritte si chiedono approfondite indagini geologiche,
idrogeologiche e geotecniche per affrontare e risolvere il problema
evidenziato; se questo problema non trova soluzioni condivise,
riteniamo di non poter accettare misure di compensazioni ambientali per
“gli eventuali abbassamenti della falda” esistente
come
riportato nelle “Prescrizioni” di pagina 42,
allegatealla deliberazione del CIPE.
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7) PROTEZIONE INCENDI:
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Riteniamo
utile che una delle prime cose da chiedere come compensazione
ambientale, a causa della costruzione della nuova autostrada, sia la
protezione dagli incendi. L’ottanta per cento degli incendi
iniziano in prossimità degli assi di circolazione e delle
zone
urbane; occorre quindi prevenire gli incendi delle stoppie, degli
cespugli e dei boschi, come un obiettivo prioritario. Chiediamo quindi
un progetto per la predisposizione di dispositivi automatici di
prevenzione contro il fuoco, che contribuiscano alla sicurezza degli
automobilisti, degli abitati e del verde. Occorrerà che nel
progetto siano previsti degli idonei serbatoi sul tracciato dei Comuni
del Mozzatese, capaci di contenere una quantità sufficiente
di liquidi per ogni evenienza. Si può programmare la
raccolta delle acque di pioggia dall’asfalto, separando le
“acque di prima pioggia”, con canalizzazioni che
trasferiscano le acque sature di inquinanti in apposite vascheper essere
successivamente smaltite negli appositi depuratori, dalle acque
necessarie per lo spegnimento degli incendi. Sarà pure
necessario organizzare Il
taglio dell’erba in modo
preventivo, quando l’erba vicino alle reti sarà
ancora
verde.
i Questo
progetto di protezione dagli incendi dovrà
contenere un serio
Piano di manutenzione, in quanto il rischio
incendi non deve essere sottovalutato in quanto la posta in gioco
è importante.
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8) SP 233 VARESINA:
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In un verbale
datato 6/5/1999 il Sindaco di Mozzate in carica “esprimeva
parere
favorevole sulla fattibilità del tracciato autostradale
Turate
– Solbiate Olona a condizione che (…) venga
contestualmente definita la “Varesina bis” da
Saronno a
Tradate”. I motivi principali per la costruzione di una nuova
arteria erano che la viabilità della allora SS 233
“Varesina” era congestionata e caotica. Nel primo
studio di
fattibilità dell’Ing. Da Rios si parlava di
“strada
elevatamente compromessa” addebitando alla statale esistente
“una continuità insediativa lungo
l’intero
tratto” e concludeva che era impossibile qualsiasi soluzione
di
riqualificazione e che invece occorreva “pensare
esclusivamente
ad una variante integrale”. Noi Comitati sostenevamo allora
che
se vi era stato nel passato urbanizzazioni incontrollate e fuori da
ogni normale pianificazione, era assurdo pensare di risolvere il
problema della viabilità costruendo una nuova strada
parallela
alla esistente; questa filosofia era frutto di una visione limitata a
fronte del disastro urbano creato. Allora ed oggi sosteniamo che
ragionando in termini di risorse territoriali e siccome per una nuova
strada consumiamo per sempre molto suolo senza che venga garantita la
rigenerazione, il territorio che si ritiene necessario, non deve essere
consumato. Crediamo fermamente invece che sia possibile ed
utile
una
riqualificazione dell’intera tratta della SP 233 da Saronno a
Tradate e a Varese. Per progettare una riqualificazione efficace ed
efficiente della strada di cui parliamo occorra innanzi tutto bloccare
i nuovi insediamenti previsti a ridosso della strada ed i cambi di
destinazione d’uso (centri commerciali, negozi, alberghi,
ecc)
che creano ulteriore traffico in un’area già
fortemente
congestionata. Tutti i Comuni toccati dalla Varesina hanno avuto uno
sviluppo urbano su entrambi i lati della strada; occorrerebbe che tutti
i Comuni, applicando i Piani Urbani del Traffico (PUT), prevedano di
