Pieve di Desio
   
   
    
 
 
   
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Comune di Paderno (Paderno Dugnano)
 
  
Sancti Michaelis
 
 
Sancti Martini
 
 
Sancte Marie
 
 
Santi Pancratii 
 
ritrovamenti archeologici di Paderno
   
Tomba XII-XI sec. a.c.
      
   
Urna carenata da una tomba del XII-XI sec. a.c. 
appartente al bronzo finale, classificata nel periodo protogolassechiano I. (1)
  
Facies di Ascona (Mirabella Roberti 1960)
 
Una tomba della fase Ascona I è stata scoperta a Paderno Dugnano. Un pozzetto foderato di ciottoli racchiudeva un’urna biconica con risega e decorazione a solcature elicoidali lungo la spalla, chiusa da una scodella carenata, con lo stesso tipo di decorazione lungo la carena, e contenente insieme alle ossacombuste un frammento di spillone di bronzo.
 
ritrovata nel novembre 1959 via Roma 36 Paderno Dugnano 
nello stabilimento "La pressotecnica Milanese" di proprietà di Carlo Barbieri

Ubicazione sconosciuta
         
  
   
 
A Paderno Dugnano, nel 1960, durante lavori agricoli si rinvenne un'urna biconica provvista di ciotola coperchio al cui interno erano le ceneri del defunto e uno spillone in bronzo contorto privo di capoccia. L'urna e la ciotola sono tipiche della fase Ascona I.
       
tratto da: Shemsuhor
 
   
         
Tomba gallo-romana  II sec. a.c. (1) 
   
     
Tomba gallo romana rinvenuta nel 1956 a 100 mt. dall'urna carenata 
     
Tomba composta da un Vaso cilindrico e due bicchieri fittili a rocchetto, tipici della cultura gallica, 
   
       
 

e tre patere fittili e due in frammento.  Queste patere hanno iscrizioni nord etrusche (1) (2)  
   
 
 
Bibliografia
Morandi 2004
Alessandro Morandi, Celti d'Italia. A cura di Paola Piana Agostinetti. Tomo II: Epigrafia e lingua dei Celti d'Italia [= Popoli e civiltà dell'Italia antica 12.2], Roma: Spazio Tre 2004.
    
Solinas 1994
Patrizia Solinas, "Il Celtico in Italia", Studi Etruschi 60 (1994 [1995]), 311-408.
 
     
 
iscrizione sulla patera classificata mi o4
  
   
 
 
Solinas 1994 
   Patrizia Solinas, "Il Celtico in Italia", Studi Etruschi 60 (1994 [1995]), 311-408.
   
        
 
Ubicazione dei reperti Museo Castello Sforzesco sez. Preistoria
 
     

    
    
   
       
comune di Cassina Amata sec. XVI - 1757
 

Nei registri dell’estimo del ducato di Milano del 1558 e nei successivi aggiornamenti del XVII secolo la cascina Amata risulta compresa nella pieve di Desio (Estimo di Carlo V, Ducato di Milano, cart. 16 e 17).
Dalle risposte ai 45 quesiti della giunta del censimento del 1751 emerge che il comune contava circa 170 anime ed era regolato da un console, eletto a pubblico incanto, a cui erano raccomandate la tutela dell’ordine pubblico e l’amministrazione degli interessi della comunità, coadiuvato da un cancelliere, residente in Milano, incaricato della compilazione e ripartizione dei carichi fiscali e della custodia dei libri dei riparti e delle altre pubbliche scritture. Un esattore, scelto dal feudatario, si accollava infine tutte le operazioni connesse alla riscossione dei suddetti riparti annuali (Risposte ai 45 quesiti, 1751; cart. 3063).
A metà del XVIII secolo il comune, infeudato dal 1476 “sotto il titolo del feudo di Desio” poi scorporato e rinfeudato dalla regia camera nel 1697 (Casanova 1930), era direttamente sottoposto alla giurisdizione del podestà di Milano, presso la cui banca criminale il console, tutore dell’ordine pubblico, era tenuto ogni anno a prestare l’ordinario giuramento (Risposte ai 45 quesiti, 1751; cart. 3063).


