Rit. a Beccaria
 
  
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Padre Gian Battista Beccaria

Mondovì 03.Ottobre 1716-Torino 27 Maggio 1781

 


  
Cenni biografici
  


 


Francesco Ludovico Beccaria nacque a Mondovì (Cuneo) il 3 ottobre 1716. Entrato nell’Ordine degli Scolopi, divenne  religioso professo assumendo il nome di ‘Giambatista’ (da lui  scritto sempre in questo modo).  Insegnò dapprima nelle scuole del suo Ordine di Narni, Urbino, Palermo e Roma. Nel 1748 venne chiamato alla cattedra di Fisica dell’Università di Torino e ne rinnovò l’insegnamento dandogli un carattere sperimentale. Fu anche maestro di L.Lagrange

 Si dedicò in particolare a ricerche sull’elettricità, che in quegli anni di metà   Settecento avevano ricevuto nuovo impulso dalla comparsa della "bottiglia di Leida" e dai lavori di B.Franklin. L’impegno del Beccaria verso un’elettrologia quantitativa venne espresso  con assetto organico nella sua prima opera intitolata Dell’elettricismo   artificiale e naturale, pubblicata a Torino nel 1753, nella quale – come  dichiarava il titolo – si trattava rispettivamente sia di elettrostatica che di elettricità atmosferica.   Il contributo più importante dato dal Beccaria allo studio dell’elettricità – almeno secondo la valutazione che ne diedero i suoi contemporanei, anchese al lettore moderno appare opera un po’ noiosamente prolissa – si ritroverebbe invece nel volume delle Lettere al Beccari, pubblicato a  Bologna nel 1758. 

Nel 1770 diresse a Milano l'erezione dei parafulmini a difesa del Duomo. Dopo anni di assidue ricerche e di riflessioni intorno ai fenomeni elettrici, nel 1772 egli fu finalmente in grado di pubblicare a Torino la sua opera  maggiore intitolata Elettricismo artificiale: un complicato compendio  dell’elettricismo settecentesco, che comunque solo pochi anni dopo  l’edizione italiana venne tradotto in inglese per interessamento dello stesso  B.Franklin.  Si debbono anche segnalare i notevoli contributi dati dal Beccaria alla metrologia e alla chimica. La sua opera esercitò un forte influsso sull’ambiente scientifico del tempo e segnò la ripresa della ricerca  sperimentale, in particolare di quella elettrica, in Italia. Oltre che scienziato di fama, egli fu anche un discreto umanista, avendo specialmente coltivato l'arte e la poesia, ma soprattutto le lettere latine. Giambatista Beccaria morì a Torino il 27 maggio 1781. 


 
Pozzo di Beccaria