evitare che l’attuale tracciati viario serva
per il collegamento delle due parti in cui è diviso il
paese. In
ogni singolo Comune occorrerebbe prevedere almeno un sotto passo o
sovrappasso e qualche rotatoria, in modo tale che le due parti si
possano collegare senza utilizzare il tracciato
della
Varesina. Le rotatorie che dovranno sostituire gli attuali incroci
semaforici, servono anche per eliminare le svolte a sinistra, che
fermano i veicoli sulla strada, fonte di situazioni pericolose;
altresì si dovranno eliminare ,in ogni Comune la maggior
parte di strade di accesso o di uscita, programmando una viabilità locale che
collega le varie parti con i sotto passi o le rotatorie. Ricordiamo che
le fermate dei veicoli agli impianti semaforici esistenti, sono fonti
di inquinamento acustico ed atmosferico. Con l’adozione di
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questi
accorgimenti la Varesina attuale acquisterebbe dei vantaggi certi, di
aumentare la velocità commerciale degli automezzi, di
diventare
un’arteria sicura e di creare nello stesso tempo meno
inquinamento (rumore e polveri). Nelle vicinanze di obiettivi
strategici (scuole, Case di ricovero, ecc) il rumore della Varesina
può essere contenuto ai livelli imposti dalla legislazione
vigente eseguendo
delle barriere idonee, riportando
comunque alla normalità alcune situazioni critiche che
purtroppo
residuano dai Piani di risanamento, mai attuati dai Sindaci. Con queste
sommarie proposte di azioni l’attuale SP 233 può
diventare
una strada con un ottimo scorrimento, con una invidiabile sicurezza,
con un rispetto certo degli inquinanti e quindi a favore della salute e
sopra tutto non sprecherebbe enormi quantità di risorse
territoriali (suolo) e di denari. Per non proporre una soluzione, che a
prima vista sembrerebbe semplicistica, diciamo che occorrerebbe,
assieme a quanto sopra, una migliore programmazione e
funzionalità dei mezzi del trasporto pubblico,
treni ed autobus. Per questo proponiamo che per la compensazione
ambientale del tracciato
della Pedemontana, che noi non
avremmo voluto, se non privilegiando interventi “di grana
fine” ed utilizzando meglio alcuni tratti esistenti, si
chieda la
soppressione del progetto della cosiddetta “Varesina
bis”
dal progetto della Pedemontana lombarda, ritenendola una
“grande
opera inutile” e sostituendola con un nuovo progetto di
riqualificazione che oltre ai vantaggi indicati sopra risulterebbe
enormemente più redditizia.
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Osservazioni
presentate da Insieme in rete
per uno sviluppo sostenibile |
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OSSERVAZIONI
AL
PROGETTO DEFINITIVO DI AUTOSTRADA PEDEMONTANA
COMUNE di MOZZATE
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TRACCIATO
AUTOSTRADA PEDEMONTANA
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1°)
Parte del bosco salvato dalla realizzazione dell’autogrill di
MOZZATE.
La
sciagurata scelta di localizzare un’area di servizio in una
rara
zona boscosa di pianura “su indicazione del Comune di
Mozzate”
com’è riportato nella relazione ambientale della
tratta “A”
dal titolo “Il bosco del Rugareto e l’area di
servizio di
Mozzate”, inserita tra discariche dismesse ed ancora attive,
è
stata marginalmente e parzialmente modificata, ma non in modo
sufficiente.
La
criticità progettuale dell’area di servizio
prevista inizialmente
per un consumo di bosco di oltre 200.000 mq., collegata alla
criticità della cosi detta “Varesina
bis” che contribuisce al
consumo spropositato di suolo boschivo a causa delle innumerevoli
rotatorie e del casello di esazione, non sono state sanate.
E’
inoltre riportato sul documento citato che in conseguenza della
devastazione di cui sopra, si sono dovuti “aumentare
sensibilmente
gli interventi ambientali” e prevedere “ampi
interventi di
compensazione” per cui “il paesaggio agrario viene
valorizzato
con la costruzione di filari, siepi, fasce boscate”.