Link risorsa: http://www.lombardiabeniculturali.it/istituzioni/schede/8010546/

 
 
 
ANNO X • NUMERO 29 DICEMBRE 2015
NOTIZIARIO DEL GRUPPO ARCHEOLOGICO LUINESE
ARCH EO LOGANDO
     
Inquadramento storico archeologico del comune
di Paderno Dugnano (MI)
di Paolo Severgnini  
   
Il territorio di Paderno Dugnano, sito nella Provincia di Milano e posto poco a Nord del capoluogo di Regione evidenzia rilevanza dal punto di vista archeologico. Tale rilevanza è testimoniata dal rinvenimento di numerosi reperti archeologici, isolati o in contesto, effettuati sul territorio a partire dal XIX secolo. Evidenze archeologiche riflesso di presenze antropiche sono materiale utile per rintracciare le prime presenze umane e la dinamica evolutiva delle culture attestate nella zona.
Alla luce degli attuali rinvenimenti il territorio di Paderno Dugnano risulta già essere popolato a partire dal cosiddetto periodo golasecchiano. Già nel 1959 venne scoperta in Via Roma una tomba a pozzetto risalente al XII-XI secolo a.C. al cui interno era presente un'urna carenata coperta da una scodella. Ed ancora nel 1960 durante lavori agricoli venne rinvenuta un'urna biconica con ciotola nella quale risultavano ancora presenti le ceneri dell'inumato ed uno spillone appartenente alla facies culturale Ascona I  1 .
 
Partendo dai rinvenimenti effettuati nella Provincia di Milano, e fra questi i contesti tombali rinvenuti a Paderno Dugnano, si può affermare che per il periodo golasecchiano il territorio fosse organizzato in numerose piccole comunità di villaggio regolate secondo una precisa gerarchia sociale nella quale il guerriero rivestiva un ruolo preminente 2.
 
Dopo una fase golasecchiana i rinvenimenti epigrafici ed archeologici testimoniano un periodo di occupazione di popolazioni latine. Studi toponomastici effettuati sui nomi locali sembrano attestare che il nome Paderno sia di origine romana e deriverebbe dall'etimologia latina Paternus o Paternum ovvero "fondi ereditati dal padre" ed analogamente il nome Palazzolo (frazione del Comune di Paderno) sarebbe da ricondurre etimologicamente ai lemmi Palatiolum o Parazolo e deriverebbe dalla presenza di una roccaforte di origine romana scomparsa in età medievale che era sita nel territorio 3 .
 
A suffragio della connotazione romana del territorio dell'attuale Paderno sono i rinvenimenti archeologici
provenienti da contesti tombali che testimoniano come durante il periodo romano l'area sia interessata da un tessuto urbano di cultura latina. A tale proposito nel 1956 venne rinvenuta una tomba di tarda età repubblicana 4 ; il materiale proveniente dal contesto tombale, ancora non accuratamente studiato, è stato oggetto di una prima analisi che ha evidenziato corrispondenze con i siti di Casalcermelli, di Casate, con gli strati repubblicani di Albintimilium e di Vada Sabatia 5 . Nella tomba
sono presenti inoltre alcune patere con iscrizioni in caratteri nord-etruschi 6 .
 
Degna di nota poi è la cosiddetta Tomba dell'atleta rinvenuta a Palazzolo Milanese, in Via Pisacane 7, ascrivibile alla fine del I secolo a.C.-fine I secolo d.C. Il ricco corredo della tomba consisteva in un’hydria bronzea, due olpi, tre balsamari in vetro e due strigili in bronzo 7 .
 
In prossimità della tomba vennero rinvenute altre due tombe dal corredo povero ascrivibili anch'esse con probabilità al periodo romano 8 . Attribuibile forse al II secolo d.C. è un'ara dedicata ad
Ercole con incisa un'epigrafe latina con iscritto ERCULI, S.E.A., E MARCO E MAGNUS, CARIO(NT) di cui però non si conosce la collocazione né si hanno informazioni più dettagliate ed ancora nel 1929 vennero rinvenuti numerosi bronzi costantiniani ed un piccolo bronzo di Licinio contenuti in un olletta in terracotta sita nella proprietà Vittadini-Longoni riferibili ad un arco temporale
compreso fra il 330 d.C. al 343 d.C. 9 .
 
