Villa Tittoni 
 
 
 
 
 
 
 
 

               

ALTERNATIVAVERDE PER DESIO ©

 
 

Colloquio con l’Assessore alla Cultura, Pubblica istruzione e Sport, Dott.ssa Cristina Cremonini         4 – XI – 2000

 

 

Conte Paolo

Laureando in Architettura al Politecnico di Milano (indirizzo: Tutela e recupero del patrimonio storico-architettonico)

Ogni parola ha una propria storia ed il suo significato muta nel contesto letterario e temporale in cui si colloca: l’affermazione è elementare ma troppo spesso sono trascurate le conseguenze che ne derivano […].

Ogni evento storico ha carattere di singolarità ed è quindi irripetibile […].

Nulla rimane uguale a se stesso, il mutamento continuo è condizione della nostra esistenza e delle cose che ci circondano; il cambiamento è l’unica certezza del nostro esistere o quanto meno di ciò che forma la nostra esperienza […].(1)

Il nostro passato, che non offre certezze o leggi che determinino il futuro, definisce le condizioni delle nostre possibilità di operare, le limita, ma offre anche l’opportunità per un progetto che non perda il valore di quanto si è costituito nel tempo.

Vorrei portare perciò a conoscenza di questa spettabile Amministrazione comunale i seguenti argomenti, che mi stanno molto a cuore, e che spero possano diventare l’inizio della riscoperta di un patrimonio storico-artistico desiano, troppe volte dimenticato e sottovalutato e che andrebbe invece riconosciuto e reso fruibile a tutta la cittadinanza.



[1] Bellini Amedeo, A proposito di alcuni equivoci sulla conservazione, in “TEMA” n° 1 del 1996

1) Tomba romana del I secolo d.C. scoperta in via Grigna nel 1965.

Scoperta archeologica che ha avuto poca risonanza ma che, tuttavia, è stata citata più volte in vari testi di storia locale e su “il Cittadino” al momento della sua scoperta (vedi allegati A, B, C).

Dalla lettura del Piano del verde (vedi allegato D), in via di approvazione, ho notato che la progettazione del Parco Sironi (vedi allegato E), che insiste nell’area in cui fu trovata la tomba, non fa cenno e né prevede alcun recupero della zona suddetta.

L’area purtroppo non è mai stata fatta oggetto di una ricerca archeologica più approfondita che potesse determinare l’entità ma soprattutto la vastità della scoperta, che potrebbe celare forse una piccola necropoli, come hanno sostenuto, e non sono i soli, il compianto Dott. Alberto Cappellini (2)(vedi allegato B) e l’esimio Prof. Massimo Brioschi (3) (vedi allegato C).

Recenti avvenimenti dello stesso tenore avvenuti a Vimercate (vedi allegato F), hanno avuto la giusta visibilità che tali scoperte meritano, vista la scarsità di ritrovamenti del genere nella nostra zona.

Come Contrada SS. Pietro e Paolo presenteremo quindi un’osservazione al Piano del verde in via d’approvazione per cercare di tutelare questa possibile piccola necropoli, che potrebbe diventare una risorsa, non solo per la nostra Contrada che tiene molto alla sua storia, ma per tutta la città di Desio, vista l’unicità di tale scoperta.

Spero in un suo appassionato intervento a favore di questa vicenda.




[2] Cappellini Alberto, Desio e la sua Pieve, Milano, 1972

[3] Brioschi Massimo, Presenze gallo-romane a Desio, in “Pagine desiane” n° 2 del 1995

 
 

2) Annessi e connessi del Parco comunale Tittoni

A – “Quadri” che riportano l’assetto della villa Tittoni nell’anno 1863, appesi all’interno dell’ufficio tecnico comunale (vedi allegato G).

I cosiddetti “quadri” sono in realtà due perizie che riportano la pianta della villa, delle sue adiacenze e del suo giardino fatta dai periti giudiziali del giudice del mandamento di Desio a causa del processo intentato dalla Congregazione di carità per i luoghi pii elemosinieri e LL. CC. di Milano contro l’avvocato Antona-Traversi per turbativa di possesso della roggia di Desio eseguite dal Dottor Ingegner Francesco Broggi e dal Dottor Ingegner Emanuele Belazio.

Questi due documenti grafici sono molto importanti perché, a tutt’oggi, sono gli unici che descrivono così dettagliatamente la villa, ma soprattutto le sue pertinenze, in quell’epoca.

Le due perizie sono state eseguite su carta da lucido con china e acquerello, materiali che risentono moltissimo dell’esposizione alla luce. La loro inadeguata collocazione attuale quindi sta provocando un rapido sbiadimento degli stessi.

Le chiedo perciò di provvedere al loro trasferimento nel luogo più adatto e naturale: l’Archivio storico civico comunale, dove potranno essere custoditi con più cura e consultati e studiati con più facilità data la loro importanza.

[4] Bellini Amedeo, A proposito di alcuni equivoci sulla conservazione, in “TEMA” n° 1 del 1996

[5] Cappellini Alberto, Desio e la sua Pieve, Milano, 1972

[6] Brioschi Massimo, Presenze gallo-romane a Desio, in “Pagine desiane” n° 2 del 1995

B – L’impianto idraulico del XVIII secolo del giardino della villa Tittoni che tuttora persiste al di sotto della superficie del parco e che più volte è stato danneggiato da interventi impropri a causa della sua poca notorietà.