VISTO che
l’area di servizio prevista nel progetto preliminare
è stata
ridotta salvaguardando una porzione di area boschiva a ridosso della
ex discarica “Boschi Ramascioni” esaurita, ma non
ancora
bonificata, SI CHIEDE che quest’area sia riqualificata,
inserendola nel Progetto locale di compensazione n. 6, preservandola
e con
funzioni di filtro tra la costruenda area di servizio e le
discariche.
2°)
Galleria artificiale a ridosso del nucleo urbano di San Martino di
MOZZATE.
Il progetto
definitivo ha rivelato la difficile soluzione costruttiva della
galleria artificiale progettata a ridosso di un quartiere
residenziale esistente e di un’area di sviluppo abitativo,
individuata nel PGT di Mozzate ed indicata con la lettera
“G”.
Andare a
fare uno scavo di sbancamento enorme tra la ferrovia Milano-Varese e
la S.P. 233, creerà certamente ulteriori problemi aggiuntivi
alle
costruzioni esistenti, per cui si chiede con forza una garanzia
preventiva ed assoluta che gli edifici non subiscano danni ulteriori.
Non
risulta inoltre agli scriventi che ci sia una Relazione geologica a
supporto del progetto e quindi la preoccupazione maggiore è
che le
escavazioni vadano ad intercettare le falde acquifere sottostanti in
quella zona e compromettere irrimediabilmente la falda e la
staticità
delle costruzioni esistenti.
Per
quanto riguarda invece la nuova area di sviluppo prevista dal PGT di
Mozzate, posizionata a ridosso delle fasce di rispetto della
costruenda autostrada, non più in galleria, si chiede che
tale area
sia inserita totalmente nel progetto di compensazione a tutela delle
residenze esistenti, come da prescrizioni del CIPE.
Si propone
quindi la creazione di un bosco parallelo a quello proposto nel
Comune di Cislago, che inizi al termine della galleria, dopo la
ferrovia e con lunghezza pari al bosco di Cislago, a protezione
della futura area di sviluppo prevista e della nuova pista ciclabile e
di sostituire la vasca di laminazione con un apposito impianto di
fito/depurazione.
Si
avrà
così un bosco/parco intercomunale con funzione di filtro tra
la
strada e l’abitato esistente.
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OPERE DI
COMPENSAZIONE AMBIENTALE
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3°)
Nuovo bosco tra lo svincolo di Cislago (Progr.
Km. 8+025) con l’opera connessa “Varesina
bis” ed il torrente
Bozzente.
Questo
nuovo bosco progettato per compensare la grossa criticità
dell’area
di servizio e dell’opera connessa “Varesina
bis” è localizzato
meglio degli altri.
L’intervento
di nuova forestazione che viene proposto, oltre a schermare i nuclei
di Mozzate e Cislago a causa del rilevante consumo di boschi per
l’area di servizio, avrà benefiche funzioni
naturalistiche,
paesaggistiche, di filtro e fascia tampone (buffer strip) e di
abbattimento degli inquinanti dovuti al tracciato autostradale verso
le nuove zone di sviluppo, individuate dal PGT di Mozzate.
Questo
nuovo bosco potrà avere anche una funzione di frangivento in
quanto
è previsto in una posizione priva di ostacoli naturali, non
sottrae
aree alle unità produttive agricole esistenti essendo
circondato da
boschetti consolidati ed infine è messo a protezione di una
“vasca
volano” localizzata dai Comuni di Cislago e Mozzate, sulle
rive del
torrente Bozzente.
Proponiamo
che il nuovo bosco di compensazione ambientale sia ampliato,
aggiungendo la rimanente porzione a ridosso del confine di Cislago,
verso il torrente Bozzente, a chiusura tra la zona boschiva esistente
e la nuova autostrada.
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PRESCRIZIONI
CIPE
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In
riferimento alle Prescrizioni ed alle Raccomandazioni proposte dal
Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, approvate dal CIPE
con deliberazione n. 77 del 29/3/2006, si fa presente quanto segue:
PRESCRIZIONI n.
33 di pagina 7, n. 114 di pagina 24 e n. 123 di pagina 26.
