I quattro
schemi provano che Meucci aveva tentato, nel 1870, una via che, molti
anni
dopo, sarebbe
stata
chiamata la pupinizzazione delle linee telefoniche. (La
"pupinizzazione"
consente infatti di
ottenere
un aumento di distanza, a parità di qualità
telefonica,
inserendo
lungo la linea, a determinati intervalli,
opportune induttanze di carico). Occorre
tener presente che Meucci simulava la lunga distanza con un rotolo di
filo;
questo presentava, necessariamente,
una notevole capacità distribuita e, pertanto, traeva grande
beneficio
dall’inserzione del
carico
induttivo. Si noti anche, nei disegni riportati nella figura, il
ritorno
a terra del circuito telefonico
e, nel disegno n. 4, la suddivisione del carico induttivo in due parti.
Si può osservare che, in questi
disegni, che risalgono al 1870, gli strumenti telefonici usati da
Meucci
sono indicati
schematicamente
con i loro elementi essenziali (elettromagnete, diaframma e
cavità
acustica) racchiusi in un
tubo. Esistono
altri due passi del "Memorandurn Book" di Meucci, anteriori ai
precedenti
(datati rispettivamente
7 marzo 1862 e 20 maggio 1862), ma non corredati da disegni; essi
riguardano
lo stesso
argomento
e la loro comprensione può essere agevolata
dall’illustrazione
dell’esperimento
del 27
settembre
1870. In particolare
il primo appunto è del 7 marzo 1862 (p. 1 del "Memorandum
Book"
). lI numero di pagina
è ricavato dagli Atti del processo Bell/Globe [3],
confrontando
il testo del "Memorandum Book"
con quello dell’affidavit di Michael Lemmi (dove i numeri di
pagina non
sono riportati). Questo
appunto si riferisce al ritorno a terra dei circuiti telefonici e
chiarisce
il disegno n. 1 della figura
qui
riportata.
Così, infatti, annotava Meucci:
"Unendo le due
estremità del filo alla terra, esso diviene un
buon
conduttore, prendendo
l’elettricità della terra, e va a lunga distanza.
... le due
estremitÿ
che comunicano con un
disco metallico nella terra, hanno dato un risultato molto eccellente,
comunicando
l’elettricità della terra da un polo
all’altro, ed è
molto
semplice..." Il secondo
appunto di Meucci (p. 2 del "Memorandum Book") dimostra che egli aveva
scoperto i
vantaggi
del carico induttivo fin dal 20 maggio 1862, quando annotava:
"Al centro
del filo, un ferro fortemente magnetizzato protetto da una
bobina
non necessita affatto
di batteria ed è un buon conduttore del suono.
Si osserva
che se, come fu sostenuto dal giudice Wallace, in accordo con gli
avvocati
della parte
avversa
a Meucci, la trasmissione del suono fosse avvenuta per via meccanica,
anziché
per via
elettrica,
l’inserzione di un induttore a metà linea avrebbe
peggiorato e
non
migliorato la qualità di
trasmissione. D'altra
parte, la dizione "conduttore del suono" era largamente usata,
all’epoca,
come sinonimo di
trasferitore
del suono (per via elettrica); quindi non doveva essere interpretata
come
conduttore
(meccanico)
di onde sonore. In conclusione,
fin dal 20 maggio 1862, Meucci aveva osservato che la
qualità
della
linea caricata
induttivamente
era così buona che si poteva fare a meno della batteria,
confermando
tale risultato con
l’esperimento
del 27 settembre 1870 e ulteriormente migliorandolo con la suddivisione
del carico. All’epoca
dei vari processi, tendenti a stabilire la priorità
sull’invenzione
del telefono, nessuno si rese
conto
dell’importanza degli appunti di Meucci sul carico induttivo,
semplicemente
perché questa tecnica
non era
conosciuta (Vedi Cronologia dell'impiego del carico
induttivo).
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