L’assetto dell’impianto è descritto chiaramente sia da documenti antichi, quali le due perizie del 1863 sopra descritte (vedi allegati G, H), che da reperti fisici visibili all’interno del parco comunale Tittoni (vedi allegato I).

Tale impianto consiste in una rete sotterranea in muratura con bocchette esterne, atte ad irrigare il soprassuolo del parco e a scolmare il laghetto durante le piene, e da una grossa vasca interrata nel XIX secolo (vedi allegato L).

Le chiedo perciò di fare eseguire, in base alla documentazione in vostro possesso, un accurato rilievo dell’impianto esistente per verificarne lo stato di conservazione e per poter così vagliare la possibilità di poter “modernamente” usare questi condotti durante la ristrutturazione del parco per riportare l’acqua all’interno dello stesso (con notevole risparmio di tempo e di denaro), come del resto la relazione del Piano del verde già prevede, omettendo però di citare l’esistenza di tale impianto (vedi allegato M).

La contrada SS. Pietro e Paolo comunque, presenterà un’osservazione allo stesso piano anche su questa questione.

Spero in un suo appassionato intervento a favore anche di questa vicenda. 

   

C – Ara romana situata senza protezione alcuna nel parco comunale Tittoni (vedi allegato N).

Il testo dell’iscrizione è il seguente:
 

J.O.M. CO.
EX PREMISSA
FULGURIS
POTESTATE
FLAVIUS VALENS
V.C. EX D. V.S.L.M.
D.P.

 

Quest’ara non è originaria di Desio ma proviene da Galliano. Essa fu acquistata dai marchesi Cusani che la misero come ornamento nel loro giardino della loro villa di Desio. Questo è attestato da numerosi testi del XVIII e XIX secolo che, descrivendo il parco della villa, riportano il testo dell’epigrafe sopra citata (7)

Attualmente quest’oggetto si trova praticamente incustodito nell’area in cui sono sistemate le giostre per i bambini. Se fino ad ora non ha subito atti vandalici, di cui invece sono state fatte oggetto tutte le altre suppellettili architettoniche e scultoree del parco, è solo perché ai più sembra un sasso comune e che nulla abbia di diverso dagli altri sparsi all’interno del parco stesso.

La prego perciò di provvedere al più presto facendo collocare quest’ara romana, nell’attesa di tempi migliori, in un luogo più sicuro.

D – Il muro del XIX secolo che cingeva il parco Tittoni (vedi allegato O)

Tale muro, giacente in uno stato di totale abbandono, si trova in via Giusti, che costeggia per un lungo tratto. Quest’importante segno del territorio è pressoché dimenticato e abbandonato, certo è una piccola pagina del nostro territorio che però ci aiuta a capirlo. Ora è infestato da erbacce, arbusti e affini, ma fino a quando resisterà? La sparizione di un segno antico complica sempre più la lettura di un territorio fortemente urbanizzato come il nostro. La prego perciò di prendere i provvedimenti del caso che possano salvare, valorizzare e far comprendere a tutti questo piccolo segno del nostro territorio.

[7] Amoretti Carlo, Viaggio da Milano ai tre laghi: Maggiore, di Lugano e di Como e né monti che li circondano, Giovanni Silvestrini, Milano, 1794
3) Archivio privato della famiglia Buttafava
Di notizie della storia della nostra Desio, nonostante la sua sia molto lunga, ne abbiamo poche. Tuttavia, a volte mentre si cerca, ci si imbatte in piccoli tesori che lentamente, come in un puzzle, ricompongono brevi stralci del nostro passato, quest’archivio (come del resto l’archivio della famiglia Antona-Traversi di Meda che ho avuto l’onore di poter consultare) è uno di questi piccoli tesori che ogni tanto compaiono durante una ricerca.
E’ proprio consultando una tesi universitaria, infatti, che sono venuto a conoscenza dell’esistenza di tale archivio. Tutti penso sappiano che cosa ha rappresentato il nome Buttafava per quella zona di Desio chiamata S. Giuseppe; la villa, il parco, il verde, la vita agricola di una volta. Ma una vera storia non si può tracciare se mancano i documenti e finora su S. Giuseppe se ne sono trovati ben pochi. Attraverso quest’archivio quindi Desio avrebbe la possibilità di incrementare ulteriormente la conoscenza della sua storia. Come privato però ho trovato molte difficoltà ad accedere a tale archivio, anche perché la situazione all’interno della famiglia Buttafava è piuttosto complicata.
L’ultimo erede della famiglia il Conte Giuseppe Buttafava è molto anziano e senza figli, di tutte le sue cose perciò si occupa la sua segretaria che, da me interpellata più volte al telefono, si è dimostrata dapprima restia a comunicarmi qualsiasi informazione circa l’archivio e infine ne ha persino negato l’esistenza! Da fonti sicure so però che tale archivio esiste. Esplorare tali archivi privati, parlo per esperienza personale, può essere molto interessante e gratificante poiché si scoprono cose nuove ed inedite di un territorio di cui si riescono a riannodare alcuni fili delle 1000 storie che lo formano.
So che il privato è sacrosanto, ma io vorrei che lei facesse comunque il tentativo di contattare la segretaria del Conte Buttafava per cercare di convincerla a fare effettuare all’interno dell’archivio un’indagine conoscitiva che permetta di stabilire l’entità dei documenti riguardanti Desio e il suo territorio, fatto questo essi sarebbero riprodotti e messi a disposizione di tutti nell’Archivio storico civico comunale. Se lei dovesse riuscire nell’impresa io mi offro fin da ora volontario per occuparmi dell’intera questione.
 

Villa Tittoni