Nella parte
finale della prima prescrizione citata viene ordinato di
“verificare
altresì la possibilità di spostare nella medesima
area (area di
servizio di Mozzate) anche il posto di manutenzione già
previsto in
territorio di Cislago”.
Si
chiedeva di “verificare” se nell’area di
servizio di Mozzate,
oltre ad albergo, ristorante e spazio per rifornimento carburanti, si
potesse realizzare “anche il posto di manutenzione”.
L’intera
area di servizio progettata nel preliminare era devastante e lo
è
ancora nel progetto definitivo ed era stata indicata, non solo da
noi, come una “criticità”!
L’area
di cui si parla si trova in mezzo a due discariche esaurite di
rifiuti, ma non ancora bonificate, vicina ad altra discarica di
rifiuti attiva e funzionante e per la realizzazione dell’area
di
servizio dovranno essere abbattuti oltre 140.000 mq. di bosco
pregiato. Tagliare per sempre, dopo che erano stati preservati da
tutte le generazioni passate, quella quantità enorme di
boschi che
costituiscono una “ barriera “ verso
l’abitato di Mozzate nei
riguardi delle puzze prodotte dai rifiuti, assomiglia ad “un
disastro annunciato”!
Nelle
prescrizioni si chiedeva quindi di verificare se il posto di
manutenzione previsto nel Comune di Cislago poteva essere individuato
all’interno dell’area di servizio di Mozzate.
Nel
progetto definitivo costatiamo senza conoscerne le argomentazioni che
la “verifica ordinata” ha portato ad individuare
l’area di
manutenzione all’interno dell’area di servizio di
Mozzate.
Ciò
è
in palese contrasto con la prescrizione n. 114 di pagina 24 che
riporta testualmente: “relativamente alle aree di servizio si
propone di ricercare localizzazioni e soluzioni progettuali che
risparmino le aree boscate”.
Nell’area
di servizio di Mozzate si doveva e poteva escludere il “posto
di
manutenzione/posto neve” e si sarebbero, in coerenza con la
prescrizione citata, “risparmiato le aree boscate”.
Non vi è
traccia di una pur sintetica relazione nel progetto definitivo che
dimostri le condizioni favorevoli individuate durante la
“verifica”
per giustificare lo spostamento del posto di manutenzione da Cislago
all’area di servizio di Mozzate.
Va pure
detto che la prescrizione n. 123 di pagina 26 chiede che per
“ il
posto di manutenzione e neve di Cislago dovrà essere
ricercata una
nuova collocazione possibilmente all’interno di uno degli
svincoli
previsti (…)”.
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La
prescrizione è stata totalmente disattesa!
Non
vorremmo che la decisione di collocare l’area di manutenzione
nell’area di servizio di Mozzate sia stata accettata dalla
stessa
Amministrazione Comunale come fu per l’area di servizio,
com’è
riportato nella Relazione del progetto definitivo della tratta
“A”
che è stata individuata “su indicazione del Comune
di Mozzate”. Questa indicazione scellerata denota
l’assenza di razionalità
ambientale in chi ha proposto ed in chi ha accettato quella scelta in
assenza di una seppur minima valutazione ambientale, solo per fare
cassa.
Si
chiede, coerentemente con le tre prescrizioni citate, una diversa
localizzazione del posto manutenzione/neve col risultato di
“risparmiare aree boscate” nell’area di
servizio di Mozzate, quindi di ridurla ulteriormente in modo da
risparmiare aree agricole
previste per creare nuovi boschetti a compensazione
dell’enorme
bosco consumato irrimediabilmente per l’area di servizio di
Mozzate!
2) PRESCRIZIONE
n. 35 di pagina 7.
E’
riportato che “per l’attraversamento
dell’area urbanizzata di
Cislago, di allungare la galleria il più possibile in
direzione
ovest”.
Quanto
stabilito non è stato fatto nel progetto definitivo in
quanto la
galleria in questione non solo non è stata allungata, ma
è stata
incomprensibilmente ridotta dagli 800 metri del progetto preliminare
ai 565 metri del definitivo.
