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18.1 |
Stemma imperiale asburgico(lt73a) (1) |
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Stemma imperiale asburgico Scultore Lombardo fra la fine del XVI secolo e la prima metà del XVII secolo (Ubicazione sconosciuta) |
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foto da :
Prospettiva n.138 aprile 2010 Luca Tosi
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Luca Tosi | ||||||||||||||||||||
Su alcuni marmi della collezione Traversi di Desio | ||||||||||||||||||||
( estratto cap.9 da Prospettiva Rivista di storia dell’arte antica e moderna pag. 73 aprile 2010) | ||||||||||||||||||||
9. Scultore lombardo fra la fine XVI secolo e la prima metà del XVII secolo: Stemma imperiale asburgico | ||||||||||||||||||||
Con
esse
è scomparso il grande stemma araldico che, dal confronto
con le opere circostanti, dovrebbe misurare all’incirca cm 170 x
100. Probabilmente in marmo, presenta una parte apicale ridotta
alla stato grezzo, forse dovuta alla distruzione vandalica della corona
imperiale.Lo scudo rimanda infatti alla casata degli Asburgo: è
lo stemma adottato da Filippo II (1527-1598), rispecchiante le sorti
della divisione dei domini del padre, Carlo V. I primi due quarti,
originariamente occupati dagli scudi di Ferdinando il Cattolico, sono
praticamente scomparsi,forse abrasi. Nei due quarti sottostanti
figurano da destra a sinistra, seppure poco
leggibili:casa d’Asburgo
di rosso alla Fascia d’argento; Borgogna antica, Bande d’oro e d’azzurro,
bordate di rosso; Borgogna moderna, Gigli d’oro in campo azzurro
bordato d’argento e di rosso; Brabante, Leone d’oro in
campo nero.
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Tutta’intorno
corre la collana dell’Ordine del Toson d’Oro che sorregge,
in basso al centro, il leggendario vello dorato rubato dagli Argonauti.
Risalente alla seconda metà del Cinquecento, il blasone è
utilizzato anche dai successori di Filippo II come simbolo
dell’Impero e della casata, ma le mancanze nella parte centrale
impediscono una datazione più precisa. Il grande scudo
già a Desio sarebbe ascrivibile a uno dei governatori di nomina
imperiale a capo del ducato tra la fine del XVI e il XVII secolo, con
le capricciose volute che restringerebbero la datazione entro la prima
metà del Seicento. La base d’appoggio, coerente con
l’insieme, indica una originaria posizione sopraelevata della
scultura, confermata anche dall’andamento aggettante dello scudo:
forse la facciata di un edificio pubblico, o di una porta urbica rinnovata in quegli anni. Da escludere invece la provenienza dal monumento del Ponte del Trofeo sul naviglio pavese, nonostante le somiglianze tra la scultura e il grande stemma presente nell’incisione di Domenico Aspari e nelle opere di Giovanni Migliara:52 in queste raffigurazioni la forma dello scudo, così come le incorniciature, appaiono più regolari, e leggermente diversi sembrano gli attributi araldici. Ignorato dai due contributi di Diego Sant’Ambrogio e da Costantino Baroni, che non lo prende in considerazione per i musei milanesi, lo stemma è illegalmente rimosso nell’estate 1950 dal proprietario del castello neogotico, Paolo Reina. Lo testimonia una diffida non firmata che la Soprintendenza ai monumenti di Milano gli invia, invano, un anno dopo: “Ritiro stemma in pietra. Si invita la S.V. ad impartire disposizioni al suo personale della Villa Tittoni in Desio affinché voglia facilitare il ritiro, da parte di questa Soprintendenza, dello stemma in pietra abusivamente tolto alla Torre del Palagi e che deve essere riposato nel posto e posizione primitiva”. 53 Non risultano notizie a proposito della paventata ricollocazione. Da allora se ne sono perse le tracce. |
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Per gentile concessione dell'Autore | ||||||||||||||||||||
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note originali: | 51) L. Borgia, Lo stemma del Regno delle Due Sicilie, Firenze, 2001, pp. 11-17. | |||||||||||||||||||
52)
La splendida ‘Veduta del mercato di Porta Ticinese’ di
Aspari, da lui stesso disegnata e realizzata (1786) con dedica al
marchese Ferdinando Cusani, è riprodotta in La Milano di Giuseppe Parini nelle vedute di Domenico Aspari
(1786-1792), Milano 1999, fig. IV; numerosi sono anche i disegni, gli
acquerelli e le incisioni di Migliara raffiguranti il ‘Ponte del
Trofeo’, privato però del grande stemma imperiale, forse
distrutto durante il periodo della Cisalpina: M.C. Gozzoli, Migliara
1820-1830, in M.C. Gozzoli, M. Rosci, Il volto storico della Lombardia da Carlo Porta a Carlo Cattaneo paesaggi e vedute 1800-1859, Milano 1975, p. 94, nota 16, figg. 84-88. Il monumento è definitivamente smantellato nel 1865, con la musealizzazione dell’epigrafe dedicatoria e dei bassorilievi decorativi (oggi esposti in sala XIV del Museo d’Arte Antica del Castello Sforzesco, inv. 1353bis): P. Mezzanotte, G.C. Bascapè, Milano cit., p. 306; M.T. Fiorio in La Scultura cit., p. 224, nn. XIV.10-12, figg. |
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53) ASSBPLo, faldone L/5 3551 (Torre Pelagi [sic]), Lettera non firmata della Soprintendenza (prot. N. 3305) a Paolo Reina di Saronno, 24 settembre 1951. | ||||||||||||||||||||
Note : 1)Prospettiva n.138 aprile 2010 Luca Tosi Su alcuni marmi della collezione Traversi di Desio pag. 68 e segg. ed anche L. Tosi, I marmi di Desio. Catalogo della collezione Traversi, tesi di perfezionamento, Università degli Studi di Milano, a.a. 2008-2009. | ||||||||||||||||||||
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