Per quanto riguarda il periodo Medievale, documenti della seconda metà del 1200 testimoniano la presenza di un ordinamento comunale nel territorio di Paderno e di Palazzolo. Ed ancora, negli Statuti delle acque e delle strade del contado di Milano fatti nel 1346, il territorio è sottoposto alla giurisdizione ecclesiastica della Pieve di Desio. La situazione è testimoniata sino al 1580, anno nel quale il territorio appartenente alla Pieve viene assegnato al conte Manriquez il quale lo conserverà per un secolo sino al 1680.
A partire dal 1680 il comune di Paderno venne assegnato al questore Calderara invece Palazzolo venne affidato a Giulio Calderari; durante questo periodo vennero erette numerose residenze di villeggiatura secondo la consuetudine dell'epoca. Tale situazione permase sino al 1809. Nel secolo XIX il territorio venne più volte smembrato e ricostituito a livello amministrativo in forme ed aggregazioni differenti.
All'inizio del Novecento il territorio, prima fortemente caratterizzato da un'impronta agricola, viene ad assumere sempre più una connotazione industriale; sorgono in questo periodo numerose industrie dedite alla lavorazione del cotone e della seta 10.

In conclusione, benché i rinvenimenti effettuati sul territorio di Paderno Dugnano siano in gran parte fortuiti e non fonte di scavi sistematici e prolungati, essi sembrano mostrare una certa rilevanza archeologica della zona. Se risulta infatti mancante documentazione archeologica relativa al periodo celtico, sono invece ben presenti le testimonianze del periodo golasecchiano prima e romano poi. La discontinuità che si riscontra durante la fase finale della cultura golasecchiana e durante il periodo celtico (IV-III secolo a.C.) 
non è altresì necessario sintomo di una completa scomparsa di presenze antropiche nella zona. Alla luce del  quadro complessivo della Lombardia centro-occidentale essa è piuttosto da considerarsi come una lacuna data dalla mancanza di scavi sistematici da effettuarsi in modo più approfondito sul territorio.
 
Note originali dell'articolo
 
1 Un testo di riferimento per lo studio di questo territorio è il volume
L. Casiraghi, Brianza Romana, 1992, con particolare riferimento al
capitolo intitolato I reperti di Paderno Dugnano.

 2  Sull'organizzazione sociale ed urbana della Cultura di Golasecca
rimandiamo a quanto affermato in R. De Marinis, La civiltà di Golasecca:
i più antichi Celti d’Italia, 2007.

 3  Per maggiori informazioni sulla toponomastica del territorio rimandiamo
al volume AA.VV., Archivi, biblioteche e territorio. Fonti di
storia locale Volume II, 2010.

 4  Una prima testimonianza del rinvenimento della tomba con una breve
descrizione del contesto e del materiale rinvenuto è presente in A. Frova,
Tomba preistorica a Paderno Dugnano (MI), in SIBRIUM Vol. V, pp. 69-71.

5  Per maggiori informazioni in merito al corredo rinvenuto nella tomba
ed alle correlazioni annesse rimandiamo a N. Negroni Catacchio,
I ritrovamenti di Casate nel quadro del celtismo padano, in Atti del
Convegno celebrativo del Centenario della Rivista Archeologica Comense,
1974, pp. 207-210.

6  Ulteriori informazioni sulle iscrizioni sopracitate sono reperibili in
A. Morandi, Celti d'Italia. A cura di Paola Piana Agostinetti. Tomo
II: Epigrafia e lingua dei Celti d'Italia, 2004 ed ancora P. Solinas, Il
Celtico in Italia, in Studi Etruschi 60, 1995, pp.311-408.
7  Per un’analisi accurata del materiale proveniente dalla tomba rimandiamo
a A. Frova, Di un’hydria bronzea e di altra suppellettile
funeraria da Palazzolo Milanese, in SIBRIUM Vol. VI, pp. 71-78.

8  Rimandiamo nuovamente al volume L. Casiraghi, Brianza Romana,
1992, con particolare riferimento al capitolo intitolato I reperti di
Paderno Dugnano.

9 Ibid.

10 In riferimento alla situazione storica presentata a partire dal 1200

sino al XX secolo e per la connessa bibliografia analitica rimandiamo
al recente volume AA.VV., Archivi, biblioteche e territorio. Fonti di
storia locale Volume II, 2010.
 
   
 
     
Note:   1) Brianza Romana di Liliana Casiraghi 1992 ed. prov. Como e ass. S. Agostino-Cassago pag. 76-77
2)  da i Quaderni della Brianza , La romanizzazione della Brianza di Leopoldo Pozzi pagg. 37-46
 





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