La
prescrizione era ed è comprensibile ed ineccepibile in
quanto
l’inizio e la fine della galleria sono posti a ridosso di un
quartiere residenziale di Cislago e dall’altro lato, di
alcune case
di Mozzate che si pensa di “proteggere” con
mitigazioni di scarsa
efficacia.
Si
chiede:
A) di
allungare la galleria da una parte fino al termine del quartiere
residenziale di Cislago, verso il torrente Bozzente e
dall’altra
parte, verso il Comune di Limido, a salvaguardia e protezione del
quartiere residenziale esistente di Mozzate e delle future
edificazioni previste nel PGT.
3)
PRESCRIZIONI n. 206, 207 e 209 di pagina 42 e 43.
Queste
prescrizioni interessano le acque sotterranee nella zona toccata dal
tracciato tra i Comuni di Mozzate e di Cislago, a causa
dell’enorme
scavo di sbancamento per la realizzazione della galleria artificiale
di Cislago, a ridosso di due distinti quartieri residenziali
esistenti di Mozzate e di Cislago.
Nelle
prescrizioni sopra citate viene riportato che: “Si
dovrà
verificare, mediante studi di dettaglio, che la realizzazione di
gallerie artificiali e di scavi in trincea non interferisca con il
regime delle falde acquifere” e che “ si dovranno
definire gli
accorgimenti specifici da adottare sia per la fase di cantiere che
per quella di esercizio, (…) allo scopo di evitare rischi di
inquinamento delle falde e/o modifiche al regime delle acque
sotterranee tale da determinare danni agli edifici
(…)”.
Inoltre
viene detto che: “si dovrà approfondire la
caratterizzazione
degli acquiferi interferiti dall’opera di progetto con
indagini (…)
e che occorre inoltre:
prospettare
le misure di compensazione ambientale degli eventuali abbassamenti di
falda;
adottare,
ove è possibile, tutti gli accorgimenti idonei ad evitare
che, in
fase di scavo e nelle fasi successive, si possano verificare
abbassamenti della falda (…).”
Nonostante
ciò non risulta agli osservanti che esistano: a) studi di
dettaglio;
b) accorgimenti specifici da adottare; c) approfondimenti della
caratterizzazione degli acquiferi interferiti a supporto del Progetto
definitivo. Per questo siamo preoccupati per il pericolo che gli
scavi di sbancamento per la galleria vadano ad intercettare le falde
acquifere sottostanti nella zona e quindi compromettere
irrimediabilmente le falde e la staticità degli edifici
esistenti.
Fare uno
scavo di sbancamento enorme che parte dalla via Meda di Cislago, a
fianco del campo sportivo, fino ad oltre la ferrovia Milano-Varese,
creerà una serie notevole di problemi aggiuntivi alle
costruzioni
esistenti, in mancanza di una totale garanzia che gli edifici dei
quartieri sopra
|
citati, non
subiscano danni.
Dai dati
in nostro possesso si evince che nel campo sportivo di Cislago, in
fregio alla SP 233 Varesina, vi è il vecchio alveo naturale
abbandonato del torrente Bozzente. Il quartiere sopra citato di
Cislago, si trova a fianco del campo sportivo, in una zona denominata
“laghet” ed ha problemi per il fatto che quando
piove l’acqua
ristagna a causa delle falde acquifere sottostanti che arrivano
appena sotto il piano campagna.
La zona
interessata dalla galleria nella zona del campo sportivo ha un
“grado
di vulnerabilità” che va
“dall’elevato all’alto” con
“un
acquifero di tipo libero in materiale alluvionale privo di copertura
superficiale e con corso d’acqua sospeso, rispetto alla
piezometrica media della falda (alimentazione naturale)”.
Il
territorio oltre la parte terminale della galleria di Cislago, dopo
la ferrovia, verso Limido, è classificato come
“unità
idrogeologica argillosa, con acquiferi confinati nei livelli
permeabili”.
Avendo
l’intero territorio dove è prevista la galleria,
un dislivello di
quota, riferita al livello del mare di oltre 10 metri, è
facilmente
intuibile che l’acquifero esistente sotto il campo sportivo
venga
alimentato dagli acquiferi confinati nei livelli permeabili
argillosi.
Il
tracciato della galleria di cui trattiamo interessa i due acquiferi
sopra citati e quindi per queste motivazioni chiediamo che vengano
fatti studi approfonditi e di dettaglio nella zona considerata che
affrontino e risolvano i problemi evidenziati, come indicato nelle
Prescrizioni del CIPE.
Questo
per evitare anche i pericoli futuri di indesiderati allagamenti nella
parte bassa della galleria artificiale.
Per
ultimo ribadiamo che oltre ad essere fuori luogo è anche non
accettabile che vengano proposte “misure di
compensazione”, come
riportato nelle prescrizioni citate, per “gli eventuali
abbassamenti della falda esistente”; non riteniamo possibile
promettere “un compenso” di fronte ad un possibile
danno
annunciato!
4)
PRESCRIZIONE n. 151 di pagina 30.
La
prescrizione riporta testualmente che per “gli
attraversamenti di
zone ad alta densità abitativa, dovranno essere individuati
e
cartografati puntualmente tutti i ricettori sensibili presenti in un
ambito territoriale significativo, rispetto ai quali dovranno essere
effettuate le seguenti indagini (vedi allegati 1a)”.
La
presente Osservazione si riferisce oltre alla Scuola materna di S.
Martino (ricettore sensibile) anche e soprattutto ai
“ricettori
residenziali” degli ambiti territoriali di Mozzate e di
Cislago;
nello specifico il quartiere esistente e futuro (area di espansione
individuata nel PGT con lettera “G”) di Mozzate, a
ridosso
dell’autostrada, compreso tra la ferrovia Milano- Varese
(alla fine
della galleria artificiale) ed il Comune di Limido Comasco, ed il
quartiere di Cislago, tra il torrente Bozzente e l’inizio
della
galleria artificiale.
Nell’Allegato
“1a” è riportato la prescrizione n. 151
con specificato le
varie e numerose indagini ed analisi da effettuare, dettagliati nella
DGR n. 7/8313 del 8/3/2002.
Ci
riferiamo alle “Modalità e criteri tecnici di
redazione della
documentazione di previsione di impatto acustico e di valutazione
previsionale del clima acustico” allegate alla deliberazione
sopra
citata, in particolare agli articoli n. 2 e n. 6.
Nell’articolo
2, comma 1, lettera “f”, ad esempio, si fa
riferimento ad una
serie di “punti adeguati allo scopo di descrivere
l’impatto
acustico dell’opera, posti nell’ambiente esterno e
da
individuarsi prima dell’approvazione definitiva del progetto.
Tali
punti sono individuati in accordo con il/i Comuni e la struttura ARPA
territorialmente competente”.
Vengono
chiesti inoltre “documentazione di previsione”,
“dei valori
limite relativi al rumore dovuto
all’infrastruttura”,
“descrizione, con informazioni dettagliate”,
“dati fonometrici
derivanti da misurazioni effettuate prima della costruzione”,
insomma la richiesta di una moltitudine di documenti che i
sottoscritti osservanti non hanno trovato nel progetto definitivo.
In
mancanza di tale documentazione non ci è possibile fare una
“valutazione comparativa tra lo scenario con presenza e
quello con
assenza delle opere”, come prevede la LR 13/2001, articolo
5.”
Si
chiede il rigoroso rispetto delle prescrizioni citate!
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PRESCRIZIONI n.
175 e 177 di pagine 35 e 36.
Nella
prescrizione n. 175 si sostiene che “dovrà essere
predisposto un
progetto di monitoraggio degli effetti indotti
dall’infrastruttura
sulle componenti vegetazione, fauna ed ecosistemi, con particolare
attenzione ai “corridoi ecologici”.
La
prescrizione n. 177 tratta dei “sotto passi/sovrappassi per
la
fauna”.
Il
territorio mozzatese è in Provincia di Como e confina con la
Provincia di Varese; nei PTCP delle province di Como e Varese
è
indicato un “corridoio ecologico”
nell’intento di unire il
Parco Pineta di Appiano/Tradate con l’esistente PLIS del
Rugareto
in Comune di Cislago, Gorla , ecc.
Occorre
segnalare che sul tracciato del corridoio ecologico previsto dal PTCP
della Province di Como e Varese, il Comune di Mozzate, con una serie
innumerevole di varianti urbanistiche, fatte con la LR 23/97, ha
permesso molte edificazioni nella zona compresa tra la SP. 24, via
Gramsci, PL Brera privata e pubblica e recentemente con
l’approvazione del PGT ha pure previsto in questa zona due
aree di
sviluppo chiamate “F” e “G”.
Inoltre
il tracciato della Pedemontana, in quella zona, occupa interamente
alcune aree, le ultime propaggini del PLIS del Rugareto, esistenti
tra i Comuni di Mozzate e Cislago.
Quindi
questo corridoio ecologico ha una “non
continuità” perché dopo
il Parco Pineta, dove vi sono “sorgenti di bio
diversità di primo
livello”, si trovano le urbanizzazioni recenti e previste, la
Pedemontana, la linea ferroviaria e la SP 233 Varesina; in questo
modo il corridoio viene sacrificato a causa delle incessanti
cementificazioni in essere e future nel territorio di Mozzate e dalla
nuova strada .
La LR
12/05, articolo 9, comma 1, afferma che devono essere assicurati
nell’ambito territoriale anche i “corridoi
ecologici”.
Il Settore
Pianificazione della Provincia di Como, nel provvedimento di
valutazione di compatibilità del PGT col PTCP, condiziona il
Comune
nel comparto denominato “F” per ricavare un
corridoio ecologico
della larghezza di almeno 40 metri. Questo ristretto corridoio
termina però di fronte alla nuova autostrada e quindi il
collegamento tra Parco Pineta e PLIS del Rugareto, indicato nelle
previsioni del PTCP, viene fatto naufragare clamorosamente, con una
grande perdita dal punto di vista ambientale.
Il
“corridoio ecologico” previsto nei PTCP di Como e
di Varese,
purtroppo non esiste più!
L’opportunità, ma anche il diritto di
avere il previsto corridoio ecologico che colleghi il Parco Pineta,
fonte di sorgenti di bio diversità di primo livello, con il
PLIS del
Rugareto da una parte e con il Parco del Lura dall’altra,
viene
sacrificato.
Si chiede
nella zona indicata, per evitare la cancellazione totale del
corridoio ecologico, ai fini di compensazione ambientale,
l’interramento in galleria artificiale del tracciato
autostradale,
prima e dopo la linea elettrica a 380KV, per una striscia larga
almeno 300 metri, tale da permettere la comunicazione diretta del
corridoio tra i due Parchi, per aiutare la fauna e gli ecosistemi a
superare naturalmente la barriera autostradale o in alternativa.
Rimangono
poi da superare le altre barriere esistenti della ferrovia e della
SP 233 Varesina, quindi si chiede, sempre per fini compensativi, di
prevedere la localizzazione e quindi la costruzione di idonei
cunicoli, che mettano in comunicazione entrambi i lati di tutte le
"barriere" sopra citate, in modo da non limitare nel loro
movimento ogni tipo di animali, come riportato nelle prescrizioni
citate.
.6)
PRESCRIZIONI dalla n. 263 alla n. 282 di pagina 52-53-54-55-56.
Nella
prescrizione n. 279 di pagina 55 è riportato che:”
il programma di
monitoraggio acustico dovrà essere presentato ai Comuni ed
alle
strutture dell’ARPA(…) per le Valutazioni di
adeguatezza”.
Nella
prescrizione successiva trattando di “analisi degli impatti
acustici, in termini di incremento delle emissioni dovute al traffico
indotto” è riportato che Pedemontana
dovrà: “individuare e
censire i recettori presenti (residenziali), precisare distanza ed
altezza, stimare puntualmente i livelli di rumore ante e post opera e
dimensionare le mitigazioni necessarie”.
Purtroppo
non si conoscono le “valutazioni di adeguatezza”
presentate ai
Comuni ed all’ARPA
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provinciale,
né si conoscono tutte le altre analisi riportate nelle
Prescrizioni
del CIPE e derivanti dalla LR n. 13/2001 e dalla DGR n. 7/8313.
Nella
Prescrizione n. 270 di pagina 53 è scritto che :
“l’obiettivo di
mitigazione dichiarato nello studio e costituito dai livelli di
rumore della classe III (3°) può essere considerato
adeguato per i
recettori residenziali(…)”.
Nella
“Classificazione acustica del territorio comunale di
Mozzate” è
riportato che per “le strade di nuova
realizzazione” (DPR
142/2004), in riferimento all’autostrada Pedemontana, i
limiti di
immissione acustica, individuati per i recettori residenziali sono
di 65 (diurno) e 55 (notturni) dB(A).
Secondo il
Codice della Strada una nuova autostrada di tipo (A) ha una ampiezza
della fascia di pertinenza acustica di 250 metri, con limiti assoluti
di immissione di 65 e 55 dB(A), che sono parificati alla classe IV
(4°).
La
differenza tra la classe III riportata nella prescrizione del CIPE
sopra citata e quanto contenuto nel Codice della Strada riferita ad
una nuova autostrada che individua i valori limiti assoluti di
immissione in classe IV, ci fa supporre che le mitigazioni previste
nel progetto definitivo, non sono adeguate per i recettori
residenziali dei quartieri esistenti e nei nuovi previsti di Mozzate
ed in quello di Cislago, nelle immediate vicinanze del campo
sportivo.
Le
mitigazioni riportate nel progetto per limitare e ridurre i livelli
di rumori prodotti dall’autostrada sono palesemente
insufficienti.
E’
evidente l’assoluta mancanza di protezioni fono assorbenti
dopo la
piazzola idraulica, alla fine della galleria e verso Limido Comasco,
a protezione delle nuove aree di espansione previste nel PGT di
Mozzate e quelle previste nei vari P.L. residenziali (Brera), lato
Mozzate.
Anche per
la zona residenziale di Cislago segnaliamo una scarsa attenzione nel
progetto per tutelare dal rumore prodotto dalla nuova strada, in
prossimità dell’inizio della galleria artificiale.
Si
propone di ampliare le barriere fono assorbenti fino al torrente
Bozzente, lato Cislago, e dalla parte opposta, lato zona industriale
di Mozzate, dal torrente Bozzente alla via Meda, inizio galleria
artificiale prefabbricata.
6)
RACCOMANAZIONE n. 370 di pagina 76
Nella
raccomandazione sopra citata si fa presente che “qualora
durante i
lavori di cantiere dovessero essere distrutti piezometri inseriti nei
Piani di monitoraggio delle falde acquifere delle aree degradate
(discariche, cave, ecc.) gli stessi dovranno essere segnalati
all’ARPA (…) e ripristinati a spese della
società Pedemontana
s.p.a.”.
In
prossimità dell’area di servizio di Mozzate,
compresa l’area per
la barriera di esazione, esistono una serie innumerevole di pozzi
piezometrici di controllo delle acque di falda, a seguito della
realizzazione di numerose discariche di rifiuti esaurite ed in
esercizio. Questi pozzi che avrebbero dovuto garantire la
possibilità
di controllare le acque sotterranee, per il controllo del corretto
funzionamento delle discariche, sono localizzati sul percorso della
falda esistente, a monte ed a valle delle discariche di Mozzate e di
Gorla Maggiore
Ora
parecchi (circa 20/25) di questi pozzi spia, convenzionati con
privati fino al termine della fase post gestione delle discariche, si
trovano sul futuro tracciato dell’autostrada Pedemontana e
delle
opere connesse (Varesina bis).
Si chiede
che tali pozzi, nel rispetto della Raccomandazione citata vengano
rifatti prima dell’inizio dei lavori di cantierizzazione,
coinvolgendo l’ARPA di Como e di Varese, per definire la
localizzazione dei nuovi pozzi-spia e quindi procedere alla
trivellazione di nuovi pozzi piezometrici, in alternativa a quelli
che dovranno essere sigillati o abbandonati, necessari per il
controllo delle acque di falda in ottemperanza dei Decreti
dirigenziali della Amministrazione Provinciale di Como n.
18/03 R.C.A.
e 13/A/ECO/03.
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